Slitterà di 24/48 ore la sentenza del Tar sulla richiesta di sospensiva dei provvedimenti assunti ai fini del recupero delle agevolazioni fiscali e contributive sospese a seguito del terremoto del 6 aprile 2009.
Il pronunciamento dei tribunale amministrativo era atteso per oggi ma in base alle ultime indiscrezioni pervenute a NewsTown tarderà ad arrivare di un giorno o due. In ogni caso i giudici si esprimeranno, al massimo, entro venerdì.
A rivolgersi al tribunale amministrativo, sono state imprese e associazioni di categoria oltre alle società partecipate da Comune dell'Aquila e Regione Abruzzo che si sono costituite ad adiuvandum. Ovviamente, la speranza è che vengano riconosciute le ragioni dei ricorrenti, consentendo, così, di perseguire la 'via politica' per la risoluzione del problema; "riteniamo che la sospensiva sia sacrosanta - le parole del sindaco Pierluigi Biondi - per motivi più che fondati che abbiamo opportunamente riportato nel ricorso".
Il Tar è chiamato a pronunciarsi a 48 ore dalla manifestazione cittadina che, lunedì, ha portato in piazza 5mila persone avverso la decisione della Commissione europea che ha imposto al governo italiano di recuperare le agevolazioni sospese, al netto dei danni, diretti e indiretti, connessi al terremoto del 2009.
Parliamo di 350 'persone giuridiche' per un totale lordo che potrebbe superare i 75 milioni di euro.
Il portavoce della Commissione ha ribadito che dovranno essere restituite "soltanto le compensazioni fiscali ingiustificate, ovvero quelle ricevute da imprese che non avevano attività economiche ma solo la sede legale sul territorio o che hanno ricevuto di più rispetto ai danni subiti"; una presa di posizione che ha fatto infuriare il segretario di Api Industria, Massimiliano Mari Fiamma: "L’anonimo (ennesimo) burocrate si limita ad una preventiva difesa d’ufficio dell’operato dei suoi paradossali colleghi specificando il facile messaggio arronzato di 'solo chi ha avuto di più deve ripagare', dimostrando così una totale ignoranza della vicenda ed una scarsezza tale di argomenti da potergli consentire solo uno spot di facile comprensione". Niente di tutto ciò è vero - l'affondo di Mari Fiamma - "perché le misure adottate sono state finalizzate al sostegno di una economia distrutta e non alla riparazione dei danni, che con il de minimis non c’entrano proprio, e riguardano un argomento, la tassazione, che rimane ancora relegato alla sovranità nazionale a meno che non vengano considerati aiuti di Stato".
Eccolo quindi il nodo centrale della vicenda: "l’artificio da burocrate inventato e riservato al solo terremoto dell’aquilano con l’apparente finalità di riequilibrare quei rapporti di forza tra uffici europei e uffici nazionali (colpevoli di inettitudine quanto gli altri): l’aiuto di Stato. Ovviamente nasce spontanea la domanda: ma se davvero l’applicazione di una tassazione agevolata costituisce una così feroce violazione della concorrenza all’interno dello stesso mercato, il fatto che il 'nostro' 40% sia comunque superiore al 25% della tassazione olandese o nemmeno paragonabile alle agevolazioni della Slovacchia protagonista della nota vicenda Embraco cosa deve significare? Vuol forse dire che inizierà da qui la discussione politica per la tassazione unica europea o resterà solo una scusa da rivendere alla prima occasione utile? La verità è che le posizioni espresse da questo anonimo esponente, probabilmente di lingua autoctona, sono la prova del vero volto della nuova burocrazia che una volta agiva nell’ombra con un po’ più di scaltrezza mentre oggi si estrinseca con deliri di onnipotenza sotto forma di atti, circolari e normative che paralizzano l’economia e distruggono intere comunità".
Intanto, s'attende la pubblicazione del decreto annunciato dalla sottosegretaria Paola De Micheli a firma del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, e che proroga di 120 giorni l'applicazione dei procedimenti di recupero; a quanto si apprende, l'atto dovrebbe essere formalizzato all'indomani del pronunciamento del Tar: "è soltanto un rilanciare la palla avanti, però - l'affondo di Biondi - la cosa positiva è il messaggio politico. La mobilitazione ha ottenuto i suoi primi effetti".
Sperando che il prossimo governo possa risolvere la vicenda, applicando almeno il de minimis a 500mila euro, considerato che ai tempi della sospensione delle agevolazioni vigeva il 'temporary framework', oppure - e si tratterebbe della soluzione definitiva - assumendo la responsabilità della mancata notifica del provvedimento, e non ottemperando, dunque, al recupero forzoso dettato dalla Commissione europea sottoponendosi al giudizio della Corte di Giustizia che, senza dubbio, condannerebbe l’Italia al pagamento di una somma da stabilire per l’infrazione.