"Se entro il prossimo consiglio regionale, che si preannuncia per il 15 settembre, non ci saranno atti formali volti a sostenere l’Istituzione sinfonica abruzzese, dal giorno successivo mi vedrò costretto a convocare il consiglio di amministrazione per chiedere lo scioglimento dell’Isa".
Parole di Antonio Centi, presidente della Sinfonica, che ha voluto lanciare un ultimo, accorato appello: "ci troviamo in una fase di pre-liquidazione e non c’è più tempo da perdere". Appello che segue di qualche ora il comunicato stampa firmato dalla senatrice Stefania Pezzopane che, ieri mattina, ha incontrato lo stesso Centi e il segretario dell'Isa, Giorgio Paravano. "I tagli operati dalla precedente giunta regionale, rispetto ai quali l’attuale giunta continua a non porre rimedio, rischiano di far scomparire una delle 12 orchestre sinfoniche nazionali riconosciute dal ministero dei Beni culturali", ha sottolineato Pezzopane. "Un’istituzione che porta, a questo territorio, risorse pari a tre volte il contributo che dovrebbe ripristinare la Regione, dal momento che drena fondi, riconosciuti dal Mibact anche quest’anno, per 1 milione 430mila euro. Senza il finanziamento regionale - ha ribadito la senatrice democrat - si va incontro alla cancellazione da parte del Ministero e alla scomparsa di un’Istituzione che si è esibita nei maggiori teatri del mondo. Ad oggi, nulla si sa del provvedimento che dovrebbe ripristinare il finanziamento".
Dunque, Pezzopane ha chiesto un incontro con il presidente D'Alfonso "perché chiarisca le sue intenzioni e tracci una linea, fornendo certezze nel merito e nel metodo di salvataggio dell'Isa. Un discorso che va, peraltro, allargato al quadro generale della cultura in Regione. Questa situazione, con il drammatico impasse che si è determinato e le sue conseguenze anche sul piano politico, è frutto e conseguenza dell'assenza di programmazione culturale e di un assessore di riferimento".
In effetti, la 'cultura' è un nodo politico tra i più intricati, per la scricchiolante maggioranza che sostiene Luciano D'Alfonso. Non essendoci un assessorato di riferimento, il governatore ha tenuto per sé, almeno inizialmente, l'incombenza, affidando poi al consigliere regionale Leandro Bracco, eletto con il Movimento 5 Stelle, una particolarissima delega alla 'Cultura, estetica e creatività. Un tentativo - riuscito - di 'rompere' il fronte pentastellato, più che una scelta politica.
Evidentemente manca una regia, una precisa strategia. Non è un caso che intorno al nodo della cultura, oltre che sanità e lavoro, si sia incagliato l'Abruzzo 'facile e veloce' sognato da D'Alfonso. La crisi politica di mezz'estate, infatti, si è scatenata a seguito della decisione dei tre consiglieri 'dissidenti', Andrea Gerosolimo e Mario Oliveri di Abruzzo Civico oltre al democrat Luciano Monticelli, di non presenziare ai lavori della V Commissione 'Cultura' che, la mattina dell'11 agosto, a qualche ora dal Consiglio regionale, avrebbe dovuto discutere proprio del rifinanziamento dell'Isa. Al contrario, è mancato il numero legale e la Commissione si è sciolta. Ai consiglieri 'dissidenti' non andava proprio giù che si finanziasse un ente che, pur essendo regionale, viene identificato con i palazzi aquilani. "Se diamo i soldi all'Isa, dobbiamo darli anche ad altre realtà”, il ragionamento.
Ognuno, in buona sostanza, ha tentato di tirare dalla propria parte pezzi di una coperta troppo corta. E infatti la rottura è avvenuta su una richiesta di Monticelli, che ha tentato di eguagliare il festival Buskers di Pineto (il paese originario del consigliere, ndr) all'Orchestra Sinfonica, subordinando il salvataggio della seconda al finanziamento del primo. Alla mezzanotte poi, è stato sospeso anche il Consiglio regionale, ancora per mancanza del numero legale. "Noi siamo a favore dell'istituzione sinfonica come lo siamo per le altre realtà culturali della nostra regione", hanno spiegato l'indomani i consiglieri 'dissidenti' nel corso di una conferenza stampa. Più chiaro di così.
Per risolvere l'impasse, D'Alfonso ha dunque annunciato un rimpasto di Giunta, con l'ingresso nell'esecutivo di Gerosolimo che dovrebbe avere la delega alle aree interne e, si sussurra da giorni, anche alla cultura. Non certo un buon segnale per la Sinfonica. Se non fosse che non è ancora chiaro chi farà posto al capogruppo di Abruzzo Civico: Sel ha puntato i piedi, minacciando di uscire dalla maggioranza se il sacrificato dovesse essere Mario Mazzocca, il democrat Donato Di Matteo sarebbe anche disponibile al passo indietro ma soltanto a condizione di una candidatura blindata alle prossime elezioni politiche, e il Pd regionale brancola nel buio, con il segretario Marco Rapino che non ha potuto far altro che appellarsi "all'impegno di tutti, per il bene dell'Abruzzo e dei suoi cittadini", lasciando la palla nelle mani del Presidente della Giunta regionale, "a cui spetta la scelta".
Intanto il 15 settembre si avvicina, la situazione è sempre più confusa, l'Isa rischia lo scioglimento e Abruzzo Civico continua a porre sul tavolo della trattativa proprio il tema della cultura. In una intervista ad Abruzzoweb, l'ispiratore della lista, Guido Borrelli, ha svelato di essere al lavoro per mettere a punto una legge quadro - "grazie al dialogo e confronto che abbiamo avviato con gli stessi diretti interessati, associazioni e istituzioni culturali" - che verrà depositata in ottobre e che, si augura Borrelli, dovrà essere approvata in breve tempo dalla maggioranza. Una legge, ha spiegato al quotidiano digitale, che stabilisca "criteri oggettivi per assegnare i contributi regionali", perché "non è più possibile ottengano attenzioni solo le istituzioni culturali che hanno i santi in paradiso. L’Isa è un’istituzione importantissima, di assoluto livello - ha tentato di tranquillizzare poi Borrelli - nessuno vuole negare il finanziamento, ma quello che deve cambiare è il metodo, non è possibile che si porti un provvedimento in Consiglio l’ultimo giorno prima delle ferie e solo per una istituzione, quando ce ne sono tante altre in difficoltà".
Il tempo corre, però, ed è tiranno.