Giovedì, 12 Giugno 2014 13:26

Quanto sai di Pil tu? Gli italiani e gli indicatori economici ai tempi della crisi

di 

Ma di cosa parlavamo prima delle crisi? Ah già, di Berlusconi e alcune sue amiche. E prima ancora? Nell'ordine: di terrorismo, clandestini, AIDS...

Ora siamo bombardati, oltre che da Renzi - che pure ne costituisce un sottoinsieme - dalla politica economica, gli esami europei e gli accenni di ripresa.
La narrazione della crisi è davvero fitta e pervasiva: invade ogni canale e ogni show e arriva fino alle nostre vite influenzando il nostro linguaggio.

Ad un certo punto dello storia recente (quasi) tutti abbiamo iniziato a pronunciare parole come "spending review" e "spread", ed in molti - vista la natura del nuovo discorso dominante - hanno rimpianto di non aver fatto studi ragionieristici.

Ma quanto hanno appreso, dunque, gli italiani sugli indicatori economici? Com'è la loro percezione rispetto ai dati reali e da dove attingono le informazioni?

Questo si è chiesto l'Istat  in una ricerca scoprendo, ad esempio, che la quota di consumatori in grado di esprimere un valore puntuale relativo all'andamento del Pil ed al livello del tasso di disoccupazione risulta in forte crescita dal 2010: rispettivamente da 19,9% a 56,2% e da 27,1% a 59,2%. Non poteva essere altirmenti.

E il tasso d'inflazione, chi lo conosce? La proporzione di coloro in grado di rispondere, secondo l'Istituto, in forte aumento tra il 2010 e il 2013, diminuisce invece nell'ultimo anno: da 32,4% a 26,4%. 

Gli intervistati indicano in media un tasso di variazione del Pil del -0,3% per il 2013, rispetto al dato ufficiale Istat pari a -1,9%. Ottimisti.

La quota di coloro che non sanno dare una risposta e' composta sia da persone che, pur senza conoscere il valore puntuale, hanno sentito parlare dell'argomento in tv, alla radio o dai giornali (23,1%), sia da chi non ne ha neanche sentito parlare di recente (19,0%).

Solo il 26,4% degli intervistati ha saputo fornire un valore per il tasso d'inflazione per cui gli intervistati sono stati molto più pessimisti dandolo, in media, al +7,7% a fronte di un dato ufficiale di ("solo") +0,4%.

Sono la meta' degli intervistati quelli che, anche non fornendo un'indicazione quantitativa, hanno comunque sentito parlare dell'argomento, mentre il 20,1% non ha avuto neanche questa opportunita'.

Il 59,2% degli intervistati che hanno saputo fornire un valore sul tasso di disoccupazione, lo hanno dato mediamente al 19,9% contro un dato ufficiale, riferito a marzo 2014, del 13%. Il che la dice lunga sulla percezione degli italiani su quanto sia difficile avere un lavoro oggi.

Il 33,1% dei rispondenti, pur non riuscendo ad esprimere un valore ne ha comunque sentito parlare.

Per quanto riguarda i mezzi d'informazione sui quali gli intervistati si informano riguardo agli indicatori economici, la regina dei media resta la televisione con il 38%. Seguono i giornali al 20,3% che, non senza un po' di sorpresa, risultano sopra (anche se di poco) ad internet (al 20%). Seguono la radio (9,5%), le discussioni con parenti e amici (6,5%) e poi le pubblicazioni specializzate e scientifiche (2,5%) e i discorsi dei leader politici (2,4%).

Se mpre secondo l'Istat, quasi il 60% degli intervistati dichiara di ritenere affidabili le statistiche ufficiali. La qualita' e l'affidabilita' delle informazioni diffuse dai mezzi di comunicazione sullo stato dell'economia italiana durante la recente crisi finanziaria, sono state giudicate "buone" o "sufficienti" dalla meta' degli intervistati.

 

Ultima modifica il Giovedì, 12 Giugno 2014 17:13

Articoli correlati (da tag)

Chiudi