Sono sospesi in un limbo i 160 lavoratori del call center Customer2Care.
Ieri la società CcSud (con sede a Battipaglia) ha revocato a C2C il subappalto della commessa WindTre e ora i dipendenti sono in ferie forzate fino al 13 febbraio. Poi non è chiaro cosa succederà, visto che l'amministratore unico C2C Roberto Guerrieri risulta al momento irreperibile.
L'unica comunicazione da parte di C2C è arrivata, tramite mail, dalla direttrice Monica Risio, che l'11 febbraio, giorno della revoca unilaterale del contratto di subappalto, ha informato tutti i lavoratori (e l'ad Guerrieri per conoscenza) che le porte del sito di via dell'Arcivescovado sarebbero rimaste chiuse in attesa di nuove disposizioni.
Intanto i sindacalisti Uil e Cgil, che ieri pomeriggio hanno incontrato i lavoratori in una partecipatissima assemblea, si recheranno all'ispettorato del lavoro affinché siano fatte pressioni sull'amministratore unico di C2C che, finora, ha evitato il confronto con lavoratori e sindacati.
"Vedremo se con l'intervento degli ispettori del lavoro riusciremo ad ottenere disposizioni da Guerrieri che è l'unico ad averne competenza - ha spiegato Piero Francazio della Uil - E' necessario un suo intervento per permettere ai lavoratori di usufruire di ulteriori ferie o roll, in attesa della definizione di un accordo che ponga i termini del riassorbimento dei 160 lavoratori da parte di un nuova società che sarebbe pronta, i primi di marzo, a prendere la commessa e far rientrare i dipendenti".
Questa possibilità, che apre uno spiraglio in una vertenza piuttosto anomala, è emersa martedì scorso nel corso di un incontro interlocutorio svoltosi alla sede centrale Wind a Roma, cui hanno preso parte i rappresentati sindacali Cgil e Uil e Elisa Vitolo, manager della CcSud, intervenuta in conference call.
L'operatore telefonico, hanno riferito i sindacalisti in assemblea, ha assicurato di non voler abbandonare il sito aquilano e si è detto pronto a girare la commessa a una nuova società, la CcNord (controllata al 100% da CcSud), che a sua volta avrebbe dato disponibilità a riassorbire il personale. Sarebbe stata individuata anche una nuova sede che, per problemi di connettività dei sistemi, non sarebbe pronta prima dell'inzio di marzo.
Il condizionale è d'obbligo, visto che quanto riferito ai sindacati da Wind e CcSud, al momento, non è supportato da documentazione ufficiale. Inoltre l'operatore telefonico, che ha confermato la riduzione dei volumi di traffico, sarebbe disposta sì a garantire i livelli occupazionale ma a condizione che l'orario di lavoro venga ridotto da otto a sei ore per questioni di sostenibilità aziendale.
Ad amplificare il quadro di incertezza contribuisce il fatto che, trattandosi di una rescissione di contratto di subappalto, viene meno l'applicazione della clausola sociale prevista solo in caso di cambio di appalto. Non essendo stata aperta alcuna procedura di licenziamento collettivo, il riassorbimento dei lavoratori da parte della nuova azienda partecipata al 100% da CcSud, dovrebbe avvenire tramite dimissioni e contestuali nuove assunzioni.
"Abbiamo poco tempo - ha affermato Francazio - a breve ci sarà, a Roma, un incontro con la CcSud per mettere nero su bianco quanto ci è stato riferito martedì. Poi definiremo con CcSud e la nuova azienda i termini del riassorbimento e gli aspetti normativi ed economici del nuovo contratto dei lavoratori".
Intanto, venerdì prossimo, davanti agli uffici di Poste Italiane di Centi Colella, andrà in scena la protesta dei lavoratori del call center Olisistem, l'altra annosa vertenza che coinvolge gli appalti del settore dei call center aquilani. "I lavoratori sono senza stipendio a causa del mancato pagamento da parte di Poste della fattura che avrebbe dovuto garantire il versamento delle mensilità - ha spiegato Francazio - I lavoratori sono entrati oggi in sciopero. C'è inoltre la questione della clausola sociale che lascerebbero fuori 30 lavoratori Olisistem della commessa Poste nel passaggio a un'altra società, la Distribuzione Italia".