Sabato, 18 Maggio 2019 14:45

Ex Intecs, ancora nessuna prospettiva per i lavoratori licenziati. Si è puntato sulla space economy, ma agli accordi non sono seguiti i fatti

di 

Era il 4 febbraio scorso e, a meno di una settimana dalle elezioni regionali, a Palazzo Silone veniva sottoscritto un protocollo d’intesa tra Thales Alenia Space e Forender 24, una nuova azienda nata nel Tecnopolo del capoluogo: in sostanza - spiegò l'allora presidente vicario Giovanni Lolli - si prevedeva che se Thales avesse vinto il primo dei bandi previsti dalla strategia nazionale sulla Space Econony, ‘Mirror GovSatCom’, stante il vincolo di sviluppare le attività sul territorio regionale visto che Regione Abruzzo ha co-finanziato la strategia con 10 milioni di euro, avrebbe affidato lo sviluppo dei software dedicati a Forender 24 che, in questo modo, avrebbe potuto assumere fino a 30 dipendenti a tempo indeterminato attingendo dal bacino degli ex ricercatori Intecs, licenziati a dicembre 2017.

Un documento simile a quello sottoscritto - aggiunse Lolli - era stato proposto anche a Telespazio e Leonardo, altre due player dello spazio coinvolti nella strategia nazionale e che insistono sul territorio, così che Forender 24 avrebbe potuto col tempo assumere altro personale. 

Tra l’altro, si venne a sapere che Infn, Gssi e Univaq, coinvolti nelle attività connesse al progetto Darkside, avevano bisogno di 15 unità di personale per sviluppare i software necessari e potevano trovare conveniente, piuttosto che assumerli, affidarsi a Forender 24 sfruttando le competenze, rarissime sul mercato, dei ricercatori ex Intecs. Insomma, la nuova società - costituita ad hoc - doveva configurarsi come impresa fornitrice di servizi conto terzi - software in particolare ad altissima specializzazione - cui le imprese del territorio coinvolte nelle varie attività legate allo spazio si sarebbero rivolte, così che la start up avrebbe potuto dare risposta ai rcercatori rimasti senza lavoro a seguito della chiusura del laboratorio Intecs.

Il cerchio sembrava chiuso.

Sono passati tre mesi e mezzo, però, e da allora non si è fatto alcun passo avanti. A denunciarlo, stamane, la Fiom dell'Aquila. 

"La situazione è difficile", ha spiegato Elvira Simona De Sanctis, segretario generale della Fiom L'Aquila; "a dicembre 2017, la Intecs ha chiuso il laboratorio aquilano licenziando 62 persone. Da allora, i lavoratori si sono piazzati con un camper davanti Palazzo Silone, sede della Giunta regionale: da subito, infatti, è parso evidente che ci sarebbe la possibilità di recuperare le loro professionalità in un territorio dove insistono importanti player del settore spaziale, laddove le competenze dei ricercatori ex Intecs potrebbero esprimersi. Tra l'altro, Regione Abruzzo ha individuato nella 'space economy' un settore sul quale investire, stranziando 10 milioni di euro sulla strategia nazionale". Insomma, gli ingredienti c'erano tutti: le risorse, i progetti, le competenze, una società pronta a riassorbirle, l'accordo con un importante player internazionale, Thales Alenia Space. "Sono stati sottoscritti degli accordi, un pacchetto di 23 pagine, che impegnavano le parti: ebbene, non ci spieghiamo il motivo per cui la situazione non si è ancora sbloccata".

"I lavoratori si sono spesi in prima persona - ha ribadito De Sanctis - hanno atteso i tempi necessari al perfezionarsi degli accordi, ma non hanno avuto ancora alcuna risposta. Chiediamo una assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni e della Thales Alenia Space. Non vogliamo credere che le firme sotto gli accordi non valgano niente".

