Venerdì 8 aprile, alle 15:30, presso il Palazzetto dei Nobili, a L'Aquila, si terrà il convegno "Crac banche: come l'Euro e l'Europa distruggono il risparmio italiano".
L'incontro è promosso dal quotidiano on-line Abruzzo Web.
La nota degli organizzatori
La crisi del sistema bancario in Italia paga lo scotto della crisi dell'economia reale causata dall'Euro e dall'austerità imposta da Bruxelles.
E, d’ora in poi, tutti i risparmiatori sono a rischio.
Ne sono sicuri, carte ufficiali alla mano, Antonio Maria Rinaldi, economista e docente di Finanza aziendale all'Università "d’Annunzio" di Chieti-Pescara, e Luigi Pecchioli, avvocato civilista e contrattualista esperto di economia, entrambi tra gli autori del blog Scenarieconomici.it.
Rinaldi e Pecchioli sono i due relatori del convegno "Crac Banche. Come l'Euro e l'Europa distruggono il risparmio italiano", all’Aquila, venerdì 8 aprile al Palazzetto dei Nobili, con inizio alle ore 15.30, organizzato dal quotidiano online AbruzzoWeb.
Saranno presenti, tra gli altri, il presidente del comitato difesa risparmiatori di Pizzoli (L’Aquila) Domenico Ioannucci, e l'avvocato del comitato Vanna Pizzi.
Dopo il recente decreto legge sulla nuova regolamentazione delle Banche di Credito Cooperativo e l’esplosione del caso sul crack delle quattro piccole banche - Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti - da anni in grave difficoltà ma 'miracolate' grazie al decreto "salva-banche" del governo italiano "aggrappato" alle nuove regole europee, il tema ha cominciato a far preoccupare seriamente azionisti e risparmiatori italiani, non solo quelli che hanno già pagato e continuano a protestare e a portare avanti azioni di vario genere dopo aver perso diverse centinaia di milioni di euro, senza dimenticare il pensionato di Civitavecchia, cliente di Banca Etruria, che, una volta andati in fumo i risparmi di una vita, si è suicidato.
“La crisi bancaria in Italia - spiegano Rinaldi e Pecchioli - nasce dalla crisi dell'economia reale e l'aumento delle sofferenze. Per rispettare i patrametri di Basilea III le banche hanno bisogno di raccolta, quindi hanno cominciato a piazzare titoli anche rischiosi alla clientela con il benestare di Bankitalia. Contemporaneamente, i prestiti della Banca centrale europea alle banche sono andati nell'acquisto di Titoli di Stato per rinforzare i bilanci. Ma, visto che i Trattati europei vietano gli aiuti di Stato al sistema bancario, il rischio di dissesto ricade su azionisti ed obbligazionisti”.
“I danni al tessuto economico e produttivo italiano rischiano di essere enormi - concludono - visto che sia il risparmio delle famiglie che la tenuta delle imprese sono a rischio”.