Giovedì, 10 Luglio 2014 16:06

Regione Abruzzo, Corte dei Conti giudica rendiconto: "Rilevanti criticità"

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Si è tenuta stamane l'udienza pubblica della sezione di controllo della Corte dei Conti per l'Abruzzo, che ha formulato il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012.

La sezione di controllo era chiamata alla prima applicazione della normativa istituita con dl 174/2012 poi convertito in legge 213/2012 che ha esteso al Rendiconto generale della Regione, proprio a partire dall'esercizio finanziario del 2012, l'istituto della parificazione già previsto per il Rendiconto dello Stato. L'accertamento è stato indirizzato - si legge nel giudizio della Corte dei Conti - "all'analisi ed alla verifica della concordanza dei dati, sia per l'entrata che per la spesa, come risultanti dal disegno di legge sul rendiconto 2012, con quelli presenti nelle scritture tenute dal Servizio Ragioneria della Regione, nonché con quelli risultanti dalle registrazioni dei flussi di cassa effettuate dal Tesoriere regionale"

Cosa è emerso? Premesso che il rigore finanziario del quadro normativo e programmatico di riferimento della gestione 2012 ha indubbiamente pesato su un sistema regionale ancora gravato dall'attuazione del piano di rientro del debito sanitario, la programmazione ha presentato criticità formali divenute, poi, sostanziali.

In altre parole, il bilancio 2012 è regolare: presenta però delle rilevanti criticità su alcuni punti. In particolare, sul disavanzo finanziario relativo ai residui attivi e passivi. A farla breve: il rendiconto è stato istruito con residui attivi e passivi non accertati e verificati. Non solo. Anche il conto patrimoniale non è stato parificato: Regione Abruzzo ha 34 sedi che generano spese obbligatorie assai gravose per il bilancio. Infine, l'ente è chiamato ad un maggior controllo sulle partecipate che presentano conti economici negativi. Buone notizie, invece, per quel che riguardo il piano di rientro del debito sanitario. Aspetti che la Giunta D'Alfonso dovrà necessariamente tenere in considerazione al momento di istruire il prossimo Rendiconto generale.

"Prendiamo atto della parziale parificazione del Rendiconto 2012 che è arrivata dalla Corte dei Conti e sarà nostro compito partire da qui per cambiare il futuro finanziario dell'ente Regione". Parole dell'assessore al Bilancio e Sanità, Silvio Paolucci, a seguito del giudizio di parificazione dei giudici contabili di controllo. "E' stato certificato di fatto che il bilancio regionale presente delle criticità - ha sottolineato l'assessore - e che queste criticità corrispondono a quelle che abbiamo rilevato fin dal primo giorno del nostro insediamento. Non a caso la lettera del Presidente inviata a tutte le direzione sullo stato debitorio, potenziale e in atto, dell'Ente conferma che abbiamo le idee chiare sul da farsi. I rilievi formali su Rendiconto e Dpefr sollevati dalla Corte saranno il nostro punto di partenza. Così come sarà nostro compito avviare un'azione contabile di riallineamento dei residui attivi e passivi, che mi sembra sia una forte criticità, e strutturare una seria governance delle società partecipate".

Secondo l'assessore al Bilancio accanto ai rilievi formali, la Corte "ci invita ad operare subito sul disavanzo di 455milioni di euro non riportato nei successivi bilanci di previsione". Da qui l'idea dell'assessore Paolucci: "concordare, anche e soprattutto con il supporto della stessa Corte dei Conti, di un serio piano di ammortamento del disavanzo accertato. Solo risolvendo questo forte elemento di criticità è possibile pensare per il futuro una programmazione contabile di qualità e di sostanza".

Passi avanti, invece, la Corte ha rilevato sul fronte dei conti del sistema sanitario regionale, con avanzi di bilancio realmente accertati e riutilizzati. "Anche se - conclude Silvio Paolucci - non si può nascondere l'espresso riferimento che la Corte fa negli anni dal 2001 al 2005 di una spesa sanitaria incontrollata che ancora pesa nella gestione finanziaria del sistema sanitario".

 

Il bilancio di previsione non rispecchia l'effettiva situazione finanziaria dell'ente

Sebbene non si sia fatto ricorso all'esercizio provvisorio, il bilancio di previsione 2012 approvato non rispecchia l'effettiva situazione finanziaria dell'ente. In contrasto con quanto disposto dall'articolo 81 della Costituzione, che prevede un equilibrio effettivo. In altre parole, il bilancio è stato chiuso in equilibrio formale e non sostanziale: vale a dire, con la riconduzione a pareggio attraverso la previsione della voce "avanzo di amministrazione presunto" o "saldo finanziario presunto positivo" per 1.563milioni di euro.

E' stato inoltre ignorato il risultato negativo dell'esercizio 2011, pari a 484milioni di euro. Sul punto, la sezione di controllo della Corte dei Conti ha richiamato la sentenza numero 70 del 2012 del Giudice delle leggi che ha definito "non conforme ai precetti dell'articolo 81 della Costituzione, realizzare il pareggio di bilancio in sede preventiva attraverso la contabilizzazione di un avanzo di amministrazione non accertato e non verificato a seguito della procedura di approvazione del bilancio consuntivo dell'esercizio precedente".

