Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi dove godere di spazi di libertà più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan.
Con il rilancio di piccoli borghi abbandonati – sostiene la Coldiretti Abruzzo - "si inizia a programmare l’Italia del post Covid, si salva l’immenso patrimonio edilizio rurale composto in Italia da malghe, cascine, fattorie masserie e stalle a rischio idrogeologico e si creano i presupposti per il rilancio dei piccoli comuni che in Abruzzo sono 251 (pari all’82,30% del totale dei comuni della regione, che sono complessivamente 305) e il 4,56% sul totale dei comuni italiani al di sotto dei 5mila abitanti, percentuale superata solo da Piemonte, Lombardia, Campania, Calabria, Sardegna e Veneto".
Si tratta di una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile. "La misura ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché – sottolinea la Coldiretti - aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città".
Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti – sottolinea la Coldiretti – "l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città non solo come meta per gite fuori porta ma anche come residenza fissa, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi sta iniziano a dare i primi segni di ripresa".
Coldiretti Abruzzo ricorda che i centri sotto i 5mila abitanti hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. "In tal senso risulta fondamentale colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76% delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75% ha una connessione a banda larga ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2019. E’ quindi necessario superare un digital divide e promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente".