Sabato, 02 Dicembre 2017 10:58

Intecs: l'azienda conferma la chiusura del sito aquilano e il licenziamento dei 68 lavoratori. Intanto, ottiene un finanziamento regionale a valere sui fondi Fesr

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Succede anche questo, evidentemente. 

Nei minuti in cui l'amministratore delegato di Intecs confermava la volontà di chiudere il sito aquilano, licenziando 68 persone, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, a Pescara, annunciava i cinque grandi progetti finanziati nell'ambito del bando regionale 'Ricerca e Innovazione', a valere sui fondi Fesr 2014/2020, e tra i soggetti ammessi c'è proprio Intecs. 

Insomma, l'azienda intende chiudere il centro di ricerca all'ex polo elettronico, ha avviato le procedure di licenziamento collettivo, eppure partecipa ai bandi di Regione Abruzzo e viene pure finanziata con fondi pubblici. 

Ma andiamo con ordine. 

Intecs conferma la volontà di licenziare 68 dipendenti del sito aquilano

Conclusa con un mancato accordo la fase sindacale, ieri mattina si è tenuto il primo incontro del percorso istituzionale di 30 giorni presso la Provincia che, non dovessero intervenire soluzioni, sarà preludio all'invio delle lettere di licenziamento ai 68 dipendenti del laboratorio Intecs dell'Aquila.

Ebbene, l'azienda ha mantenuto ferma la decisione di procedere con la chiusura del sito adducendo le responsabilità, oltre che alla mancate capacità manageriali, anche ad una scarsa attenzione da parte delle istituzioni locali, in particolare della Regione, che non avrebbe mantenuto gli impegni assunti un anno fa sul percorso concordato.

Su sollecitazione della Direzione Territoriale del Lavoro che ha chiesto alla società di valutare la possibilità di utilizzare altri ammortizzatori sociali, l'azienda ha risposto di non averne le capacità economiche visto che attualmente è all'interno di una procedura art. 67 della legge fallimentare sul risanamento aziendale e sta valutando di entrare in una procedura di concordato attraverso l'art.182 ter. Ovviamente, a questa situazione si aggiungerà il problema - comune a tutte le aziende del cratere - di dover restituire i tributi sospesi nel post terremoto.

"La riunione ha raggiunto il suo livello più basso quando, dall'Amministratore Delegato in persona, è stato chiesto alla delegazione e ai lavoratori di mantenere un 'profilo responsabile' per non compromettere il difficile rapporto con gli istituti di credito", ha tenuto a sottolineare Alfredo Fegatelli, segretario provinciale Fiom L'Aquila. "E' sembrato surrele, come si volesse spacciare un omicidio per un suicidio. La delegazione sindacale, nello stigmatizzare l'atteggiamento irrispettoso dell'azienda, ha dichiarato che verranno messe in atto tutte le azioni che i lavoratori riterranno opportune".

Bando ricerca e innovazione: finanziata anche Intecs

Negli stessi minuti, a Pescara, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli teneva una conferenza stampa per presentare i risultati dell'avviso pubblico su 'ricerca e innovazione' inserito nella programmazione Fesr 2014-2020. "Quando un anno fa abbiamo pubblicato il bando, mettendo sul piatto dei finanziamenti 16 milioni di euro, erano in pochi a credere alla capacità progettuale del tessuto industriale abruzzese; noi, d'altro canto, in quell'occasione, avevamo voluto dare un segnale chiaro, ribadendo che la svolta verso la ricerca e l'innovazione era l'unica strada percorribile per rimanere sui mercati".

L'avviso, riservato ai progetti delle grande impresa superiori a 5 milioni di euro, ha potuto contare sulla presentazione di 15 proposte progettuali da parte di associazioni temporanee di scopo (Ats) e consorzi. In totale, sono state impegnate circa 100 grandi aziende. "In questa prima tranche - ha spiegato Lolli - abbiamo finanziato 5 grandi progetti per un totale di oltre 13 milioni di euro e con un investimento complessivo di 20. Sono rimasti fuori dalla graduatoria altri 8 grandi progetti, ma è nostra ferma convinzione utilizzare le altre risorse del Fesr per permettere lo slittamento della graduatoria in modo da venire incontro alle esigenze e alle richieste delle grandi imprese". 

