Sabato, 09 Luglio 2016 10:28

Abruzzo, gli stranieri sono quasi 90mila [L'Aquila è la prima provincia]

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E' stata presentata nei giorni scorsi la 25ma edizione del 'Rapporto Immigrazione' di Caritas e Fondazione Migrantes che fotografa la complessità del momento storico che stiamo vivendo, anche alla luce della "nuovissima era delle migrazioni" caratterizzata da persone che "bussano alle porte dell'Europa" in cerca non più e non soltanto di un lavoro, ma di protezione, in fuga da guerre, disastri ambientali, "da un mondo e un territorio in cui la vita è messa a rischio".

In un quarto di secolo, il Rapporto ha raccolto studi puntuali sul tema migratorio, partendo dai dati ufficiali e affiancando, negli ultimi anni, la metodologia prettamente statistica a quella qualitativa, dando spazio alla voce dei territori diocesani e regionali e mettendo al centro le persone con i loro volti e le loro storie.

Proprio guardando a questi volti e ascoltando queste voci, "tra sofferenza e condivisione, sfruttamento e tutela", è stato costruito il XXV Rapporto che evidenzia come oggi non si possano dimenticare gli oltre 5 milioni di persone di cittadinanza non italiana che strutturalmente vivono in Italia, da più o meno anni, mentre si affronta il recente fenomeno dei richiedenti asilo e rifugiati, sicuramente cresciuto a livello numerico in questo momento e con maggiore urgenza di risoluzione in un quadro di mobilità europea e nazionale.

Lo stesso slogan "cultura dell’incontro" di questa edizione è scelto "in una prospettiva che guarda lontano oltre la interculturalità – termine oggi di cui si è fatto più abuso che uso – e finanche oltre il più recente termine di transculturalità, nella certezza che solo ponendo al centro della riflessione l’uomo, non come individuo singolo, ma in dialogo con l’altro, sia possibile creare la società civile del domani, quella che è in grado di ‘integrare, dialogare e generare"’.

Se dai volti e dalle storie quotidiane emerge la parola incontro, i numeri parlano di stabilità anche se in alcune regioni ci sono i primi segnali di un calo del numero di presenze. Sono infatti sostanzialmente stabili i numeri dei cittadini stranieri residenti nel nostro Paese, pari a 5 milioni circa (+1,9%) nel 2015.

La tanto temuta "invasione" che qualcuno paventava con gli sbarchi dello scorso anno, non ha praticamente prodotto effetti sulla composizione del panorama migratorio nazionale. Molti di coloro che sono giunti via mare hanno lasciato il nostro paese mentre una parte residuale ha chiesto l’asilo. Sono altri i paesi in Europa che nel corso del 2015 hanno visto crescere sensibilmente la popolazione straniera tra cui Germania e Gran Bretagna.

L’assenza di vie regolari per l’ingresso in Italia ha di fatto congelato il nostro Paese su numeri che vedono una incidenza degli stranieri sulla popolazione totale di poco superiore all’8% e con caratteristiche che sono assimilabili al recente passato eccezion fatta per la cittadinanza le cui acquisizioni sono in forte aumento +29% (129.887). Dunque, voglia di stabilità che si scontra con gli innumerevoli ostacoli che si frappongono nel percorso di integrazione: sono ancora molto sovra rappresentati gli stranieri nelle statistiche sulla dispersione scolastica, per quanto riguarda i reati, per ciò che riguarda le loro condizioni di lavoro e il trattamento salariale. Ma nonostante le tante difficoltà con il contributo di tutti è possibile promuovere una seria politica di costruzione di una società integrata e armoniosa, che è nelle mani di tutti noi. Non basta convivere nella società, ma la società bisogna crearla continuamente insieme.

La situazione in Abruzzo

Al 1° gennaio 2015, i cittadini stranieri residenti in Abruzzo sono 86.245, il 54.6% sono donne.

I dati per provincia raccontano che è L'Aquila a 'contare' il maggior numero di stranieri: 24.357 (51.8% donne); seguono Teramo con 23.940 (54.1%), Chieti con 20.195 (56.3%) e Pescara, 17.753 stranieri e il 57.4% donne.

I principali paesi di provenienza sono la Romania (31.3%), l'Albania (15.9%), il Marocco (8.3%), la Macedonia (5.9%) e la Cina (4.7%).

I dati sul secondo semestre del 2015 attestano, inoltre, che i cittadini stranieri occupati, in Abruzzo, sono il 55.7% sul totale dei residenti, rispetto ad una media che, per gli italiani, si attesta al 39.5%; il 12.3% è in cerca di occupazione (media degli italiani residenti è del 6%) e il 32% risulta inattivo rispetto ad una media per i cittadini italiani del 54.5%.

Dei cittadini stranieri residenti in Abruzzo che risultano occupati, il 35.6% è impiegato nel settore dei servizi, il 16.3% nell'agricoltura, il 12.9 nell'industria, il 24.2 nelle costruzioni e l'11.1% nel commercio.

Infine, i più giovani: gli stranieri iscritti nelle scuole abruzzesi sono 13.371 (il 47.4% è nato in Italia ma non ha ancora ottenuto la cittadinanza). Il 21.6% degli iscritti frequenta la scuola dell'infanzia, il 33.1% la scuola primaria, il 21.1% la scuola secondaria di I° livello e il 24.3% la scuola secondaria di II° livello.

Ultima modifica il Sabato, 09 Luglio 2016 11:16

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