Giovedì, 13 Marzo 2014 23:18

Tares, la protesta della Confcommercio: "Vogliamo pagare il giusto"

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Un incontro interlocutorio. Utile a chiarire alcuni aspetti di una vicenda che - ha sottolineano il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni - "sta togliendo il sonno a tanti piccoli commercianti". Finisce con una promessa: l'istituzione di un tavolo operativo che proverà a rimodulare le tariffe Tares. 

A qualche giorno dal duro botta e risposta a mezzo stampa tra Confcommercio e amministrazione, una folta delegazione di piccole e medie imprese della città è stata ricevuta in Consiglio comunale dal sindaco Cialente e dall'assessore al bilancio De Santis. "Neanche lo Sceriffo di Nottingham avrebbe mai pensato di dimezzare la Tares alle banche e triplicarle o quadruplicarle ai ristoratori e ai fiorai, alle pizzerie al taglio, ai bar, alle pescherie, ai negozi alimentari e non, ai parrucchieri, agli albergatori, agli impianti sportivi, insomma a chi lavora, alle piccole imprese che già soffrono per la terribile crisi dei consumi e per le conseguenze del sisma", aveva attaccato Celso Cioni.

"Il Direttore di Confcommercio ha superato ogni limite di critica legittima e giustificata, attaccando il Sindaco, Massimo Cialente, e minacciando di 'occupare il Comune e di mettere a ferro e fuoco la città' per l’applicazione della nuova Tares, al posto della Tarsu, che avrebbe penalizzato diverse categorie di commercianti", la risposta di De Santis. Che si era detto comunque disponibile "ad accogliere le richieste delle categorie commerciali in difficoltà, se ci saranno margini e discrezionalità di azione da parte del Comune per l’anno 2014. La pur giusta protesta - aveva sottolineato l'assessore - deve tener conto delle norme nazionali, a cui le decisioni comunali devono conformarsi".

Parole che sono state ribadite nell'incontro che si è tenuto nel pomeriggio di ieri. Stando alla normativa, ha spiegato De Santis, "le tariffe risultano distinte in due categorie, utenze domestiche ed utenze non domestiche. Per le utenze domestiche, concernenti l’abitazione di residenza o di domicilio provvisorio post-sisma del contribuente, l’importo del tributo risulta parametrato alla superficie dell’immobile dichiarata ed al numero dei relativi occupanti, come risultanti dall’anagrafe comunale. Per le utenze non domestiche, l’importo del tributo risulta invece commisurato alla quantità ed alla qualità dei rifiuti prodotti per unità di superficie, nonché all’uso e alla tipologia dell’attività svolta e ciò in ossequio al principio, che ha ispirato la norma, 'chi più inquina più paga'".

Rispetto a tali disposizioni nazionali, il margine di manovra in capo agli Enti Locali, che con il gettito Tares debbono assicurare l’integrale copertura dei costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, sarebbe dunque molto assottigliato.

 

La difficile applicazione della Tares. Ricorderete i problemi che l'applicazione della nuova tassa aveva già generato al momento dell'approvazione del bilancio di previsione del Comune dell'Aquila, nel giugno scorso. La discussione in Consiglio comunale - programmata per il 27 giugno scorso - era stata rinviata di qualche giorno perché la Giunta aveva inserito in delibera la previsione per i rifiuti ma non aveva istituito la Tares. Atto propedeutico rispetto al Bilancio. Il testo, tra l’altro, avrebbe dovuto contenere la tabella con le tariffe, dunque, la specifica in termini di entrata di spesa per l’ente comunale.

L’assessore al bilancio, Lelio De Santis, si era giustificato scaricando le responsabilità sul Governo, che in effetti non aveva ancora chiarito alcune questioni cruciali per l’istituzione della nuova tassa sui rifiuti. Tanto da derogare l’approvazione dei Bilanci preventivi dei comuni italiani al 30 settembre 2013. Il comune dell’Aquila, però, aveva la necessità di arrivare presto al voto favorevole del Consiglio perché, senza Bilancio, non sarebbe stato possibile erogare i fondi stanziati per la ricostruzione. Di qui, l’idea di inserire le tariffazioni in base alla vecchia Tarsu. Prima dell’affannata marcia indietro, quando ci si rese conto che non era possibile. Così, la Giunta guidata da Massimo Cialente approvò in tutta fretta le delibere che vennero poi discusse in Commissione, a 24 ore dalla votazione favorevole in Consiglio.