Ha aggiunto Alfredo Fegatelli, segretario generale della Fiom Abruzzo: "Abbiamo atteso i tempi dell'insediamento della nuova Giunta regionale, abbiamo richiesto un incontro, prima al governatore Marco Marsilio e poi all'assessore delegato Mauro Febbo: torniamo a chiederlo, con forza. Purtroppo, il gruppo dirigente di Thales Alenia Space si sta dimostrando inaffidabile. Per questo, vorremmo che Febbo ci incontrasse prima di sedere al tavolo con l'azienda, per evitare che si torni a batter cassa senza che vengano rispettati gli impegni assunti con i lavoratori ex Intecs. Vorremmo mettere in guardia Febbo rispetto a ciò che è accaduto e ciò che sta accadendo".

Il tavolo in Regione è fondamentale, ha sottolineato Umberto Innocente, rsu ex Intecs. "La Regione ha assunto un impegno rispetto ai lavoratori licenziati: vorremmo capire se l'impostazione data alla vertenza dall'allora presidente vicario Giovanni Lolli sia condivisa dal nuovo esecutivo regionale, se intendono perseguire lungo la strada tracciata o se stanno pensando ad altre soluzioni. Che cosa intendono fare? Non essere riusciti ancora ad incontrare Marsilio e Febbo ci pare piuttosto grave".

Tra l'altro, "è mortificante che i lavoratori siano stati colloquiati per ben due volte, alcuni addirittura tre, e non hanno ancora avuto alcuna risposta: d'altra parte, nessuno è stato ritenuto non idoneo, segno che le competenze presenti tra i ricercatori sono compatibili con le strategie che si sono messe in campo. Sulla strategia dello spazio, la Regione Abruzzo ha investito 10 milioni di euro: ad oggi, non abbiamo alcun riscontro dal punto di vista occupazionale", ha ribadito Fegatelli. "Non vorremmo che al danno seguisse la beffa. Che cosa manca per chiudere l'operazione concordata? Da mesi non sappiamo più nulla. Era chiaro che nel passaggio da una amministrazione all'altra ci sarebbero potuti essere degli intoppi, e per questo era stato indicato come l'operazione dovesse essere monitorata, nel frattempo, da Confindustria che è guidata, guarda caso, da un dirigente di Thales Alenia Space. Purtroppo, non abbiamo avuto alcun contatto. Ribadiamo, dunque, l'urgenza di un incontro in Regione con l'assessore Mauro Febbo".

Come non bastasse, i lavoratori licenziati non percepiscono più un euro, niente indennità né Naspi. 

Ricorderete che, nel novembre 2018, il Tribunale del Lavoro aveva annullato la procedura di licenziamento collettivo mettendo nero su bianco come l'infungibilità addotta dall'azienda quale motivazione per la chiusura del sito aquilano fosse da rigettare. Tuttavia, essendo stato chiuso il laboratorio all'ex polo elettronico, di fatto, i ricercatori non sono potuti tornare al lavoro e restano, dunque, disoccupati.

Qui sta il nodo.

Con una lettura particolarmente restrittiva delle norme, l'Inps - a valle del pronunciamento del Tribunale del Lavoro - non considera più disoccupati i lavoratori e, quindi, ha sospeso l'erogazione della Naspi; i ricercatori licenziati non percepiscono più un euro, con famiglie rimaste senza alcuna forma di reddito.

Grottesco.

Il 22 marzo scorso i lavoratori si sono ritrovati in presidio davanti la sede Inps dell'Aquila: è stata avviata una interlocuzione che, tuttavia, non ha portato ad alcun passo in avanti. L'azienda non avrebbe potuto trattar peggio la vicenda aquilana e, tra l'altro, non si chiama più neanche Intecs bensì Technolabs srl che, dalla metà di febbraio, ha inoltrato richiesta di concordato preventivo. Stante il mancato pagamento del dovuto ai lavoratori licenziati, è chiaro come anche queste spettanze sono a rischio. 

Articoli correlati (da tag)

Chiudi