Sabato, 25 Febbraio 2017 02:54

Intecs, si tratta per salvare i posti di lavoro: in campo anche Smic e Fiat/Fca. Atteso a L'Aquila il ministro Calenda

di 

C’è forse ancora una speranza per i ricercatori della Intecs ma bisognerà fare in fretta e lottare contro il tempo, prima che scadano definitivamente gli ultimi ammortizzatori sociali di cui l’azienda sta usufruendo.

Nata nel 1974, la Intecs (ex Technolabs) si occupa di progettazione e sviluppo di sistemi elettronici high-tech nei mercati aerospazio, difesa, trasporti e telecomunicazioni, ha sede legale a Roma e sedi operative a Pisa, Napoli, Milano, Torino, Genova, L'Aquila, Parigi, Tolosa e Monaco.

Gli 85 lavoratori rimasti nello stabilimento aquilano – fino a qualche anno fa ne erano circa 120: molti sono stati trasferiti, sono stati messi in mobilità o se ne sono andati volontariamente - vanno avanti con i contratti di solidarietà, che però termineranno ad aprile, tra meno di due mesi. Ieri, in un incontro tra le Rsu e il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, si è aperto però uno spiraglio per prorogarli di altri 12 mesi, fino all’aprile 2018.

La volontà dell’azienda è quella di sfruttare, finché sarà possibile, gli ammortizzatori sociali e poi di assestarsi su un organico di 30 persone. Ciò vuol dire che, se entro quella data non si troveranno delle alternative, ci saranno tra i 50 e i 60 esuberi.

La buona notizia, tuttavia, è che, per la prima volta da quando è stato istituito in Regione, dal tavolo di crisi sono emerse delle concrete soluzioni imprenditoriali che potrebbero dare un futuro ai lavoratori salvaguardando le loro competenze e il loro know how.

Le opzioni sul tavolo sarebbero tre.

Una viene da Fca/Fiat: la casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne potrebbe avviare, in Abruzzo, un progetto relativo alla produzione dell’auto che si guida da sola, per il quale ha già stretto un accordo con Google.

Una seconda soluzione è legata invece alla Smic, il colosso cinese dell’elettronica che l’anno scorso ha acquisito Lfoundry e che ha una sede anche ad Avezzano.

La terza opzione, invece, è ancora top secret ma, stando a quanto appreso, si tratterebbe di una grande azienda italiana che opera in un settore affine a quello di Intecs e che sarebbe pronta a fare un significativo investimento all’Aquila.

Per ora, anche per non comprometterne il buon esito, sui dettagli delle delle trattative c’è uno stretto riserbo. Quel che è certo, però, è che non ci sarà alcuna acquisizione di Intecs o di un suo ramo da parte di altre aziende. I lavoratori, dunque, non saranno riassunti in blocco, com’è avvenuto (o dovrebbe avvenire), ad esempio, nel caso della Accord Phoenix/Polo elettronico ma saranno ricollocati, in virtù delle loro competenze, all’interno di una o più realtà imprenditoriali totalmente nuove.

Un ruolo decisivo potrebbero giocarlo, in tal senso, gli ormai famosi fondi del 4% destinati all’economia e all’occupazione del cratere che la Regione sarà chiamata a gestire (il bando doveva già essere uscito). Si tratta, è bene ricordarlo, di centinaia di milioni di euro, un plafond che certo dovrà essere distribuito ma che potrebbe ingolosire molte grandi aziende e incentivarle a investire all’Aquila.

Di tutto questo regione e Rsu torneranno a parlare a fine marzo. Nel frattempo, è stato fissato un incontro anche con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che nei prossimi giorni sarà all’Aquila per una visita istituzionale.

Articoli correlati (da tag)

Chiudi