Lunedì, 23 Ottobre 2017 23:41

Qualità della vita secondo l'Ocse, in Abruzzo male gli indicatori su reddito, lavoro, istruzione e accesso ai servizi

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Bollino verde per salute, sicurezza, ambiente, impegno civile e rete di protezione personale. Negativi reddito, lavoro, istruzione, abitazione, accesso ai servizi e soddisfazione per la vita.

Nell'ampio dibattito apertosi negli ultimi anni circa l'inadeguatezza del Pil a misurare il benessere di una società, si inserisce l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che ha elaborato una batteria di indicatori volti a misurare a livello di regioni i diversi aspetti che concorrono a determinare il livello di qualità della vita dei cittadini.

Relativamente alle 395 regioni che compongono i 35 Stati facenti parte dell'Ocse, sono stati presi in considerazione 11 aspetti del benessere: reddito, lavoro e abitazione (condizioni materiali), istruzione, salute, ambiente, sicurezza, impegno civile e accesso ai servizi (qualità della vita), comunità e soddisfazione di vita (benessere soggettivo).

I valori degli indicatori sono espressi in termini di punti cha vanno da 0 a 10. Un punteggio alto indica una migliore performance rispetto alle altre regioni facenti parte dell'area Ocse.

Buoni i valori dei risultati relativi alla salute (tasso di mortalità: 6,9 per mille; speranza di vita alla nascita: 82,9 anni), sicurezza (tasso di omicidi: 0,8 per centomila), ambiente (inquinamento atmosferico da polveri sottili: 9.2 µg/m³), partecipazione civile (presenza di votanti: 75,9%) e comunità (persone che hanno parenti o amici su cui poter contare in caso di necessità: 91,7%), ambiti che collocano l'Abruzzo nella prima metà della graduatoria delle 395 regioni Ocse.

Assolutamente carente è, invece, l'Abruzzo per quanto riguarda gli altri ambiti considerati: reddito, lavoro, istruzione, accesso alla banda larga, abitazione e soddisfazione di vita.

Si osserva in particolare un basso reddito pro capite (16.529 USD) che ha fatto ottenere all'Abruzzo 3,7 punti su 10 e lo colloca non solo nella seconda metà della graduatoria Ocse (221° su 395) ma anche tra gli ultimi posti della classifica nazionale (14° posto su 21). Ampie sono le disparità di reddito: quello delle regioni più ricche di Australia, Messico, Stati Uniti e Turchia è il 40% più elevato della media Ocse.

Non migliore la situazione sotto il profilo del lavoro. Con un tasso di occupazione del 54,9% e di disoccupazione del 12,5%, all'Abruzzo sono assegnati 3,8 punti su 10 e la regione si colloca al 14° posto della classifica italiana e intorno al 340° posto della graduatoria Ocse. Considerando la disoccupazione si rileva che in Italia, come in Turchia, Spagna e Belgio, esistono grandi differenze tra regioni.

Critica anche la posizione internazionale sotto il profilo dell'istruzione, misurata in termini di peso percentuale sulle forze lavoro della componente che possiede almeno la licenza di scuola media superiore (punteggio 5,8 su 10). La quota del 68,6% (5,8 punti su 10), che colloca l'Abruzzo tra le prime dieci regioni italiane, lo relega al 284° della classifica Ocse.

Il 69% delle famiglie abruzzesi ha accesso alla banda larga. Il punteggio Ocse corrispondente è di 6,4 decimi, la posizione in ambito nazionale è la 13° e quella internazionale la 257°.

Insoddisfacente, in Abruzzo come nel resto del paese, la percezione sulla soddisfazione di vita. Gli abruzzesi hanno dichiarato mediamente, in una scala da 1 a 10, di posizionarsi su 6,1, che corrisponde in ambito internazionale al punteggio Ocse di 3,7. Non pessimo il posizionamento in ambito nazionale (11° posto), in fondo alla classifica quello internazionale (288° posto).

Il quadro che emerge è, in conclusione, fatto di molte ombre e poche luci e nel suo ambito pare chiaro che le ombre evidenziano fattori di debolezza strutturale della società regionale, legate ad una certa incapacità di "tenere il passo con i tempi", e le luci sembrano essere l'ultimo riflesso di positività legate, da una parte, alle contenute dimensioni del territorio regionale e, dall'altra, ad una cultura e a modalità di vita tradizionali che, in Abruzzo più che altrove, non sono ancora state soppiantate completamente dalle veloci trasformazioni degli ultimi anni.

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