Uno sciopero a tempo indeterminato è iniziato lunedì 18 settembre nello stabilimento Honeywell di Atessa, che conta 420 lavoratori, indetto dai sindacati Fim, Fiom e Uilm.
La vertenza riguarda la difesa del lavoro e del sito produttivo in merito alla possibilità di ridimensionamento, se non addirittura chiusura della fabbrica specializzata nella produzione di turbo diesel per diverse case automobilistiche.
Le organizzazioni sindacali e la Rsa di fabbrica chiedono all'azienda (che produce turbo diesel per molti marchi automobilistici, ndr) di sottoscrivere un accordo che preveda un piano industriale di rilancio e investimenti per i prossimi 5 anni, il trasferimento ad Atessa delle linee di produzione ora in Slovacchia, divenuto doppione dello stabilimento abruzzese, e un piano di rafforzamento dei livelli occupazionali con l'impegno di non procedere con licenziamenti.
Allo sciopero di oggi ha preso parte un'ampia delegazione del Comune di Lanciano, guidata dal vicesindaco Giacinto Verna, che ha espresso solidarietà e vicinanza ai lavoratori della Honeywell (Fonte: Ansa).
Di Giuseppantonio: "Convocare nuovo incontro al Mise"
"Convocare un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione dei vertici americani e francesi della Honeywell per avere sul tavolo un piano di rilancio del sito della Val di Sangro".
E' quanto chiede il segretario regionale dell'Udc, Enrico Di Giuseppantonio, tra l'altro sindaco di Fossacesia, comune interessato alla vertenza.
L'Udc Abruzzo ha diffuso un documento,a firma dei segretari regionale e provinciale Enrico Di Giuseppantonio e Andrea Buracchio, in cui si sostiene: "La Honeywell è un'industria storica della nostra area industriale e negli anni è stata protagonista dei mercati. Gli operai che vi lavorano sono preparati e altamente specializzati. L'azienda, tra l'altro, è in utile e non si comprende per nulla quali siano le ragioni per le quali ci si trovi a dover affrontare una situazione come questa. Le giustificazioni sulla 'sicurezza' addotte dalla Honeywell dopo gli ultimi eventi sismici che hanno interessato l'Abruzzo non trovano riscontro nella realtà. Quel che invece preoccupa è l'intenzione di voler delocalizzare la produzione in Slovacchia. Non accettiamo questa ipotesi e ci schieriamo a fianco dei 420 lavoratori e alle loro famiglie in difesa dell'occupazione".