“Investire nelle aree fragili del Paese: Sud e aree interne alla prova del Recovery plan”.
E' il titolo del seminario, organizzato dalla Fondazione Magna Carta di Gaetano Quagliariello e dalla Fondazione Con il Sud, che si è svolto all'Aquila, nell'aula magna del Gran Sasso Science Institute.
Ad aprire i lavori è stato il responsabile di Magna Carta Abruzzo, Pierangelo Guidobaldi. Ospite dell'evento la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna che, intervenuta in collegamento video, ha affidato agli ospiti del seminario tre riflessioni.
La prima attiene alla "svolta politica e culturale", determinata all'insegna dell'adesso o mai più, "imposta dalle scelte di politica economica del governo Draghi" legate alle politiche d'investimenti del Pnrr.
"Per trent'anni l'Italia è stata immaginata e governata come un insieme di vagoni trainati dalla locomotiva del Nord", ha sottolineato Carfagna; "al Nord sono stati concentrati gli investimenti pubblici e i territori ne hanno beneficiato in termini di crescita, di sviluppo, posti di lavoro, maggiore gettito fiscale, con ricadute benefiche sulle risorse a disposizione per garantire servizi pubblici e benessere ai cittadini, alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese. Quel modello della locomotiva del Nord è saltato con la crisi del 2009; non ne avevamo ancora assorbito gli effetti che sul Paese si è abbattuta un'altra crisi economica e sociale dovuta al covid-19. Che il paese ne possa uscire al traino della sola locomotiva del Nord è chiaro a tutti che non è possibile; soltanto questo governo è riuscito a raccogliere questa sfida ed agire di conseguenza".
Carfagna ha inteso ribadire come il 40% dei fondi del Pnrr siano destinati alle regioni del Sud, "una fetta superiore alla quota di popolazione residente e al Pil prodotto dal Mezzogiorno: così, si intende accendere un altro motore per garantire lo sviluppo dell'Italia perché il solo motore del centro Nord non basta a garantire la ripresa economica e finanziaria, ma anche sociale del Paese".
La seconda riflessione riguarda le prospettive che questa nuova impostazione apre non soltanto per i territori ma anche per le forze politiche che li governano.
"Noi tutti fra 4 o 5 anni, e dico 5 anni perché l'orizzonte del Pnrr è questo, non saremo certo giudicati sulle baruffe quotidiane legate al green pass o ad altre diatribe che, purtroppo, si producono ad uso e consumo dei giornali, bensì sulla capacità di dare attuazione ai progetti e agli interventi che il Pnrr rende possibili. Quanti asili nido in più, quanta sanità di prossimità in più, quanti sprechi in meno negli acquedotti meridionali, quanta innovazione e quanto lavoro in più, quante strade e quanti km di ferrovie saremo in grado di portare nelle regioni del mezzogiorno? Su questo saremo giudicati".
A proposito della capacità amministrativa, ha proseguito Carfagna, "stiamo lavorando per costruire le condizioni affinché tutti possano partecipare a questa straordinaria opera di ricostruzione nazionale, tutti, dalla città più grande al comune più piccolo e più fragile delle aree interne. Nei prossimi giorni sarà pubblicato un nuovo bando per l'assunzione di tecnici e progettisti, ingegneri e architetti necessari per rafforzare le pubbliche amministrazioni del Sud; ci sono 120 milioni di euro per consentire ai comuni medio-piccoli, con popolazione al di sotto dei 30mila abitanti, di dotarsi di un parco progetti necessario per partecipare alle programmazioni di risorse europee e nazionali. Ci sono poi i poteri di affiancamento e sostituzione, non soltanto in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ma in capo anche, per i fondi strutturali europei, all'Agenzia per la coesione nazionale. Ci troviamo dinanzi ad una straordinaria stagione di programmazione che riguarda non soltanto le risorse europee del Pnrr ma anche i fondi strutturali e nazionali per la coesione, oltre al programma europeo React Eu per la transizione".
Uno sforzo finanziario enorme che supera per quantità di denaro, e dovrebbe superare per capacità di progettazione, lo sforzo di investimenti prodotto dalla Cassa del Mezzogiorno nei primi dieci anni di vita. "Le simulazioni che abbiamo a disposizione ci dicono che se saremo bravi, se riusciremo a programmare, realizzare ed attuare gli interventi nei tempi previsti e con le modalità stabilite, il Sud nei prossimi 5 anni crescerà più del centro Nord; l'occupazione giovanile aumenterà di 4,9 punti percentuali, quella femminile di 5,5. Sembrano numeri freddi, ma si tratta di centinaia, migliaia di posti di lavoro che giovani e donne potranno trovare nel Mezzogiorno grazie agli investimenti che stiamo programmando e che dovremo realizzare nei prossimi 5 anni".
L'ultima riflessione della ministra fa riferimento al modello di Sud che il governo sta provando a disegnare attraverso le grandi opere previste nel Pnrr in sinergia con gli investimenti dei fondi strutturali europei e del fondo nazionale di sviluppo e coesione. Con una premessa: "il Mezzogiorno non è quel deserto che qualcuno immagina e altri amano raccontare; le tre più grandi fabbriche italiane per numero di addetti si trovano al Sud: mi riferisco a Taranto, Melfi e alla Val di Sangro. Le principali raffinerie e i più grandi giacimenti di petrolio on-shore si trovano al Sud, dove insistono, tra l'altro, 2 dei 5 distretti aeronautici italiani, in Campania e in Puglia; è a Taranto il maggior arsenale della Marina militare, poi c'è la farmaceutica, l'agroalimentare, il tessile, i grandi stabilimenti per la costruzione e la manutenzione dei treni. Il Sud è una realtà di sviluppo a macchia di leopardo: l'obiettivo è ricucire le aree più fragili a quelle di maggior sviluppo per fare in modo che si possano creare le condizioni necessarie per favorire crescita ed occupazione".
