A meno di ventiquattr'ore dalla effettiva disdetta del contratto di subappalto, resta incerto il futuro per i 160 lavoratori del call center Customer2Care che lavorano la commessa WindTre.
Il 23 gennaio scorso, in sede d'incontro con sindacati e Rsu, l'Amministratore Unico di C2C ha informato che la committente CCSud recederà unilateralmente il contratto di subappalto a C2C, a far data da domani, 11 febbraio 2020. "Secondo quanto riportato da CCSud - spiegano Slc-Cgil, Uilcom-Uil e le Rsu - i volumi di traffico forniti da WindTre non consentono il mantenimento degli attuali livelli occupazionali".
E ad oggi, "ancora nessuna risposta è arrivata da parte di WindTre, nonostante i ripetuti solleciti da parte delle organizzazioni sindacali e di tutte le istituzioni aquilane".
L'operatore telefonico nel 2016 si era impegnato a garantire i livelli occupazionali e contrattuali nella sede dell'Aquila: "oggi, invece, volta le spalle alla città ed ai 160 lavoratori", l'affondo dei sindacati. "Questo silenzio è inaccettabile, è un tradimento della promessa fatta alla città".
In queste ore, azioni di sciopero sono in corso nella struttura di via dell'Arcivescovado: "WindTre deve fornire riscontro immediatamente, mantenendo fede al suo impegno, garantendo i livelli occupazionali, economici e contrattuali oggi in essere", la richiesta dei sindacati.
Nei giorni scorsi, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi aveva scritto al ministero dello Sviluppo economico e al ministero del Lavoro per ottenere “maggiori informazioni” inviando altresì un sollecito a Wind3 affinché vengano manutenuti i livelli occupazionali del call center Constumer2Care (C2C). “Lo scorso 4 febbraio – ha scritto il sindaco Biondi – si è tenuto un tavolo di confronto cui sono intervenuti la sottosegretaria del Mise, Alessandra Todde, insieme ai sottosegretari al Lavoro Stanislao Di Piazza e Francesca Puglisi. Incontro al quale hanno partecipato le grandi società che usufruiscono dei call center per i loro servizi. Ai rappresentanti del Governo ho fatto presente che il settore dei contact center fornisce occupazione, nella sola città dell'Aquila, a centinaia di operatori ed è uno dei comparti con più addetti del territorio provinciale”.
“Siamo in un momento particolarmente delicato per questo settore – ha proseguito Biondi – in quanto la fluidità del mercato, i rinnovi problematici delle commesse e una sempre maggiore aggressività di aziende che prediligono esternalizzare il servizio in altri paesi europei hanno portato all'apertura di importanti vertenze lavorative anche in questa terra”. Di qui la richiesta del primo cittadino dell’Aquila di serrare i confronti e di “porre in essere tutte le azioni necessarie in grado di sostenere la fase di transizione con la celerità che il particolare momento storico richiede”.
“Sono consapevole della situazione particolare che sta vivendo il mondo dei contact center – ha scritto invece Biondi a Wind Tre, la cui commessa, gestita da Ccsud, riguarda proprio il sito aquilano di C2C - ma, al contempo, non posso non esprimere preoccupazione per il paventato rischio esuberi in una città che, con tenacia e orgoglio, sta portando avanti un coraggioso percorso di rinascita a quasi undici anni dal sisma del 6 aprile 2009 e il cui territorio ha cronicamente a che fare con una disoccupazione allarmante”.
Il sindaco si è detto certo che l’attenzione dei confronti dell’Aquila e del territorio sarà massima da parte della società committente “come accaduto finora, ma chiedo – ha scritto ancora Biondi – che la direzione di competenza sia informata con cura della difficoltà della situazione attuale. L’obiettivo è mantenere gli attuali livelli occupazionali e contrattuali in continuità lavorativa”. Il sindaco ha altresì chiesto informazioni circa la commessa del servizio di contact center per conto di WindTre e sulla revoca del subappalto per la commessa medesima da parte di CCSUD rispetto a C2C, nonché gli esiti di tale operazione sui lavoratori. “Il dialogo con le istituzioni e con la società sarà sempre aperto e continuo – ha concluso Biondi – all’insegna di un confronto necessario, concreto e costruttivo, per superare questa fase piuttosto preoccupante. Siamo vicini ai 160 lavoratori di C2C e alle loro famiglie, che in alcun modo devono trovarsi in condizioni tali da patire le gravi sofferenze cui dovrebbero fare i conti in caso di scongiurabile revisione dell’operatività del call center aquilano”.