Il titolo principale che sta venendo fuori da quando, lunedì 17 ottobre, la Caritas ha pubblicato il suo ultimo rapporto 2016 su povertà ed esclusione sociale - che prende il nome di "VaSi COmuNiCaNti" -, è: "La povertà aumenta con il diminuire dell'età".
Qualcosa di cui probabilmente si aveva già percezione nel Paese e che va inserita in un complessivo aumento - il più alto dal 2005 ad oggi - dell'indigenza assoluta, quella per cui una famiglia non arriva ad accedere a beni e servizi essenziali. Questi poveri totali, oggi, in Italia, sono circa 4,6 milioni di individui, 1 milione 582 mila famiglie. Dal 2007 sono più che raddoppiati, passando dal 3,1% al 7,6% della popolazione. Una crescita continua.
Ben Il 46,6% di loro risulta under 34; in termini assoluti si tratta di 2 milioni 144 mila individui, dei quali 1 milione 131 mila minori.
Se si analizzano i dati disaggregati per classi - continua il rapporto - si nota come l'incidenza più alta si registra proprio tra i minori, gli under 18, seguita dalla classe 18-34 anni; al contrario gli over 65, diversamente da quanto accadeva meno di un decennio fa, si attestano su livelli contenuti di disagio.
L'inversione di tendenza rispetto al passato si palesa ulteriormente confrontando i livelli di povertà attuali (per classi di età) con quelli precedenti lo scoppio della crisi economica, nel 2007.
Questa povertà raggiunge livelli molto elevati nelle famiglie con tre o più figli minori. Ma il nuovo dato è che adesso si registra una forte incidenza della povertà assoluta anche delle famiglie con due figli.
Nel meridione, dove risiede il 34,4% della popolazione italiana si concentra il 45,3% dei poveri di tutta la nazione. Qui dal 2008 ad oggi sono stati persi 576mila posti di lavoro, pari al 70% delle perdite di tutta Italia. I livelli più bassi dal 1977.
Il 2015 è stato anche l'annus orribilis per i movimenti migratori. Le persone che hanno lasciato le proprie case per raggiungere l'Europa in cerca di protezione ha superato i 65milioni, quattro volte in più dell'anno precedente ( e con conseguente incremento di vittime nelle traversate).
Per questo il rapporto ha preso il nome di Vasi comunicanti, in quanfo "affronta questi temi allargando il proprio sguardo oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte".
A tal proposito un dato interessante è che (solo) al Sud i cittadini italiani che si rivolgono alla Caritas hanno sorpassato quelli stranieri arrivando a costruire il 66,6% del totale. Questo avviene anche perché al Centro, e sopratutto al Nord, i cittadini stranieri sono di più e più grandi sono le strutture della Caritas.
Ma chi sono i poveri incontrati da Caritas nel 2015? Questa è l'altra domanda a cui cerca di rispondere nel rapporto l'organismo pastorale della CEI
Si associa spesso erroneamente chi si rivolge ai centri Caritas agli Homeless, questi invece - dice il rapporto - ormai costituiscono solo il 16,6% del totale. In riferimento all'istruzione il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%). Non mancano i laureati con il 4.6%.
Rispetto al genere, nel 2015, per la prima volta risulta esserci una sostanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne(50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile. Tale situazione, tuttavia, non è omogenea da Nord a Sud; nelle aree del Mezzogiorno infatti la presenza delle donne risulta ancora maggioritaria.
Nella lettura dei bisogni si colgono importanti differenze in base alla cittadinanza degli utenti e alla localizzazione dei Centri, spesso interconnesse tra loro. Più alta tra gli italiani l'incidenza delle problematiche familiari (14,3%) e quelle inerenti la salute (11,9%); per gli stranieri invece di maggiore impatto le problematiche abitative (20,6%), quelle legate all'immigrazione (13,6%) e all'istruzione (5,8%). Rispetto ai territori, nel Mezzogiorno risultano più evidenti le problematiche legate al disagio economico (80,9%), all'occupazione (64,1%) e ai problemi familiari (16,4%). Al Nord, vista la maggiore presenza di stranieri, risultano invece più incisivi i bisogni connessi all'abitazione (33,9%), all'immigrazione (14,3%) e alla salute (12,7).
Cosa propone Caritas? "In risposta al forte incremento della povertà assoluta in Italia - è scritto nel rapporto - l'unica strada percorribile è quella di un Piano Pluriennale di contrasto alla povertà, che porti alla introduzione nel nostro Paese di una misura universalistica contro la povertà assoluta". Questo tramite "politiche del lavoro tese a contrastare la disoccupazione, in modo particolare quella giovanile"
Rispetto alle problematiche della questione migratoria l'organismo pastorale della Cei chiede "l'attivazione di politiche inclusive, non discriminanti e non categoriali, rifuggendo approcci demagogici".