Iniziamo col dire che la decisione assunta dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi di acquistare, in via indiretta, attraverso la partecipata Asm, una quota del Cogesa - società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in 62 comuni della provincia dell’Aquila e di Pescara - è assolutamente condivisibile; con una spesa di circa 2mila euro, una tantum, la società pubblica, infatti, beneficerà di un risparmio di 200mila euro l’anno, un milione nel prossimo quinquennio. Tuttavia, la procedura amministrativa seguita è stata confusa e farraginosa, e ha mostrato, di nuovo, la scarsa considerazione in cui è tenuto il Consiglio comunale dall'esecutivo, che pure sarebbe la massima assise cittadina.
Un passo indietro.
L’acquisto della quota è stato autorizzato su espressa delega dell’assemblea dei soci di Asm nel gennaio 2018.
Soltanto alla fine di maggio però, quattro mesi dopo, la Giunta ha approvato una delibera - la numero 182 - che autorizzava la partecipata “ad acquistare quote della società Cogesa spa” al fine di sottoscrivere un contratto di servizi che consentisse “di spuntare un prezzo per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati migliore”. Dunque, la delibera è arrivata all’attenzione della Commissione 'Bilancio' un mese dopo, il 27 giugno 2018, con i consiglieri commissari di opposizione e pure di maggioranza - alcuni molti arrabbiati, tra gli altri Giorgio De Matteis che aveva chiesto immediatamente la convocazione di una commissione 'Garanzia e controllo' - che si sono messi di traverso, presi in giro da un provvedimento che, in sostanza, chiedeva al Consiglio di autorizzare un provvedimento già assunto. A quel punto, l’assessora delegata Carla Mannetti non ha potuto far altro che ritirare il provvedimento e, qualche giorno dopo, in V Commissione, il sindaco Pierluigi Biondi non ha potuto far altro che prendere atto della scellerata azione amministrativa, annunciando il ritiro della delibera che, promise, sarebbe stata riscritta da capo.
Da allora, sono passati altri quattro mesi e, per questo, stante la ripetuta indisponibilità dell’assessora Mannetti ad essere audita in Commissione 'Garanzia e controllo', la presidente Elisabetta Vicini e il vice Paolo Romano hanno depositato una relazione al presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari chiedendo la convocazione di una assise straordinaria; la richiesta è stata trasformata, però, in un ordine del giorno che è stato discusso ieri. Con un colpo di teatro della Giunta comunale che, riunita in tutta fretta al mattino presto, ha approvato la nuova delibera, disinnescando la discussione in Consiglio.
Un provvedimento che, di fatto – e l’ha spiegato il capogruppo dell’Udc Raffaele Daniele – ha sanato la vicenda, stante la rilevata convenienza dell’atto autorizzato dal sindaco dell’Aquila che andava semplicemente ‘sanata’; ebbene, approvata la delibera di Giunta, ora l’atto dell’esecutivo tornerà all’attenzione della Commissione 'Bilancio' per arrivare, infine, all’approvazione in Consiglio entro la fine dell’anno.
Resta l’incredibile pasticcio amministrativo.
In aula, il sindaco Biondi ha inteso ribadire la bontà dell’atto assunto che, come detto, non è stata mai messa in discussione. “Acquisendo la quota del Cogesa, abbiamo invertito la rotta: ricordo che in vigenza dell’amministrazione Cialente, per i mancati trasferimenti a compensazione delle minori entrate e delle maggiori uscite dell’allora governo Pd, la Tari venne aumentata del 23%, col poco invidiabile primato, per il Comune dell’Aquila, di una delle tariffe più alte d’Italia”.
