Sabato, 07 Novembre 2015 11:15

L'Aquila: apre la Casa delle Donne. Giannangeli: "Un bene comune"

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"Questa casa si apre oggi e non chiuderà più. Sarà aperta a tutte le istanze che le donne di questa città vorranno portare. Noi la consideriamo un bene comune, da proteggere, tutelare e da far attraversare dal pensiero di tutte le donne, perché in questa città, in cui si parla molto di ricostruzione, noi vogliamo che ci sia una ricostruziuone di un tessuto sociale che parta dai corpi, dai pensieri e dalle scelte che noi donne compiamo ogni giorno".

Simona Giannangeli, presidente dell'associazione Terremutate nonché avvocato del Centro Antiviolenza, non nasconde l'orgoglio e l'emozione. Dice che è stato un viaggio lungo e pieno di ostacoli ma il cui esito finale ha ripagato degli sforzi compiuti.

Dopo cinque anni vede finalmente la luce la Casa delle Donne, la cui sede è stata inaugurata all'Aquila in via Colagrande, nel quartiere del Torrione.

Si tratta, a dire il vero, di una sede provvisoria. Quella definitiva - che sorgerà nei locali dell'ex orfanotrofio, a Collemaggio - sarà pronta infatti nel 2017, quando saranno ultimati i lavori di ristrutturazione finanziati con i fondi Carfagna (3 milioni di euro), stanziati subito dopo il terremoto e destinati al sovvenzionamento di attività e progetti sociali.

Benché temporanea, la sede di via Colagrande (composta da tre stanze di proprietà del Comune, concesse dall'amministrazione in comodato d'uso gratuito) è però già completa di tutto e ospiterà il Centro Antiviolenza, la sede dell'associazione Terremutate e la biblioteca intitolata a Donatella Tellini, nella quale sono stati sistemati e catalogati oltre 3 mila volumi, raccolti grazie a donazioni e lasciti anche importanti, come quello della famiglia di Miriam Mafai.

"La nostra associazione" afferma Simona Giannangeli "è composta da molte realtà: Centro Antiviolenza, Biblioteca delle donne, Donne in nero, Donne circolo Arci Querencia, Donne del Comitato famliari vittime Casa dello studente, Donne Si Cgil. Sono le realtà con cui siamo nate fin dall'inizio ma quello che vogliamo è che a queste donne se ne aggiungano tante altre, singole o associate, per portare avanti, oltre alle attività che già ci sono, anche ipotesi di lavoro sulla realizzazione, ad esempio, di un osservatorio di genere o di un archivio virtuale delle emergenze, visto che siamo nate anche grazie al contributo di donne che, in altre città d'Italia, hanno vissuto e vivono emergenze diverse dalla nostre ma che comunque ci mettono di fronte alle stesse scelte e agli stessi interrogativi".

Le celebrazioni per l'apertura di questo nuovo, importante spazio sociale che sarà anche un presidio di legalità continueranno domenica con altri eventi [leggi il programma completo].

Orari e giorni di apertura della Casa saranno decisi nei prossimi giorni.

 

Le tappe del percorso per la Casa delle Donne. Comincia a ottobre del 2010 la battaglia dell'allora Comitato Donne Terre Mutate per l’apertura di una Casa delle Donne all'Aquila [leggi gli articoli].

Due incontri nazionali, nel maggio del 2011 e del 2013, portano all'Aquila un fiume di donne da tutta Italia, che vedono nella realizzazione della Casa un proprio obiettivo, come si sentissero tutte "terremutate". Altri due incontri nazionali, nel 2014 e nel 2015, continuano a tenere desta l'attenzione e la battaglia delle donne Terremutate. Insieme alle cosiddette "staffette", i viaggi che portano le aquilane a Torino e a Milano, a Napoli e a Fano Senigallia Pesaro Macerata, a Volterra Livorno e Firenze, a Ravenna, a Verona Trento Vicenza Bolzano: ovunque donne singole e associazioni le hanno chiamate per far conoscere L'Aquila com'è, aldilà e aldifuori di facili sintesi mediatiche e giornalistiche.

In città, l’interesse viene tenuto desto anche con presidi e sit in, e con la pubblicità data, anche attraverso il sito web laquiladonne.com, alle loro iniziative.

L'interlocuzione con le istituzioni s'inizia nel 2012 e attraversa fasi alterne, di attenzione come di improvviso disinteresse. Finalmente, nel 2013, si comincia concretamente a prefigurare la possibilità di una sede provvisoria, all'inizio individuata in uno stabile comunale in via Moscardelli. Nel frattempo TerreMutate, divenuta associazione nel maggio del 2013, porta avanti insieme al Centro Antiviolenza (Cav) la ricerca e la battaglia politica sui “fondi Carfagna”, 3 milioni di euro, inizialmente destinati ai Centri Antiviolenza delle zone terremotate, poi dirottati dalla giunta Chiodi, la metà alle Curie e l’altra metà ad un "Centro poliedrico per le donne". In seguito i fondi sembrano sparire e inabissarsi nelle pieghe dei bilanci statali.

Vengono riscoperti e recuperati proprio per l’iniziativa di TerreMutate e del Cav, ripescati dal bilancio regionale e provinciale, riunificati e destinati alla Casa definitiva delle Donne, finalmente in sinergia con le istituzioni: nel mese di giugno di quest'anno, con un protocollo fra Comune e Provincia, l’assegnazione definitiva e l’individuazione dello stabile che andrà ristrutturato a questo scopo, proprio utilizzando quei fondi: l'ex Orfanotrofio di Collemaggio. Due settimane fa si è aperto il tavolo tecnico fra Comune, TerreMutate e Provveditorato alle Opere Pubbliche, in cui sono state messe a punto le strategie e le tempistiche per avere la Casa delle Donne a Collemaggio – se tutto andrà come deve andare – alla fine del 2017, ossia tra due anni. (m. fo.)

Ultima modifica il Lunedì, 09 Novembre 2015 08:09

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