“L'Italia è il Paese dove il caro-energia rischia di produrre i maggiori danni. Anche le imprese della provincia dell'Aquila risentiranno in modo pesante della lievitazione dei costi energetici la cui incidenza, sul totale dei costi di produzione, potrebbe raggiungere l’8,8% nel 2022. Più del doppio del corrispondente dato francese (3,9%) e quasi un terzo in più di quello tedesco (6,8%)”.
A lanciare l'allarme, sulla base dell'ultimo report elaborato del Centro studi di Confindustria, è Riccardo Podda, presidente di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno.
“A fine 2022 si stima che l’incidenza dei costi energetici potrebbe raggiungere più dell’8,0% dei costi di produzione per le nostre imprese”, afferma Podda, “con una crescita della bolletta energetica, per le aziende italiane, stimata tra i 5,7 e i 6,8 miliardi su base mensile. Per il solo settore manifatturiero, l’aumento è stimato in circa 2,3 - 2,6 miliardi al mese. Già a partire dallo scorso anno, i prezzi dell'energia sono cresciuti progressivamente, raggiungendo livelli critici già a dicembre 2021, e subendo ulteriori rialzi a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina. Un dato che contribuisce”, rileva Podda, “ad ampliare il divario di competitività delle imprese della provincia dell'Aquila con i principali partner europei. E ciò per tutti i principali comparti dell’economia: dal settore primario, all’industria fino ai servizi”.
Per la manifattura, la distanza si allargherebbe soprattutto nel confronto con la Francia, ma la perdita di competitività non sarebbe marginale neanche rispetto alla Germania.
Le cause dei rialzi delle materie prime energetiche sono molteplici e riguardano fattori di squilibrio tra domanda e offerta, di carattere congiunturale e più strutturale. “Le pressioni al rialzo dei prezzi già in corso a partire da metà dello scorso anno non potevano che essere amplificate dal conflitto in Ucraina, che ha generato un’ulteriore fiammata delle quotazioni delle materie prime”, sottolinea Francesco De Bartolomeis, direttore di Confindustria L'Aquila, “alle incertezze sullo squilibrio tra domanda e offerta di materie prime energetiche si è aggiunto un ulteriore fattore di criticità: l’indeterminatezza sulla durata dello shock energetico, rendendo più incerta la distensione delle tensioni sui mercati e vanificando le aspettative, precedenti alla guerra, di una graduale discesa dei prezzi. Anzi, nel corso delle scorse settimane i timori di tagli o interruzioni negli approvvigionamenti dalla Russia hanno peggiorato ulteriormente il quadro, gettando sull'Europa e sulle nostre imprese, l’ombra di un possibile deficit di offerta, soprattutto per il gas, con un conseguente razionamento dell’energia. Confindustria L’Aquila, proprio al fine di attenuare gli impatti sul sistema produttivo, ha attivato una serie di servizi, erogati dalla società consortile partecipata Unica Energia finalizzati all’efficientamento energetico industriale e all'ottenimento dei crediti d’imposta per il contenimento dei costi energia elettrica e gas naturale, di recente istituzione”.