Al momento dell’insediamento, ha aggiunto Biondi - che ha tenuto a ringraziare l’amministratore uscente Francesco Rosettini, “con cui si è instaurato un leale rapporto di collaborazione” - “ci siamo ritrovati con la tariffa tra le più alte d’Italia, la convenzione per il conferimento dei rifiuti in scadenza e una politica isolazionista che, per anni, il Comune dell’Aquila aveva testardamente perseguito rifiutandosi di 'aprire' Asm al territorio, in particolare nel post terremoto, allorquando la società avrebbe potuto gestire lo smaltimento delle macerie derivanti dai crolli nei comuni del cratere”. E intanto, Aciam e Cogesa avevano ampliato il loro raggio d’azione, l’una nell’alta valle dell’Aterno e l’altra ad est del capoluogo. “A fine anno, abbiamo pubblicato la procedura di gara per il conferimento dei rifiuti che, tuttavia, è andata deserta; presto si è capito il motivo: avvoltoi volteggiavano sul corpo della partecipata, alcuni erano pronti ad ucciderla, altri ad approfittarsi della situazione”, le parole del sindaco Biondi. Che ha aggiunto: “Non è un caso che sono prevenute, nel frattempo, offerte di ‘salvataggio’ con la proposto di smaltire i rifiuti a prezzi che non andavano al di sotto dei 160 euro a tonnellata, tra i 40 e i 50 euro in più di quanto pagavamo allora, con un aggravio di costi stimato in 800mila l’anno che avrebbe significato dover alzare, ancora, la Tari. Per questo, abbiamo attivato una rete di relazioni e, contestualmente, con la collaborazione delle forze politiche di centrosinistra in Consiglio regionale, inserito e fatto approvare degli emendamenti al ‘Piano regionale dei rifiuti’, lasciando intendere che L’Aquila non era disposta a farsi soffocare né a farsi ammazzare. Così, le altre società sono venute a più miti consigli”.
In realtà, si è trattato di un incastro fortunato: con il Comune di Pratola Peligna che era uscito dal Cogesa, stando alle norme del Decreto Madia la società aveva convenienza a far entrare il Comune dell’Aquila e, così, l’Ente a risolvere l’impasse, strappando tra l’altro condizioni più che favorevoli.
Un buon affare per entrambi.
Ora, restano alcuni nodi da sciogliere: il primo, reso manifesto dal capogruppo di Articolo 1 Giustino Masciocco, è il conflitto di interessi in capo a Paolo Federico, neo amministratore di Asm e sindaco di Navelli che, in seno all’assemblea del Cogesa, rappresenta la società partecipata e il suo Comune. Una situazione da sanare. Sul punto è tornato anche il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano: in effetti, il sindaco Biondi – nell’ottica dell’uscita dall’isolamento di Asm – intende mettere a disposizione il 10% delle quote della partecipata per far entrare altri comuni dell’aquilano: “varrà anche per il Comune di Navelli?”, si è domandato Romano. Che ha aggiunto: “Il sindaco gioca sempre in difesa, si sente quotidianamente sotto attacco e continua a trincerarsi dietro quanto accaduto nel passato. Dovrebbe, al contrario, guardare al presente e a quello che lui ha prodotto. Basta guardare al controllo analogo e all’art. 26 del Regolamento di cui alla delibera di Consiglio n. 20 del 22/03/2018, inerente appunto l’acquisto di partecipazioni o costituzione di nuove società, anche di quote indirette. Il Sindaco e questa maggioranza non sono stati in grado di attuare per Cogesa neanche ciò che loro stessi hanno redatto e approvato. Piuttosto che dare sempre lezioni, cominci a guardare al presente e a produrre qualcosa della città”.
E ancora, parlando del ‘Piano di rifiuti regionale’ richiamato da Bindi, il capogruppo del Passo Possibile ha evidenziato una contraddizione che ancora non era emersa nel dibattito sull’acquisto della quota del Cogesa: “scopriamo un emendamento prodotto dal sindaco in seno al piano, dove per lo smaltimento dei rifiuti del Comune dell’Aquila è stata interessata la società Segen e non solo il Cogesa, come invece si evince dalla posizione attuale dell’Ente. Questo era necessario, probabilmente, per abbassare le pretese del Cogesa. Ma adesso che si è presa una decisione diversa, cioè di entrare come soci nel Cogesa, il sindaco istruirà un altro emendamento per sanare l’incongruenza? Si tratta di una delle tante contraddizioni di questa Amministrazione comunale”.