Lunedì 7 ottobre i lavoratori del trasporto pubblico locale incroceranno le braccia.
In Abruzzo lo sciopero, che vede l'adesione delle segreterie regionali Filt Cgil, Fit Cisl e Fisa Cisal Abruzzo, metterà a rischio i collegamenti urbani per l'intera giornata. Nel capoluogo, l'azienda aquilana alla mobilità Ama, fa sapere che lo sciopero è previsto dalle ore 5:00 alle ore 6:30; dalle ore 8:30 alle ore 13:10; dalle ore 17:10 fino a fine servizio. "Pertanto -scrive l'azienda partecipata in una nota - esiste la possibilità che non vengano effettuate le corse dell’Ama comprese nell’orario indicato".
Saranno comunque effettuate le corse nelle fasce orarie di garanzia. Per il personale a terra, invece, l’astensione dal lavoro è prevista per tutta la prestazione lavorativa.
La Filt Cgil Abruzzo Molise, nel ribadire tutte le motivazioni oggetto della prima azione di sciopero di 4 ore effettuata lo scorso 16 settembre al fine di contestare la politica regionale sui trasporti e per rivendicare scelte diverse in tema di risorse, regole e riforme, sottolinea come la Regione abbia "dimostrato nei fatti di volersi sottrarre al confronto con le parti sociali".
I motivi alla base della vertenza regionale, riguardano in particolare i "servizi minimi e il Piano regionale integrato sui trasporti. Dalla Legge Regionale 152/1998, vale a dire da quando storicamente l’Abruzzo aveva assunto il formale impegno di individuare un piano regionale integrato sui trasporti comprensivo dei cosiddetti bacini e dei servizi minimi -spiega il sindacato - cioè quelle tratte ritenute indispensabili ed essenziali per i quali si rende necessaria la contribuzione pubblica, sono dovuti passare venti anni prima che il Consiglio Regionale legiferasse in tal senso. E stando agli ultimi sviluppi la netta impressione è che si andrà avanti ancora per molto tempo in un contesto di incertezza e di assenza di regole".
La Cgil contesta anche la mancata pubblicazione del bando di gara per le 50 aziende private. "Ad oggi - sottolinea il sindacato - se si esclude l’affidamento in house che interesserà la società regionale Tua per il periodo 2019/2027, non è ancora noto quando e se saranno bandite le gare per assegnare i restanti servizi gestiti dagli attuali concessionari che operano da oltre un ventennio in regime di proroga".
Nel mirino anche il ricorso a subaffidamenti da parte della regione. "Con un tempismo eccezionale, la Giunta ha approvato lo scorso 29 luglio la delibera 439 con cui, facendo riferimento ad un formale progetto trasmesso in data 27 maggio 2019 dalla società Tua Spa (azienda di proprietà al 100% della regione Abruzzo), ha dato il via libera al ricorso a subaffidamenti ad aziende private per i servizi a domanda debole di Tua per complessivi 1.928.722 chilometri, così ripartiti territorialmente: Provincia di L’Aquila 783.570 km, Provincia di Pescara 487.184 km, Provincia di Teramo 398.630 Km, Provincia di Chieti 259.338 km. Aldilà della nostra ferma contrarietà all’operazione, non sappiamo fino a che punto sia legittimo che una società affidataria in house dei servizi di trasporto regionale, possa in qualche modo fare profitti, lucrando fondamentalmente sul diverso corrispettivo chilometrico riconosciuto da Tua al sub concessionario. Ciò che invece risulta certo è che per la conduzione degli autobus non sono stati previsti particolari vincoli rispetto all’individuazione del personale dipendente che le aziende sub concessionarie andranno ad utilizzare".
"Si riscontra peraltro una sostanziale difformità tra lo schema tipo di sub concessione definito dalla Giunta - aggiunge la Cgil - Nello specifico e in relazione alle clausole sociali e agli obblighi relativi al personale, appare infatti evidente come l'applicazione del CCNL autoferrotranvieri, non costituisca un vincolo per l'azienda subaffidante bensì unicamente una opzione. Non ci sarebbe da sorprendersi a questo punto che in relazione a questa difformità, verrebbero meno alcune certezze rispetto all'unicità contrattuale applicata al settore".
Fenomeno che si aggiunge "all'utilizzo indiscriminato di autisti pensionati ultra sessantacinquenni in analogia con quanto avviene ad esempio nel trasporto scolastico dove tale fenomeno è già largamente diffuso. Così come abbiamo non poche perplessità rispetto agli obblighi da parte delle aziende sub concessionarie in materia di sicurezza sul lavoro e di visite mediche periodiche. E’ noto infatti che molte aziende private, al solo scopo di contenere i costi, non ottemperino soprattutto agli obblighi concernenti le visite mediche periodiche del personale e tutto questo nell’indifferenza di chi dovrebbe sovrintendere a questi controlli legati anche alla sicurezza e di chi dovrebbe scongiurare fenomeni di dumping contrattuale e di concorrenza sleale".
A fronte di tali criticità, sottolinea ancora Filt Cgil, il Fondo unico regionale del trasporto pubblico locale in cinque anni ha subìto una decurtazione di quasi undici milioni di euro l'anno, passando da 187.035.250,14 euro nel 2014 a 177.376.592,55 euro nel 2018. "Da quanto è emerso in questi primi mesi - afferma Cgil - l’attuale governo regionale non sembra affatto intenzionato a voler invertire il trand negativo derivante da questa costante decurtazione di risorse".
Sul biglietto unico regionale, inoltre, "siamo ancora fermi alle promesse. Parliamo di un'altra eterna incompiuta (il biglietto unico con le sue indubbie agevolazioni, vige da oltre un decennio nella sola area metropolitana Pescara-Chieti) la cui mancata estensione a livello regionale, determina un'inaccettabile sperequazione in termini di sviluppo, razionalizzazione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico".
In relazione agli investimenti relativi al materiale rotabile e alla sicurezza, l'Abruzzo "è tra le ultime regioni nella specifica classifica nazionale per l'anzianità dei mezzi. Ad oggi non vi è traccia materiale né delle risorse regionali né di quelle nazionali, tant’è che la situazione appare sempre più drammatica soprattutto in considerazione dell’imminente apertura della stagione scolastica. E’ evidente che l’eccesiva vetustà dei mezzi in circolazione (ad oggi manca ancora un’analisi su base regionale dei mezzi “”euro 0”” prossimi alla rottamazione) si ripercuote sul fattore sicurezza e sull’alta frequenza dei guasti in linea".
In ultimo, la Cgil denuncia scarsa attenzione nei confronti di viaggiatori e pendolari. "La Regione continua ad ignorare, ad esempio, le legittime aspettative degli operai che operano nel nucleo industriale della Val di Sangro, privati della possibilità di servirsi del mezzo pubblico e costretti a sobbarcarsi costi ingenti con l’utilizzo dei propri mezzi privati. Analogamente subiscono la stessa sorte lavoratori, turisti e pendolari che scegliendo l’aeroporto d’Abruzzo, si vedono impossibilitati ad utilizzare un servizio pubblico.
"Anche nei confronti delle parti sociali - conclude il sindacato - la Regione ha mostrato scarsa attenzione e considerazione, ignorando specifiche richieste d'incontro sollecitate dalla Cgil e dalla Filt Cgil Abruzzo Molise rispettivamente con le note del 15 marzo 2019 e del 31 luglio 2019 e che si prefiguravano unicamente l'obiettivo di aprire un legittimo confronto di merito sulle delicate questioni attinenti il settore".