"Confcommercio L'Aquila è stata, sin dall’insorgere dell’emergenza da coronavirus, rispettosa dei provvedimenti del Governo e della Regione Abruzzo. Ha accettato responsabilmente il sacrificio della chiusura delle attività commerciali per cercare di contenere la diffusione del contagio. Le attività di commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, bar, ristoranti, alberghi e molte altre sono finora rimaste in silenziosa attesa di poter riaprire, nonostante le misure contenute nel Decreto 'Cura Italia' siano fortemente insufficienti per sostenere la sopravvivenza del tessuto economico-produttivo attualmente sospeso. Purtroppo esiste il reale e concreto pericolo che una parte degli imprenditori, che non sono più in grado di far fronte ai debiti accumulati in questi ultimi mesi (affitti, tasse, bollette, fornitori), si rivolgano agli usurai per ottenere la liquidità necessaria a coprire le spese".
E' un appello accorato quello del presidente di Confcommercio Roberto Donatelli che esprime "viva preoccupazione per il rischio che corrono le imprese del commercio, del turismo e dei servizi, in particolar modo per i soggetti più deboli ed esposti economicamente con gli istituti di credito".
D'altra parte, l'allarme è stato lanciato anche dalla Banca d'Italia che ha evidenziato come l'emergenza in corso amplifichi notevolmente i rischi di illeciti ed usura. "Consentire la riapertura solo dopo la metà di maggio e, forse, anche oltre, dei negozi di abbigliamento, calzature, bar, ristoranti ed alberghi rappresenta l’ultimo colpo di mannaia che segue redditi azzerati, posti di lavoro a rischio, una primavera già persa ed una stagione estiva che in particolar modo le nostre aziende dei settori commerciale e turistico perderanno, soprattutto quelle operanti nelle località turistiche. Tutto questo dopo aver dato totale garanzia di essere pronti a riaprire con sicurezza, con tutte le precauzioni del caso".
Confcommercio rivolge, dunque, un appello al Presidente della Regione Abruzzo ed al Governo Nazionale "affinché assicurino, con provvedimenti necessari ed urgenti, a tutte le imprese che hanno dovuto sospendere la propria attività, la possibilità di ripartire in sicurezza al più presto, al fine di evitare irreparabili danni alla nostra economia con la chiusura definitiva di migliaia di aziende e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. “Le nostre imprese vogliono disperatamente lavorare, ma sono sull’orlo del baratro e rischiano seriamente di morire".