Ha riscosso un notevole successo di pubblico "Confini", festival artistico che l'associazione culturale Animammersa ha ideato e organizzato a Sant'Eusanio Forconese (L’Aquila).
Due giorni durante i quali il piccolo splendido borgo del Medio Aterno ha fatto da palcoscenico a espressioni artistiche non sempre protagoniste del comprensorio aquilano: decine di giovani e giovanissimi hanno ballato la breakdance, hanno rappato in freestyle, hanno disegnato graffiti e si sono esibiti in piazzetta "Lorena Lisi" con la tecnica del beatbox. Protagonista anche la musica sudamericana del progetto Anima Latina, il folk irlandese degli Storytellers e il teatro della compagnia degli ex detenuti Presi per caso, che hanno divertito ed emozionato il pubblico di Sant'Eusanio, e di Enrico Messina, che con il suo Orlando furiosamente solo rotolando ha incantato nel castello medievale.
Per l'occasione il castello che domina la valle è stato illuminato per la prima volta dal terremoto del 2009. Si è trattato dell'esordio assoluto, invece, per una rappresentazione teatrale alla fortezza, la cui origine risale al XII Secolo. Apprezzato e applaudito lungamente da centinaia di persone, di cui la maggior parte abitanti del comprensorio.
Nel pomeriggio di ieri, poi, l'innovazione di "Confini" si è irrimediabilmente intrecciata con la tradizione del Fuoco del Morrone, con l'arrivo del tedoforo che nel tardo pomeriggio di oggi inaugurerà la 721esima edizione della Perdonanza Celestiniana.
Una formula interessante, che ha animato tre luoghi del paese (la piazzetta, il cortile della scuola e la rocca) e ha dimostrato ancora una volta una comunità più che mai viva.
Una ricetta da riproporre, quella composta dagli ingredienti di "Confini", soprattutto per l'approccio reale, pratico, a quella che molti chiamano la città territorio. Attraverso l'espressione artistica.
I ringraziamenti di Animammersa
Grazie.
Che poi, tirare le somme a giochi finiti, è un esercizio noioso. Bisognerebbe farlo a mente fredda, per non incorrere in riflessioni mielose, emozionali, poco obiettive.
E siccome è così che va, Animammersa un commento su “Confini” lo fa a caldo, nella consapevolezza che verrà fuori proprio emozionale, mieloso e irrazionale.
Però ci piace.
E’ stata un’emozionante corsa ad ostacoli, sulla quale abbiamo lavorato per mesi. Ogni qualvolta fai una cosa nuova, ti imbatti in imprevisti, in improvvisi e obbligatori cambi di rotta, in continui aggiustamenti. Noi di Animammersa abbiamo però come caratteristica fondamentale la testardaggine e l’idea che niente è impossibile, nonostante le evidenze.
Nasce così “Confini”. In un borgo distante dalla città una manciata di km, sufficienti però a non farci stare tranquille, sulla risposta del pubblico.
Nasce con l’idea di portare il teatro e il suo pubblico su una rocca molto bella, ma ventosa, buia e difficilmente accessibile, dove mai nella storia è stato portato uno spettacolo. Noi l’abbiamo voluto fare lo stesso, ed è stato straordinario. Con una ventina di viaggi, ieri sera due navette hanno portato su il pubblico, molti sono saliti a piedi, soprattutto un gruppetto di anziane e combattive signore; la magia del posto e la grandezza di Enrico Messina hanno fatto il resto.
Due giorni di festival in cui ragazzi giovanissimi hanno portato con sfrontatezza la loro visione dell’arte di strada in un contesto che non ne ha consuetudine. In cui ex detenuti hanno raccontato da un palco, davanti ad un pubblico attento, numeroso e divertito le loro storie di prigione. In cui tre straordinari maestri di musica hanno presentato la loro raffinata visione di classici della musica latina. In cui all’improvviso, su una piazza, si suona e si balla una trascinante musica popolare, con un ensemble in cui si esibiva il migliore organetto di Irlanda.
Abbiamo ballato, riso, ci siamo commossi, abbiamo sentito freddo e caldo, ci siamo stancati, ci siamo divertiti e inorgogliti per il risultato raggiunto.
Quindi grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di “Confini”. A chi ne ha capito lo spirito, a chi ha voluto rischiare con noi, a chi è venuto a raccontare le proprie storie. Grazie a chi si è fatto prendere per mano e trascinare a vivere un’esperienza diversa dal solito. A chi ha saputo fidarsi, a chi ci ha teso una mano e ha collaborato alla soluzione di un problema. Piccolo o grande che sia stato, non importa.
Ce l’abbiamo fatta insieme.
Associazione culturale Animammersa
La fotogallery del festival