Venerdì, 21 Giugno 2019 08:43

Camere di Commercio, si va verso l'attesa fusione tra L'Aquila e Teramo

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"Riteniamo che il percorso di aggregazione ormai concluso sia irreversibile e, nel contempo, ribadiamo che le due sedi rimarranno aperte e continueranno ad erogare servizi alle imprese esattamente come avviene attualmente, così come, peraltro, previsto nella Delibera di fusione".

Confindustria Teramo, Confindustria L’Aquila, Ance Teramo, Ance L’Aquila, Confcommercio Teramo e Confcommercio L’Aquila oltre a Confesercenti Abruzzo prendono la parola e, di fatto, ribadiscono la necessità che si vada verso la fusione tra le Camere di Commercio di L’Aquila e Teramo; una presa di posizione attesa dall'assessore Mauro Febbo per fissare la convocazione della riunione che dovrà nominare il nuovo Consiglio e che supera, così, il pronunciamento negativo del vertice camerale di Teramo che, nelle settimane passate, ha scatenato un vespaio di polemiche. 

"Riteniamo – visto l’ampio dibattito aperto nelle ultime settimane – che sia necessario un bilanciamento tra le due sedi, garantendo la provincia di Teramo con una sede con pari dignità rispetto alla sede di L’Aquila", scrivono le associazioni per sanare le preoccupazioni che hanno rallentato la fusione. D'altra parte, "iniziative alternative – tese a rinviare ogni decisione – non fanno altro che ritardare il processo ormai avviato, generando nelle rispettive città un sentimento di disorientamento e incomprensione. Elementi, questi, che creano divisioni tra i due territori, con riflessi negativi sui rapporti e sulle future scelte che la nuova Governance dovrà mettere in campo".

Com’è noto, il percorso di aggregazione della nuova “Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia” è stato deliberato nel novembre 2016 quando i rispettivi Consigli camerali adottarono la specifica Deliberazione, frutto anche di un indirizzo di governo che, di lì a poco, avrebbe emanato un decreto che riduceva le Camere di Commercio italiane da 120 a 60. Proprio quel Decreto stabiliva che la dimensione minima richiesta era pari a 75mila imprese iscritte e che la sede legale della nuova Camera di Commercio fosse ubicata nei capoluoghi di regione.

Dunque, in virtù di tale decreto e con l’obiettivo di mantenere comunque la sede teramana si decise di procedere con l’aggregazione ai sensi dell’art. 1, comma 5 della Legge 29.12.1993 n° 580 e successive modificazioni e integrazioni. Un processo che, però, si è arenato negli anni fino allo stallo degli ultimi mesi.

"L'unione delle Camere di commercio dell'Aquila e di Teramo non è una fusione a freddo tra due elementi estranei ma il naturale processo di incontro tra aree, esperienze e peculiarità che individuano nel Gran Sasso un motivo di coesione per il superamento di sterili e antistorici campanilismi", ha voluto sottolineare il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che ha ringraziato, a tal proposito, i promotori dell'iniziativa congiunta delle associazioni di categoria e produttive aquilane e teramane che hanno invocato tempi rapidi per la definizione di un matrimonio annunciato da tempo.

"Si tratta, infatti, di un percorso avviato e definito da norme tese a razionalizzare e ottimizzare le funzioni di organismi strategici nell'opera di rilancio e valorizzazione delle economie locali. – ha ribadito il sindaco – Le fragilità delle aree interne non sono determinate solamente dagli elementi naturali e orografici dei territori ma anche, se non soprattutto, dalla mancata condivisione di obiettivi comuni in grado di renderli attrattivi e mettere a sistema comune servizi essenziali, come sanità, trasporti o istruzione, in grado di arginare il fenomeno dello spopolamento". "Il processo di aggregazione degli enti camerali è una opportunità di valorizzazione dei rispettivi tessuti economico-produttivi. – conclude Biondi – I corpi intermedi sono stati un valore aggiunto nelle dinamiche di sviluppo ed espansione dell'intero Paese: la capacità di essere uniti, per portare avanti le istanze delle comunità, ancor prima che delle singole città, può essere la chiave di volta per poter tornare a essere protagonisti di un mercato globale in cui solo chi è in grado di comporre un fronte comune potrà essere competitivo rispetto ai giganti dell'economia mondiale".

Ultima modifica il Venerdì, 21 Giugno 2019 09:24

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