 

Cosa prevede la tariffa Tares. La nuova tariffa Tares è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo di servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e alla entità dei costi di gestione. Alla tariffa determinata si applica, poi, una maggiorazione di 0,30 euro/mq a copertura dei costi di servizio indivisibili dei comuni.

Le tariffe coprono tutti i costi dei servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati agli urbani, avviati a smaltimento. Il piano finanziario prodotto dalla Asm prevede un costo complessivo di 14 milioni e 500mila euro. Alla copertura ha pensato il Comune - in Bilancio - con oneri pari a 8milioni e 300mila euro. I restanti 6milioni e 200mila euro sono stati sanati con parte dei 26milioni trasferiti con i fondi previsti nella Legge di stabilità del 2012, contributo straordinario sulla base dei maggiori costi sostenuti e delle minori entrate conseguite per via del sisma.

La cifra di 8 milioni e 300mila euro che i cittadini e le imprese sono stati chiamati a sborsare si sono trasformati in un vero e proprio salasso perché, nel post sisma, sono diminuite e di molto le utenze: dalle 33mila del 5 aprile 2009, alle 22mila di questi giorni. Non è difficile capirne i motivi: semplicemente, molte utenze non sono state riallacciate dopo il terremoto e per accedere agli alloggi provvisori molte famiglie hanno accorpato nuclei diversi. Non solo: sono diminuiti anche i mq imponibili, visto che in molti abitano - appunto - negli alloggi dei progetti C.A.S.E. o villaggi M.A.P., spesso più piccoli delle abitazioni originarie.

 

Il mancato intervento del Governo. Si sperava - evidentemente - in un intervento del Governo: "Abbiamo esercitato un'azione forte nei confronti del Ministero denunciando che l'applicazione della tariffa avrebbe causato enormi problemi se non avesse tenuto conto dell'enorme sofferenza in cui versano il territorio e le imprese del cratere", ha spiegato De Santis. "Purtroppo - però - non potevamo far altro che approvare la nuova Tares altrimenti non avremmo potuto predisporre il bilancio di previsione".

Ed ora? L'assessore al bilancio ha svelato le intenzioni dell'amministrazione: "E' importante condurre - tutti insieme - una battaglia incisiva per chiedere all'esecutivo un provvedimento legislativo che accolga le legittime richieste della città. Chiediamo che l'applicazione della tariffa tenga conto delle difficoltà che la città sta vivendo. Allo stesso tempo, andrà condotta con fermezza la battaglia all'evasione. L'impegno dell'amministrazione è di aprire un tavolo per discutere la rimodulazione delle tariffe, a patto che il costo resti invariato però".

 

Disparità di trattamento nell'applicazione delle tariffe. In realtà, come ricordato da Celso Cioni - l'aveva già denunciato, giorni fa, il gruppo consiliare de 'L'Aquila che vogliamo' - dal punto di vista amministrativo e contabile si ravvisano disparità difficili da spiegare. "Qual è il criterio adottato se le banche non solo non subiscono aumento con la Tares ma addirittura beneficiano di uno sconto di quasi il 50%?", si è chiesto il gruppo rappresentato il Consiglio da Vincenzo Vittorini. Al contrario, "musei, attività artigianali, botteghe, barbieri ed estetisti, impianti sportivi, campeggi, bar, ristoranti, subiscono aumenti considerevoli e fino al 300%".