Ebbene, tra le proposte finanziate c'è anche il progetto 'Cyber Trainer' che vede coinvolte, in associazione temporanea d'impresa, la capofila 'Leonardo spa', Reiss Romoli srl, Sintau srl, G & A Engineering srl, Univaq e, appunto, Intecs spa; si tratta di un progetto da 7 milioni di euro, con un investimento privato di circa 4 milioni e poco più di 3 milioni come cofinanziamento pubblico.

Intecs, in particolare, partecipa per 723mila euro: poco meno di 426 mila euro di fondi propri per un cofinanziamento pubblico di 297 mila euro. 

I lati oscuri della vicenda

Viene da chiedersi: cosa accadrà adesso? A quanto dice l'amministratore delegato di Intecs, Marco Casucci, l'azienda non ha le capacità economiche per utilizzare altri ammortizzatori sociali visto che attualmente è all'interno di una procedura art. 67 della legge fallimentare sul risanamento aziendale e sta valutando di entrare in una procedura di concordato attraverso l'art.182 ter. Eppure, dovrebbe investire 426 mila euro sul progetto 'Cyber Trainer': sarà dunque costretta a farsi da parte? E che ne sarebbe del progetto?

Pure dovesse trovare le risorse per mantenere gli impegni assunti, chi svolgerebbe le lavorazioni previste dal progetto se il sito aquilano è in fase di dismissione? E comunque, è accettabile che un'azienda che ha avviato una procedura di licenziamento collettivo, che si trova in procedura art. 67 della legge fallimentare sul risanamento aziendale, ottenga migliaia di euro in fondi pubblici, considerato pure che la vicenda, negli ultimi mesi, era ben nota all'Ente regionale e, così, ai valutatori del progetto?

Torniamo, così, ai lati oscuri di questa vicenda che, qualche settimana fa, avevamo provato a chiarire.

NewsTown aveva svelato come l'amministratore Marco Casucci, a margine di una riunione coi lavoratori del sito di Pisa, avesse spiegato che, a L'Aquila, "abbiamo fatto un passo e, se non dovesse cambiare niente, quello sarà. Ma se qualcuno farà qualcosa di concreto, e sottolineo concreto, non è che siamo degli sprovveduti". Ancora, come a ribadire il concetto: "Finché non succederà niente, la nostra posizione non cambierà di una virgola; tuttavia, abbiamo fiducia che qualcuno faccia qualcosa".

Cosa intendeva Casucci? Che passo stava aspettando? L'ha chiarito lui stesso: "Ho deciso di chiudere, è la posizione formale; se non lo dico in questi termini, non mi credono. Qualcuno mi ha chiesto, stai scherzando? Ma scusate, 'mettere nelle peste' 68 famiglie, secondo voi, è uno scherzo? Sarei un irresponsabile, una persona da detestare. In questo momento, però, la posizione è questa: non lo faccio perché mi diverto. Hanno tre progetti in pancia, da febbraio, facciano almeno vedere che vogliono fare qualcosa".

Eccolo, il punto. Stando agli approfondimenti che abbiamo potuto condurre, l'amministratore delegato di Intecs faceva riferimento ai tre progetti presentati in Regione, nel febbraio scorso e che attengono ai bandi per l'assegnazione dei fondi Por Fesr 2014-2020; il primo, è stato presentato con Thales Alenia, LFoundry ed Elital per realizzare il progetto 'Sathernus'; il secondo con Xecurity srl e LabTeq per sviluppare il programma 'Urban, Home & Personal Security'; il terzo, appunto, con Leonardo spa e Reiss Romoli srl, Sintau e G&A Engineering srl per il progetto 'Cyber Trainer'.

