Si è svolta stamane, a Palazzo Silone, una riunione del tavolo coordinato dal vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, e dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che sta seguendo la vicenda della richiesta restituzione delle agevolazioni fiscali e contributive sospese a seguito del terremoto del 6 aprile 2009 a circa 350 'persone giuridiche' per un ammontare che supera i 75 milioni di euro.
Attorno al tavolo, oltre a Lolli e Biondi c'erano i deputati Luigi D’Eramo (Lega) e Stefania Pezzopane (Pd), l’assessora al bilancio del Comune dell’Aquila Annalisa Di Stefano, il coordinatore dei sindaci del cratere Francesco Di Paolo, i sindacati e le categorie. “Innanzitutto, abbiamo riferito dell’incontro avuto nei giorni scorsi col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti (Lega)”, ha spiegato Giovanni Lolli a newstown. Dunque, “abbiamo ribadito la linea condivisa in queste settimane: come comunità, continueremo la battaglia con l’Europa per chiedere che la disciplina sugli aiuti di Stato, in caso di calamità naturale, venga rivista e modificata; è una battaglia che i precedenti governi non hanno voluto combattere, e temo non lo farà neppure l’esecutivo in carica”.
Contestualmente, “sfruttando l’ulteriore provvedimento di proroga di 60 giorni concesso dal governo e che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale prima del 23 luglio prossimo, in tempo utile per evitare che scattino i primi provvedimenti di riscossione avviati dal Commissario” - il via libera è atteso tra oggi e domani, con l’approvazione alla Camera dei Deputati del ‘Decreto Terremoto’ che uscirà da Montecitorio così come licenziato dal Senato, ed in effetti tutti gli emendamenti proposti sono stati bocciati - si lavorerà con l’esecutivo per arrivare all’approvazione di un atto “che intervenga sulla nostra normativa”, ha ribadito Lolli. In sostanza, il tavolo ha chiesto a Giorgetti di “considerare la norma di sospensione delle tasse valida ed efficace nel momento in cui è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e cioè a novembre 2011, sebbene sia entrata in vigore l’anno successivo, il 1° gennaio 2012, come tutte le leggi di bilancio”.
In questo modo, la soglia in 'de minimis' andrebbe applicata a 500mila euro, e non a 200mila come da interpretazione ‘restrittiva’ del precedente governo, essendo all’epoca in vigore il così detto ‘temporary framework’: “Giorgetti ha compreso appieno il senso della nostra richiesta - ha riconosciuto il vice presidente della Giunta regionale - offrendoci una interlocuzione attenta e, debbo dire, estremamente competente nel merito”.
Il sottosegretario ha avanzato la concreta possibilità di tradurre la richiesta in un provvedimento in grado di reggere la valutazione comunitaria e l’eventuale contestazione della Commissione europea; si spiega anche così la bocciatura degli emendamenti che erano stati presentati da Pd e Forza Italia: il vizio delle proposte avanzate al Senato e, poi, alla Camera, era che sembravano voler incidere, piuttosto, sulla normativa comunitaria.
Altro nodo che dovrà essere sciolto nei prossimi 60 giorni attiene alla così detta ‘franchigia’: in parole povere, se la soglia in 'de minimis' dovesse essere fissata a 500mila euro, chi ha accumulato 510mila euro in aiuti di Stato sarebbe chiamato a restituire l’intera somma o soltanto l’eccedenza, in questo caso di 10mila euro? “A nostro parere - ha chiarito Lolli - si tratterebbe di restituire soltanto le eccedenze rispetto alla soglia fissata: anche di questo discuteremo col Governo”.
Insomma, dal tavolo filtra un cauto ottimismo, con la speranza di poter assottigliare, e di parecchio, il numero delle personalità giuridiche che saranno chiamate alla restituzione delle agevolazioni fiscali e contributive: tuttavia, “al momento abbiamo soltanto la proroga di 60 giorni” ha avvertito Lolli; “fino a quando non avremo precise garanzie, ‘carte’ alla mano, resteremo collaborativi e dialoganti ma assolutamente vigili”.