Il sistema Mezzogiorno che il Governo sta provando a disegnare fa leva sulla sua collocazione geografica, ponte centrale nel bacino del Mediterraneo, porta meridionale dell'Europa, epicentro dei traffici commerciali e dei rapporti umani. "Questa è la ragione per cui abbiamo puntato su tre assi: alta velocità ferroviaria, che taglierà i tempi di percorrenza su tutte le direttrici, e si accompagnerà al potenziamento delle linee ordinarie; una grande opera di infrastrutturazione dei porti cui sono destinati 1 miliardo e 200 milioni di euro; il potenziamento e la valorizzazione delle zone economiche speciali cui abbiamo destinato 630 milioni di euro e per le quali abbiamo approvato una riforma per rafforzare i poteri del commissario straordinario e consentire che in quelle aree sia più facile e vantaggioso investire. L'operazione su cui scommettiamo è data dalla somma tra collegamenti ferroviari di tipo europeo, porti modernizzati e Zes dove per le imprese sarà conveniente investire: la somma di questi tre assi può davvero trasformare l'ambiente economico e produttivo del Mezzogiorno".
All'intervento della Ministra per il Sud e la Coesione territoriale sono seguiti i saluti istituzionali del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, della prorettrice del GSSI Alessandra Faggian e del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.
Fondo complementare, Legnini: "Entro il 31 dicembre i progetti"
Il prossimo 31 dicembre scadranno i termini per presentare i progetti da finanziare con i soldi del fondo complementare del Pnrr, la linea di finanziamento da 1 miliardo e 780 milioni euro dedicata ai territori colpiti dai terremoti del 2009 e 2016/17. Si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle trasversali previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che andranno a integrare quelle già stanziate per la ricostruzione pubblica e privata dei due Crateri.
L’imperativo, spiega il commissario straordinario al sisma del Centro Italia e coordinatore della Cabina di coordinamento integrata Giovanni Legnini, è fare presto e bene.
Le due linee di intervento principali sono state definite: la prima, “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi”, ha una dotazione di 1.080 milioni di euro, mentre la seconda, “Rilancio economico e sociale”, potrà contare su un plafond di 700 milioni. Ognuna sarà articolata in quattro progetti specifici.
“Le prossime tappe” afferma Legnini “consisteranno nell’individuare i progetti ovvero i bandi da emanare in particolare per le imprese e lo sviluppo del sistema produttivo, del turismo e della cultura. Abbiamo di fronte settimane di grande impegno, lo affronteremo ascoltando e acquisendo le volontà dei componenti della cabina di coordinamento, ovvero le quattro Regioni al cui interno si trovano i due Crateri, i sindaci, le strutture della presidenza del Consiglio, il settore produttivo, le università, il mondo dell’associazionismo. Dobbiamo fare in modo che l’allocazione di queste risorse corrisponda agli obiettivi che questo territorio vuole darsi per la rinascita e lo sviluppo dell’economia”.
Il Comune dell’Aquila sarà destinatario di due importanti interventi: la realizzazione di due centri nazionali di alta formazione, uno per la Pubblica amministrazione e un altro per il Servizio civile. Per quest’ultimo progetto, sottolinea Legnini, “c’è già un’ipotesi molto avanzata di riutilizzo del patrimonio immobiliare pubblico del Progetto Case”. Il centro di formazione per la PA, invece, dovrebbe essere una sorta di sede distaccata della Sna (la Scuola nazionale dell’amministrazione che attualmente ha sede a Roma e a Caserta), votata, però, alla formazione tecnica, nella quale saranno capitalizzate e valorizzate l’esperienza e le competenze maturate nella ricostruzione post sisma. “Il progetto deve essere ancora concretizzato ma ne parleremo sicuramente nella cabina di coordinamento”.
Quaglariello: "Nelle aree interne il cuore indentitario dell'Italia"
Le conclusioni sono state affidate a Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta. "Di ‘questione meridionale’ si è discusso per decenni, spesso in maniera inconcludente. Di aree interne si parla da meno anche se le criticità dell’entroterra appenninico hanno radici forse ancora più antiche, ma anche in questo caso troppo frequentemente si fa fatica ad andare oltre i titoli di testa", le parole del senatore di Cambiamo, presidente della Fondazione Magna Carta. "Per quei territori che assommano le due fragilità, la ripresa post-pandemia e il PNRR rappresentano tuttavia un’occasione unica. Per questo c’è bisogno di una cornice progettuale consapevole e non scontata".
"Le aree interne custodiscono il cuore del patrimonio identitario del nostro Paese – ha proseguito Quagliariello -, ma questo può e deve diventare vettore di sviluppo. Nell’ottica di questo obiettivo, il PNRR può portare a una riscoperta politica della centralità del dialogo con i territori e anche a una ristrutturazione della governance locale. E’ ora però di passare alla progettualità concreta, per questo abbiamo voluto riunire in modalità seminariale, per confrontarsi sui dati fattuali e sulle direttrici di intervento, i protagonisti del mondo istituzionale, socio-economico, culturale, dell’associazionismo a livello nazionale e territoriale. Ne è uscito un quadro impegnativo rispetto al percorso da compiere – ha concluso il senatore e presidente di Magna Carta -, ma anche una rafforzata consapevolezza di essere di fronte a un’occasione unica e all’ultima chiamata per far ripartire l’Italia interna".