In altre parole, Casucci intendeva dire che se Regione Abruzzo si fosse espressa favorevolmente sui progetti presentati, la posizione assunta tre mesi fa - di chiusura del centro di ricerca dell'Aquila - sarebbe anche potuta cambiare, sebbene - ha tenuto a ribadire - "70 persone sono insostenibili"; insomma, pure la Regione finanziasse tutti i progetti presentati, comunque verrebbero assicurate soltanto le unità professionali necessarie alla realizzazione dei programmi di ricerca, e non verrebbero garantiti gli attuali livelli occupazionali. "Ma se hanno intenzione di fare qualcosa, adesso o mai più", l'avvertimento.

Ora, uno dei tre progetti è stato finanziato; e dunque, che cosa accadrà? Ci chiediamo: si può giocare il destino di altissime professionalità sul finanziamento, o meno, di progetti presentati ad un Ente pubblico? Se tutte le imprese dovessero ragionare così, che cosa accadrebbe, a L'Aquila come altrove? La domanda è più che lecita, considerato pure che Casucci ha chiarito ai lavoratori di Pisa che "le cose stanno andando meglio"; d'altra parte, intervista da newstown, l'amministratore di Intecs ha dichiarato che, "fino a qualche mese fa", l'azienda aveva "la cassa integrazione su Napoli, Roma e Pisa, oltre al contratto di solidarietà su L'Aquila, ed oggi, invece, la cassa integrazione è rimasta soltanto sul sito romano, col contratto di solidarietà interrotto in Abruzzo per avviare la procedura di licenziamento collettivo". 

Delle due, l'una: o la società è davvero in crisi, tanto da non avere le capacità economiche per utilizzare altri ammortizzatori sociali, oppure è in ripresa e può permettersi di partecipare a bandi a valere su fondi pubblici. 

Tornano alla mente le parole dell'amministratore al tavolo istituzionale, convocato ieri in Provincia: le responsabilità, oltre che alla mancate capacità manageriali, sarebbero anche della Regione, che non avrebbe mantenuto gli impegni assunti un anno fa sul percorso concordato. Ecco, forse è il caso di chiarire i contorni del percorso concordato. Anche perché, ai nostri microfoni Lolli ha ribadito che "un'impresa che intende licenziare dei lavoratori non può ottenere i finanziamenti". 

Insomma, non sarebbe perseguibile l'ipotesi - che pure è 'girata' tra i lavoratori - che Intecs possa decidere di non chiudere il sito aquilano, mantenendo al lavoro una quindicina di dipendenti, o poco più, quelli necessari alle lavorazioni di ricerca, licenziando gli altri che, così si è detto, si poterebbe cercare di 'ricollocare' nell'ambito dei progetti legati alla 'Spce Economy' e che vedono Thales Alenia Space in prima fila. 

Fiom: "Mortificante: come è possibile finanziare chi ha creato un disastro sociale e occupazionale?"

"Apprendiamo dai giornali che è stato finanziato con fondi regionali un progetto che vede Intecs tra i soggetti proponenti. Riteniamo grave che non sia stato tenuto in considerazione che l'azienda, ai tavoli istituzionali, compreso quello regionale, ha annunciato la chisura del sito aquilano". 

Si legge in una nota della Fiom provinciale. "E' mortificante leggere che Intecs è parte di un progetto finanziato dalla Regione, considerato che - nella giornata di ieri - la stessa società al tavolo provinciale ha confermato il licenziamento di tutti i ricercatori. Non è accettabile che la Regione, in primis, non ne tenga conto. Come è possibile che siano finanziate aziende che hanno depauperato tecnologicamente il territorio, creando un disastro sociale e occupazionale?".

"Da articoli di giornale recenti - ha aggiunto la Fiom - emergeva la volontà dell'azienda di licenziare poiché non venivano finanziati alcuni progetti. Cosa dobbiamo pensare? Le Istituzioni debbono intervenire per restituire dignità a lavoratori che stanno subendo un licenziamento ingiusto".

 

 

Ultima modifica il Sabato, 02 Dicembre 2017 12:12

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