Venerdì, 12 Dicembre 2014 10:35

'Parco archeologico di Amiternum', Italia Nostra: "Basta opere impattanti"

di 

Riceviamo e pubblichiamo da 'Italia Nostra' - Lo hanno voluto chiamare "parco Archeologico di Amiternum" e lo hanno dedicato a Thomas Ashby, archeologo e fotografo che frequentò questi luoghi all’inizio del novecento, ma più che ad un parco piano piano l’area archeologica, soggetta a continue pressioni antropiche, assomiglia sempre più ad un giardino, ad un appezzamento di terreno circondato da costruzioni e capannoni ed attraversato da strade già costruite (come quella del G8 che parte dalla Scuola della Guardia di Finanza e corre parallela alla SS.80) e da costruire come la bretella alla SS.80 di poco più di un chilometro che passerà immediatamente a ridosso del Teatro Romano (Anas- Lavori di miglioramento delle condizioni di sicurezza mediante realizzazione di un nuovo svincolo con la s.s.260 e la s.s. 80 in località Cermone). A queste 'opere' va aggiunta, buon ultima, la strada provinciale progettata in località Torroncino e località Grottoni (Sistemazione strada di collegamento via delle Fiamme Gialle - sr 80 dir - sp 30 "di Cascina").

Le strade cennate passato tutte su aree delicate e notissime per i copiosi reperti che hanno restituito. Attraversano, per una significativa parte, la zona dove sorgeva l’antica città di Amiternum, città senza mura e di vaste dimensioni come certificato dal prof. M. Heinzelmann nelle sue ricerche finanziate dal governo Tedesco. Un’area protetta con precisi e dettagliati vincoli espressi nel piano regionale paesistico “Ambito Fiume Aterno” che la classifica in zona A1, a conservazione integrale, dove tra gli usi compatibili è negata la costruzione di strade di qualsivoglia gerarchia. Anche un Galassino (DM. 21.06.1985) interessa la zona e ne prevede la sua integrale salvaguardia. La strada provinciale in progetto è interessata pure dalla Legge Galasso (l. 43/85) poiché passa , per il primo tratto, entro la fascia di rispetto di 300 metri dal laghetto “Giorgio” interessantissimo ed importantissimo geosito alimentato da sorgenti perenti con un piccolo emissario che confluisce nell’Aterno.

Nonostante tutte queste regole e limiti ed in barba al divieto espresso di realizzare qualsivoglia tipo di strada nelle aree in zona A1 del PRP, negli anni passati prima l’emergenza del G8, poi l’ANAS e poi ancora la Provincia dell’Aquila hanno realizzato (G8), progettato e si sono viste approvare senza colpo ferire (Anas e Provincia) due bretelle che passano entro la zona di conservazione integrale. Strade che interrompono sia la continuità archeologica e sia la continuità paesaggistica e raddoppiano di fatto la viabilità esistente che doveva e poteva essere solo migliorata. La strada progettata dall’Anas, quella che passerà a meno di quaranta metri dal teatro e tra quest’ ultimo ed il grande monumento funerario noto come “Sant’Antonigliù”, distrugge un frammento ancora leggibile del paesaggio agrario costruito e nega la continuità archeologica tra la parte della città romana in basso e l’ emergenza archeologica sul colle di Jereone rappresentata dai resti del Castello medievale che poggiano su murature romane e con probabili resti italici. Malgrado tutte queste considerazioni, alle quali vanno aggiunti anche gli aspetti naturalistici come la presenza accertata nell’area del capriolo e di altri mammiferi che utilizzano quei luoghi come corridoi per l’abbeverata, non è stata nemmeno redatta la VIA ma solo un impreciso e superficiale Studio Preliminare Ambientale per la Verifica di Assoggettabilità a VIA.

Se possibile ancora più grave è la strada progettata dalla Provincia Dell’Aquila dal titolo: “Sistemazione strada di collegamento via delle Fiamme Gialle - sr 80 dir - sp 30 "di Cascina" che, almeno per la parte entro il vincolo paesistico, abbandona quasi completamente il tracciato interpoderale storicizzato esistente e di fatto si configura come una nuova arteria. L’Importo dell’opera è di 2.000.000 di euro, l’ importo dei lavori di 1.200.000 euro. E’ di difficile comprensione l’utilità della bretella perché nella zona sono presenti già numerose arterie di diversa importanza e il San Donato Golf Resort, se questo è il motivo per cui è stata pensata, è già comodamente servito dalla viabilità esistente. Il progetto ha origine da un protocollo di intesa del 22.03.2010 tra il Comune dell’Aquila e la Provincia e viene approvato definitivamente dalla conferenza di servizio del 30.10.2011; nella conferenza sono assenti tutti quegli enti che avrebbero dovuto controllare e far rispettare le norme sulle aree sottoposte a vincolo paesaggistico ed archeologico ed in particolare è assente la Regione Abruzzo nelle sue articolazioni (Beni Ambientali, Urbanistica e pianificazione, conservazione della Natura ecc.), è assente la Soprintendenza per i beni Archeologici e la Soprintendenza per i Beni Paesaggistici, manca perfino il Comune dell’Aquila.

Oggi, a ridosso della gara di appalto, la Soprintendenza Archeologica, finalmente, si decide a far fare dei saggi più estesi e naturalmente, come era facilissimo prevedere, ogni saggio ha restituito copiosi resti antichi. L’area è già nota in letteratura e sia la Segenni ( Amiternum, pag. 151 e seguenti) che il Persichetti narrano del ritrovamento di importanti iscrizioni, tombe e murature sia nella zona denominata Torroncino che in località Grottoni. Qualche anno fa durante la realizzazione di un ramo del metanodotto, negli stessi luoghi, furono rinvenute tombe e murature. Nel primo saggio eseguito a ridosso della rotonda, nei pressi della ex stazione di San Vittorino, saggio della larghezza di circa dieci metri, sono stati trovati ambienti confinati da murature, alcune intonacate, naturale prosieguo della domus intercettata sotto la stessa rotonda e poi risotterrata ed asfaltata. Sono visibili anche estesi crolli dove sono stati trovati elementi lapidei lavorati appartenenti a stipiti o soglie. L’indagine si è fermata alle creste dei resti murari, approfondimenti almeno fino ai livelli pavimentali darebbero sicuramente ulteriori indicazioni. Nel tratto di saggio successivo, quello a confine con la SS 80 dir, si notano copiosi resti fittili ed una serie di elementi lapidei ancora da indagare .Il Persichetti , nello stesso luogo rinvenne un tratto di strada lastricata. Nella parte dei saggi sotto la frazione di Pozza, località Grottoni, sempre entro l’area vincolata dal piano paesistico, sono state rinvenute creste di murature di notevole spessore , ambienti confinati, pavimenti appartenenti probabilmente ad una domus o ad una villa rustica.

La quantità e la qualità dei resti trovati dovrebbe scongiurare la realizzazione di qualsiasi opera ma visto quello che è successo nel recente e nel più lontano passato quando sono state 'asfaltate' e 'cementificate' aree di notevole interesse archeologico ci sono fondate preoccupazioni e per questo motivo si chiede al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per L’Abruzzo, alla Soprintendenza Archeologica di provare ad avere per una volta un po’ di coraggio e di essere forte con i forti negando la realizzazione delle opere con la semplice giustificazione che li sotto c’è un pezzo importante della antica città di Amiternum.

Giovanni Cialone - Italia Nostra

 

Ultima modifica il Venerdì, 12 Dicembre 2014 10:51

Articoli correlati (da tag)

Chiudi