"In spregio al fatto che oggi si annoverano almeno 5 Regioni e circa 15 Provincie 'virtuose' (tra cui la nostra) che registrano, da giorni, un contagio 0, il DPCM uscito ieri in pompa magna ha ancora una volta stabilito che l’Italia tutta deve adeguarsi alla velocità della Lombardia. Il fatto che L’Aquila città sia da oltre 2 settimane senza contagi, che l’intera Provincia ne conti una percentuale decisamente inferiore allo 0,2% indicato come soglia minima, non sarà sufficiente per consentirci né una riapertura di negozi e attività ormai alla canna del gas, né un minimo di libertà di movimento dei cittadini come ormai ci si aspettava".
Si legge in una nota firmata da Massimiliano Mari Fiamma, segretario generale di Apindustria.
"La task force tanto decantata, e pagata con i nostri 'debiti', dopo giorni di intensa attività cerebrale, non è stata nemmeno in grado di proporre una differenziazione tra territori e restrizioni nei soli confini regionali o provinciali, ma si è limitata a produrre dei copia e incolla delle proposte di riapertura già proposte dalle nostre Confederazioni nazionali, ha prorogato senza motivazione la reclusione di tutti, ha affossato le residue speranze di sopravvivenza di piccoli imprenditori, ed ha reintrodotto lo statalismo nel stabilire i prezzi delle mascherine senza far capire a chi dovrebbe rivenderle come acquistarle (sul mercato cinese da cui tutte provengono) a costi che consentano il rispetto di quelle cifre".
La sensazione è che, come è stato all’inizio della pandemia, quando non si è voluto chiudere il 'motore d’Italia' per evitare la diffusione del contagio, oggi si stia ancora ragionando in modo lombardocentrico per evitare che altri territori, tra cui il nostro, possano avere dei seppur minimi vantaggi concorrenziali con riaperture differenziate. "Per la martoriata Provincia aquilana, distrutta dal sisma e disabitata per le scellerate politiche di penalizzazione delle zone interne, queste settimane di anticipo sarebbero state una boccata d’ossigeno fondamentale, come più spesso abbiamo avuto modo di ribadire alla Regione Abruzzo ed alla Prefettura, ma il Governo ha deciso di ignorare qualsiasi voce di buon senso si sia levata da diverse parti d’Italia. Non possiamo che accettare passivamente quanto non in nostro potere di cambiare ma risulta chiaro che questa vicenda dimostra la totale inadeguatezza delle forze di maggioranza a gestire una situazione straordinaria che pregiudicherà il futuro di tutti noi".