Mercoledì, 30 Gennaio 2019 12:36

Confindustria L'Aquila, Fracassi lascia il timone a Podda: "Fusione con Teramo è un passaggio obbligato"

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Stamane, il presidente uscente di Confindustria L’Aquila, Marco Fracassi, ha inteso fare un punto di fine mandato prima di passare il testimone al successore indicato, Riccardo Podda, responsabile risorse umane di Thales Alenia Space dell’Aquila, che verrà ufficialmente incaricato domani.

“Lascio una associazione solida e patrimonializzata, un modello per l’intero Abruzzo” le sue parole; "per fare soltanto un esempio, la nostra sede ospita delle imprese e, di fatto, svolge anche funzione di incubatore, caso unico nel panorama nazionale”.

Fracassi ha spiegato di aver dedicato il suo mandato “alla progettualità, cercando di fare più che di essere presente sulla stampa: ho realizzato progetti importanti e portato su questo territori eventi di rilevanza nazionale”, ha aggiunto. “Si pensi al road-show sulla internazionalizzazione, all’attenzione dedicata all’industria 4.0, un tema assolutamente attuale, con la presenza, tra gli altri, dell’amministratore delegato di Microsoft Italia. Non solo. Abbiamo avviato il progetto di formazione Comtech in collaborazione con Unindustria Lazio portando nelle aziende esperti di digitalizzazione e concentrandoci, in particolare, sulla sanità e sul rilevante distretto farmaceutico aquilano”.

Altri temi affrontati, il credito e l’energia. “Abbiamo rafforzato la partnership con ItalConfidi per facilitare l’accesso al credito delle piccole, medie e micro imprese. Per quanto attiene all’energia, invece, la società consortile UnicaEnergia fa da supporto alle imprese nelle diverse fasi, preoccupandosi di seguire l’approvvigionamento delle utilities e la qualità del servizio elettrico offerto; in questo senso, abbiamo sottoscritto un accordo quadro con Enel distribuzione per la qualità dell’energia immessa nei cavi che arrivano negli stabilimenti”.

E poi, “siamo stati promotori del digital innovation hub – ha sottolineato - operazione che nasce da questa presidenza e dai miei collaboratori”.

Il presidente uscente ha inteso sottolineare anche l’importanza della battaglia sulla richiesta di restituzione delle tasse sospese alle imprese a seguito del sisma, “una battaglia ancora da vincere, che dovremo affrontare tutti insieme: si tratta di una spada di Damocle che potrebbe rappresentare davvero un colpo mortale per il tessuto imprenditoriale del cratere”.

Dunque, Fracassi ha rivendicato “la volontà di realizzare la fusione con Confindustria Teramo: la fusione è un passaggio obbligato – ha spiegato – in un momento in cui la nostra associazione, a livello nazionale, va cercando la massa critica. L’Aquila o Teramo, da soli, contano poco, anche in termini di progettualità. E d’altra parte, Chieti e Pescara sono già andati in questa direzione”. Un argomento, questo, che ha creato mal di pancia piuttosto espliciti in seno a Confindustria, “tuttavia siamo una realtà solida e unita: lo dimostra l’assemblea del 19 novembre scorso, col 75% dei voti assembleari in sostegno al percorso di aggregazione perseguito dalla mia presidenza”.

Accanto al presidente uscente era seduto Francesco De Bartolomeis, ad interim dal febbraio scorso ed eletto all’unanimità, in dicembre, come direttore di Confindustria L’Aquila. “Sono 200 le aziende associate, 10 mila i lavoratori dipendenti, con una base associativa eterogenea: abbiamo nel nostro alveo imprese della manifattura pura, con le varie declinazioni merceologiche; il chimico farmaceutico (Dompé, Sanofi, Menarini), la filiera della space economy, LFoundry in Marsica. Si tratta di un valore aggiunto. In questo senso, stiamo provando a creare occasioni di business tra le imprese associate. Stando ai territori, Sulmona è affetta da qualche ritardo, ma c’è un importante ragionamento sulla Zes, la zona economica speciale: il perimetro peligno è stato inserito nel corridoio Tirreno Adriatico cui sarà destinata una particolare attenzione, in termini di fiscalità soprattutto”.

Pur riconoscendo Confindustria che tanto si è fatto per tutelare l’occupazione in provincia, De Bartolomeis non ha mancato di sottolineare come le imprese del territorio vivano una situazione “sostanzialmente stabile, ed è un elemento negativo. Le aziende stanno ferme, a metà del guado: purtroppo, rigidità e fermezza rappresentano un problema per gli imprenditori. Il territorio ha bisogno di elementi di novità, di qualche scossone: non ci sono stati grandi insediamenti produttivi negli ultimi anni, se non Accord Phoenix. Ci concentreremo su questo, sul lavoro corale con Comune, Arap e altre associazioni di categoria affinché il territorio possa divenire attrattivo, attraverso una complessiva strategia di marketing”.

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