Anche per le abitazioni l'aumento colpisce in modo violento le famiglie con rincari ben maggiori del 100%. Insomma, riduzioni anche sensibili per alcuni e rincari sproporzionati per altri indipendentemente dalla fruizione, dalla qualità del servizio e dalla capacità contributiva. A far di calcolo, una famiglia di 4 persone che vive una abitazione di 80mq vedrebbe schizzare i costi da 152,72euro a 348,22. Al contrario, una banca in 200mq passerebbe da 1.144,92euro a 430euro. Inoltre, dal punto di vista normativo, il Comune dell'Aquila avrebbe "recepito solo alcuni aspetti, quelli relativi alla tariffazione, tralasciando alcuni aspetti importantissimi riguardanti modalità, qualità ed efficienza del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti".

 

Celso Cioni: "I conti non tornano". "Noi vogliamo pagare, ma vogliamo pagare il giusto", ha incalzato Celso Cioni. "Qualche settimana fa, abbiamo denunciato come ci sia una soglia tra il giusto tasso bancario e l'usura. Oggi, denunciamo che lo stesso discorso vale per i tributi che siamo chiamati a pagare quotidianamente. Siamo dinanzi ad una occasione perduta - ha sottolineato il direttore regionale di Confcommercio - rispetto al merito e al metodo di questa vicenda. Non possiamo essere consultati a fasi alterne, quando c'è bisogno di noi come nei giorni delle dimissioni poi ritirate del primo cittadino. Vogliamo essere consultati sempre. Anche perché i conti non tornano: spropositati i costi, oltre 14 milioni di euro. A Pescara - giusto per fare un esempio - con 75mila utenze la spesa è di 24milioni. Inoltre, non ci spieghiamo come si sia passati da 33mila a 22mila utenze: vorrebbe dire che 26mila persone hanno lasciato la città. Infine, non capiamo come siano stati calcolati i coefficienti: ci sono alcune categorie che vengono vessate e altre che, al contrario, vengono promosse (le banche così come i centri commerciali). Tariffe che andranno necessariamente riviste".

Poi l'affondo: "Riscontriamo anche dei buchi nel percorso di applicazione della Tares. Sono già pronti dei contenziosi. Attenzione".

 

Le proposte del Cna. A margine dell'incontro fissato in Consiglio comunale, sono arrivate anche cinque proposte formulate dal presidente e dal direttore del Cna dell'Aquila, Giorgio Stringini e Agostino Del Re: "Occorre ristrutturare profondamente l'Asm, l'Azienda di smaltimento dei rifiuti, in modo da produrre una consistente riduzione dei costi della Tares. E nello stesso tempo combattere senza quartiere l'evasione, che penalizza le imprese regolari, aggiornare gli estimi catastali; verificare gli incassi delle utenze dei progetti di nuovi insediamenti conseguenti al terremoto; favorire la ricostruzione per incrementare le utenze". "Soffiando sul fuoco della demagogia - hanno osservato Stringini e Del Re - e' davvero difficile venire a capo della discussione. Perché a molti piccoli imprenditori sfuggono i dati reali. Infatti, analizzando il costo a metro quadrato applicato nel nostro territorio, emerge con chiarezza come in centri abruzzesi di analoghe dimensioni, ad esempio Chieti, Teramo, Montesilvano, Avezzano, siano applicate aliquote molto più alte di quelle aquilane".

Per la Cna, insomma, la strada non può che essere quella della concertazione e della ricerca di una soluzione possibile. "Perché senza i contributi straordinari concessi dallo Stato in seguito al terremoto, le aliquote sarebbero state ancora più alte. Oltretutto, occorre considerare la drastica riduzione delle utenze assoggettate alla Tares, passate, per effetto del sisma, da poco più di 33mila a 22mila; e all'ampliamento del territorio su cui insiste la raccolta a causa dei nuovi insediamenti periferici. Pescara, a fronte di utenze quattro volte più numerose di quelle dell'Aquila, ha costi dello smaltimento simili ai nostri". Da qui le proposte, rivolte al Comune dell'Aquila, per un contenimento dei costi del servizio: in questo modo - sottolinea la Cna aquilana - già a partire dai prossimi anni potrà essere garantita una perequazione favorendo una riduzione delle imposte a quelle attivita' produttive ora maggiormente svantaggiate. Staremo a vedere.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Marzo 2014 23:53

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