Martedì, 11 Novembre 2014 12:33

'Le utopie sono possibili': a L'Aquila, la storia delle Madres de Plaza de Mayo

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La storia dell'Argentina, negli anni della dittatura. La storia dei trentamila desaparecidos, uomini e donne scomparsi, risucchiati nell'oblio di un paese che voleva dimenticare. La lotta delle madri, per la verità e la giustizia, da allora e fino ai giorni nostri. 

Se ne discuterà domani, mercoledì 12 novembre, alle 18. Appuntamento al Circolo Arci Querencia, in Piazza d'Arti. Verrà presentato, infatti, il libro "Le utopie sono possibili", firmato da Riccardo Verrocchi. Intorno al tavolo, con lui, l'avvocata Simona Giannangeli e Renato Di Nicola dell'Associazione 'Kabawil - El otro soy yo'. Un evento organizzato dal Circolo Arci Querencia, da Amnesty International L'Aquila e da News-Town.

Il libro ripercorre la storia dell’Argentina dagli anni della dittatura e fino al percorso democratico tuttora in atto. Una storia che riguarda direttamente le madri dei desaparecidos, donne che hanno perso i propri figli e hanno lottato tenacemente negli anni più bui. Donne che hanno conquistato sostegno trasversale a livello internazionale con le loro coraggiose iniziative di lotta e che oggi contribuiscono, insieme a migliaia di giovani, a rifondare il loro Paese. 

"Collaboro dal 2009 con 'Kabawil', il gruppo italiano di appoggio ufficiale alle attività dell’Associazione delle Madres de Plaza de Mayo argentine", spiega Riccardo Verrocchi. "Ho conosciuto alcune di loro proprio a L'Aquila, in realtà, giusto cinque anni fa: era il 9 novembre 2009, con il gruppo organizzammo un presidio della memoria con il Comitato dei familiari delle vittime della Casa dello Studente. Partecipò Hede de Bonafini, simbolo delle lotte delle donne di Plaza de Mayo. Venne così l'idea di scrivere la tesi di laurea sulla storia delle Madres e della dittatura argentina. Dunque, l'anno dopo partecipai alla carovana 'Kabawil' in Sud America. La sollecitazione a trasformare la tesi in un libro, in realtà, è venuta proprio da loro".

Le Madri di Plaza de Mayo, rielaborando il lutto personale e trasformandolo in un impegno da mettere a disposizione della collettività, costituiscono un punto di riferimento importante per i movimenti sociali dell’America Latina. E non solo. Una storia poco conosciuta, in realtà. "L'obiettivo del libro è rendere manifesta una storia spesso sottaciuta", sottolinea Verrocchi. "A parte un altro libro, edito nel 2005 da Daniela Padovan, che ha intrecciato le interviste alle madri con la ricostruzione storica del periodo della dittatura, non è stato prodotto molto in Italia su Plaza de Mayo. Si è scritto molto di dittatura, dei desaparecidos e, così, come scrive Letizia Bianchi nella prefazione al mio libro, le Madri sono state confinate a quei terribili anni. Invece, la particolarità è che la loro lotta ha avuto una straordinaria continuità nel tempo. Per le madres, la memoria è intesa come concetto dinamico, fertile, nella quale i figli desaparecidos vivono nelle lotte, nella politica, nelle iniziative a favore dei più deboli, per una ricostruzione dal basso di una società alla quale la dittatura, nel silenzio complice della comunità internazionale, ha distrutto un’intera generazione".

Negli anni, la ricerca di verità e giustizia ha collettivizzato e socializzato il lutto: così, è nata una radio, un giornale, persino una università popolare che recentemente il Governo ha riconosciuto come istituto pubblico, specializzato in diritti umani: "Nel libro, ho voluto far emergere la forza della battaglia in questi anni, raccontando le trasformazioni che ha saputo produrre nella società argentina, con la nascita di importanti spazi culturali, con l'impegno nelle periferie. Le madres non si sono limitate a rivendicare giustizia per i loro figli, hanno contribuito - e continuano a farlo - alla rinascita sociale dell'Argentina, dopo la crisi dei primi anni duemila".

Una storia simbolica ed emblematica di come, con l'impegno concreto e quotidiano, si possano davvero cambiare le cose. Un esempio, senza dubbio. Che acquista senso in una realtà come la nostra, umiliata ancora e di nuovo dalla sentenza emessa ieri, dalla Corte d'Appello. "Proprio parlando di giustizia, la pressione esercitata negli anni dalle madres, in particolare sui governi democratici che hanno seguito alla crisi economica, ha permesso di riaprire tutti i processi che in Argentina erano stati bloccati dalle così dette leggi del perdono".

Un esempio, per la nostra collettività.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Novembre 2014 16:45

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