Lunedì, 07 Settembre 2020 12:29

La Lega e il corto circuito sui migranti trasferiti da Avezzano all'Aquila

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"Niente clandestini in arrivo da Lampedusa a Paterno, frazione di Avezzano in Abruzzo: è una vittoria della Lega e di tutti i cittadini. Il governo incapace e pericoloso è avvertito: c’è un’Italia che dice no all’invasione". Parole di Matteo Salvini che, nei giorni scorsi, ha 'salutato' così la decisione della Prefettura dell'Aquila di fare marcia indietro sul trasferimento di 25 migranti in Marsica. 

D'altra parte la questione era diventata squisitamente politica, in piena campagna elettorale per le amministrative di Avezzano, con gli attivisti della Lega in strada a protestare contro l'invasione dei migranti e il candidato sindaco del Carroccio Tiziano Genovesi a guidare la rivolta a colpi di comunicati stampa, post su facebook e strafalcioni tali da costringerlo a licenziare un ragazzo dello staff; dal suo profilo facebook, ve l'avevamo raccontato, era partito il 'like' su un commento che invitava a munirsi di una tanica di benzina per accogliere i migranti: è venuto fuori un putiferio, con Genovesi costretto a prendere le distanze, a spiegare che l'iniziativa era stata di un suo collaboratore che gestiva i profili social e a 'farlo fuori'. 

Va detto che la motivazione ufficiale che sta dietro alla decisione di trasferire altrove i migranti diretti a Paterno è una nota, inviata in Prefettura dal commissario prefettizio di Avezzano Mauro Passerotti, in cui è stato specificato che la struttura indicata era inadeguata all'accoglienza.

Sta di fatto che il passo indietro è stata salutato come una vittoria politica dalla Lega: "È una vittoria della Lega, del centrodestra e della comunità della popolosa frazione di Avezzano. Ha pagato la pacifica ma decisa mobilitazione contro il piano di un governo che invia clandestini nei territori italiani mettendo a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, tra cui tanti anziani e bambini", la presa di posizione di Genovesi. "Quando saremo alla guida della Amministrazione comunale non ci saranno più ‘sbarchi’ ad Avezzano e nella Marsica".

Ora, detto che anche altri candidati alla carica di sindaco di Avezzano si erano scagliati contro l'arrivo dei 25 migranti a Paterno - Gianni Di Pangrazio, in particolare - è curioso che Genovesi, coordinatore provinciale del Carroccio oltre che candidato sindaco di Avezzano, non abbia detto una parola sul fatto che 12 di quei migranti siano stati destinati all'Aquila. E non ci sono state reazioni neanche dagli esponenti cittadini del Carroccio che pure, nei giorni scorsi, avevano fatto sentire la loro voce per denunciare il governo "incapace e pericoloso" - parafrasando Salvini - che aveva inviato in città migranti risultati positivi al covid-19 mettendo a rischio la salute pubblica. 

Evidentemente, si saranno accorti anche loro che parlare di "invasione" davanti a 25 esseri umani è un tantino esagerato e avranno preso coscienza che dire, come ha fatto Genovesi, "che non ci saranno più 'sbarchi' ad Avezzano e nella Marsica" significa semplicemente pensare - o voler far credere - che si possa spostare il (presunto) problema altrove. A meno di non dover trarre la conclusione che i migranti siano solamente un argomento da campagna elettorale. Piuttosto, bisognerebbe comprendere che una accoglienza diffusa, sui territori, fatta di piccoli numeri, renderebbe il fenomeno migratorio assolutamente gestibile. Se non fosse che proprio Salvini, nei suoi mesi da Ministro dell'Interno, quel concetto di accoglienza diffusa che aveva preso corpo, faticosamente, con il così detto 'Sprar', ha deciso di smantellarlo. 

E la vicenda di Avezzano mostra chiaramente come il motto del 'Prima gli...', che siano avezzanesi o aquilani, non può che entrare in conflitto, come in questo caso, dando vita a corto circuiti che ne mostrano tutti i limiti e le contraddizioni. 

Ultima modifica il Lunedì, 07 Settembre 2020 14:22

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