La Commissione di verifica prevista dal bando “Fare Centro” ha completato la prima istruttoria sui requisiti di ammissibilità ai benefici destinati agli operatori che hanno avviato dopo il 6 aprile 2009 o intendono avviare la loro attività all'interno dei centri storici dei comuni colpiti dal sisma.
Sono state istruite tutte le 527 domande pervenute, che, limitatamente alla Linea B, impegnano la somma di 3 milioni e 600 mila euro a valere dei complessivi 12 milioni di euro (derivanti dal 4% dei fondi per la ricostruzione) previsti dal bando per sostenere il rientro delle attività economiche nel centro storico del capoluogo e degli altri comuni del cratere.
Nel dettaglio, su 527 domande ne sono state considerate idonee 401, il 76%; 51 sono state escluse, altre due con riserva, 1 è stata considerata idonea con riserva e 71 non sono state istruite, trattandosi di doppie domande. Delle 401 domande di finanziamento ammesse, 201 ricadono nel perimetro del centro storico dell’Aquila, le restanti 200 nei comuni del cratere; come prevedibile, la maggior parte delle richieste attiene alla provincia dell’Aquila (77.4%).
Suddividendo le domande pervenute per codici Ateco, emerge uno spaccato interessante:
Analizzando le richieste geograficamente, invece, oltre le 201 domande per il centro storico dell’Aquila balza agli occhi il dato di Popoli e Montorio, i comuni più grandi del cratere, escluso il capoluogo, e di Ovindoli, con 10 pratiche di finanziamento ammesse.
Come noto, dei 12 milioni totali a copertura del bando ‘Fare Centro’, 7.2 sono stati destinati alla Linea A, alla misura, cioè, che premiava le attività già presenti al 6 aprile 2009 e che intendevano tornare nei centri storici; si pensava, infatti, che il maggior numero di domande pervenisse appunto su quella linea: al contrario, di richieste ne sono arrivate 253, e le pratiche ammesse definitivamente sono state 136.
Altri 1.2 milioni sono stati impegnati per la Linea C, che ha registrato 4 domande, e soltanto 2 ammesse a contributo.
Sulla Linea B, invece, sono stati appostati 3.6 milioni di euro che, stante il numero di domande ammesse, non basteranno per andare a copertura completa delle richieste pervenute. Con i soldi attualmente disponibili, su 401 richieste considerate idonee se ne riusciranno a finanziare le prime 63 in graduatoria. Tuttavia, c’è la volontà politica del comitato d’indirizzo – ribadita stamane dal vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, e dai colleghi Luciano Mucciante, primo cittadino di Castel del Monte, e Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano, di andare a copertura totale, destinando allo scopo gli 8 milioni rimanenti del finanziamento complessivo che ammonta a 20 milioni. Non dovessero bastare, altri fondi verranno attinti dalla Linea C - più che capiente - e, se necessario, verranno destinate somme ulteriori a valere sul progetto ‘Restart’.
Stando all’oggi, comunque, e lo ribadiamo, sono coperte le prime 63 domande in graduatoria.
“Avremmo potuto organizzare la conferenza stampa già settimana scorsa – ha tenuto a chiarire Giovanni Lolli – ma ci sembrava poco serio annunciare la definizione della graduatoria nel pieno dell’agone politico”. Accanto al vice presidente, il direttore generale di Regione Abruzzo Vincenzo Rivera che – ha ribadito Lolli – “con i membri della commissione di verifica e con i funzionari ha lavorato ventre a terra per gestire un bando così complesso, a graduatoria e non a sportello, in tempi ragionevoli rispetto a simili procedimenti gestiti da altri Enti”. Chiaro il riferimento ad Invitalia. Non solo. “Abbiamo avuto un’alta percentuale di domande ammesse e, nelle prossime settimane, renderemo trasparente il costo della gestione del bando sopportate dalle casse dell’Ente Regione”. A lasciare intendere che il bando ‘Fare Centro’ è costato per spese tecniche molto meno degli altri.
Lolli ha voluto sottolineare “il ragionevole equilibrio” del tipo d’attività che si vorrebbero insediare nei centri storici, in particolare dell’Aquila, non nascondendo la preoccupazione che il cuore del capoluogo potesse trasformarsi in un “pubbificio”, una tendenza già evidente e che si riscontra in tanti centri storici italiani.
“Evidentemente, ‘Fare Centro’ non va considerato come una soluzione salvifica”, ha aggiunto; “far rivivere il centro storico dell’Aquila, che si estende per 175 ettari come il centro di Milano, è un problema molto complesso. Si stanno compiendo delle scelte importanti, in questo senso: penso alla dotazione in favore del Comune dell’Aquila per la mobilità elettrica, a valere sui fondi del 4% e sul Fesr, che è complementare al bando che abbiamo immaginato per le attività economiche. Tuttavia, tanto c’è ancora da fare”.
Sui tempi d’erogazione dei primi finanziamenti, si può far riferimento alla Linea A; in quel caso, gli esiti del lavoro della Commissione sono stati resi noti il 10 novembre scorso: il 5 marzo, due giorni fa, si è arrivati alla istruzione definitiva della graduatoria, aggiornata ieri. “Al momento – ha chiarito Rivera – ci sono 13 richieste di anticipo, per 333 mila euro: a seguito di scrutinio già effettuato sono stati ritenuti liquidabili 180 mila euro. Non ci sono richieste di acconto e , per ciò che attiene, i saldi, siamo nell’ordine dei 120mila euro”.
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