Per il 2012, non essendo intervenute né l'approvazione del rendiconto 2011 né la necessaria variazione del bilancio preventivo, con copertura del disavanzo dell'esercizio precedente, il risultato è stato considerato come risorsa positiva, anziché negativa, con la violazione dunque del principio dell'equilibrio e la mancata previsione di adeguata copertura del disavanzo.

Non solo. Non appare conforme a legge neppure la tecnica redazionale e procedimentale adottata che vede disattesa, anche nel 2012, la norma di contabilità regionale che fissa al 30 giugno il termine per l'assestamento di bilancio. In altri termini, al 30 giugno 2012 non risultava approvato il rendiconto 2011, né risultavano progetti di leggi di assestamento del bilancio di previsione 2012. In effetti, il rendiconto del 2011 è stato adottato dalla Giunta regionale a fine 2013 e approvato dal Consiglio regionale a marzo 2014. Un ritardo gravissimo.

 

Le entrate regionali di competenza

La gestione dell'esercizio 2012 è caratterizzata da una preponderanza di risorse vincolate e da un lento ma progressivo restringimento della manovrabilità di bilancio, anche per i limiti imposti dal patto di stabilità. Le entrate sono diminuite del 5.7% nel 2012 rispetto al 2011. Una diminuzione che si accompagna ad un rigido vincolo sulle entrate tributarie che ne blocca l'88.4%. A far di conto, su un totale di 2.773milioni di euro di entrate tributarie accertate, solamente 316milioni - l'11.6% - sono stati disponibili per politiche regionali diverse dalla sanità e dagli altri vincoli dettati dalla Regione.

 

Le spese regionali: buone notizie dalla sanità

Il 78.4% delle risorse sono state destinate alla spesa corrente: priorità assoluta al soddisfacimento degli obblighi derivanti dal Piano di rientro dai deficit sanitari pregressi. E in questo senso ci sono buone notizie: il raggiungimento dell'equilibrio ha consentito alla Regione di poter disporre di una quota della leva fiscale regionale del 2012, quota che ha permesso di ridurre le aliquote fiscali vigenti per circa 40milioni di euro, alleggerendo - seppur in parte - la pressione fiscale. Anche in termini di indebitamento sanitario, è evidente la riduzione dovuta, da un lato, alla contrazione dei mutui e, dall'altro, dei prestiti obbligazionari. 

Per il resto, risulta evidente la riduzione degli impegni per Organi istituzionali (-6.7%) e per l'Amministrazione generale (-2%) mentre è cresciuta la spesa sul personale (-7.5%). L'aumento è dovuto alla riconduzione al bilancio regionale delle spese di funzionamento - quindi anche le spese per il personale - degli Enti strumentali regionali soppressi.

In generale, la spesa in conto capitale mostra che la Regione incontra delle difficoltà nell'attivazione e nella realizzazione degli interventi. I dati relativi alla velocità di pagamento e alla capacità di impegno, in effetti, risultano assi bassi.

 

Il risultato finanziario: la gestione dei residui

Il risultato finanziario - al termine dell'esercizio 2012 - è positivo per 1.233milioni di euro. Tiene conto delle risultanze della gestione di cassa al 31 dicembre (304milioni di euro) e dell'ammontare dei residui attivi e passivi. E proprio l'esame sulla gestione dei residui ha evidenziato notevoli criticità. In bilancio, permangono crediti sui quali è ragionevole nutrire dubbi sulla effettiva esegibilità: infatti, mancano specifiche dimostrazioni sulla esistenza del credito stesso e sulle ragioni della mancata riscossione.

Ora, considerata l'incidenza del mantenimento dei residui riferiti a crediti inesistenti o non più esegibili sull'effettiva determinazione del risultato di amministrazione, la Regione è chiamata a valutarne con rigore la sussistenza e il mantenimento in bilancio. Evidentemente, all'esito del procedimento di accertamento avviato nel 2013, il saldo potrebbe subire notevoli variazioni. A ciò si aggiunge una rilevante quantità di economie vincolate e di residui perenti che hanno bisogno di necessaria copertura a garanzia delle richieste dei creditori.

La percentuale a copertura dei residui perenti nel 2012 risulta pari al 2.98%, dunque non adeguata a garantire i creditori terzi.

 

Il conto del patrimonio 

Se il patto di stabilità è stato rispettato, ulteriori problemi si registrano per quel che riguarda il conto del patrimonio: non sussistendo una contabilità economica infatti, la situazione patrimoniale non offre un quadro attendibile dei valori esposti né consente valutazioni di ordine economico circa il reddito patrimoniale prodotto. Dunque, la Corte dei Conti dubita della attendibilità delle poste allocate alla voce beni immobili perché la Regione non è dotata di inventario aggiornato.

 

Le partecipate

Poi, le partecipate. La Regione Abruzzo detiene partecipazioni dirette in 14 organismi, per un valore complessivo - al dicembre 2012 - di 33.291milioni di euro. Il problema è che la maggior parte dei soggetti partecipati presenta risultati di conto economico negativi, non riflessi sul rendiconto regionale. La perdità d'esercizio, nei casi più gravi, appare ripetuta nel tempo e ha portato pian piano alla completa erosione del patrimonio sociale. Con il risultato che ci saranno oneri futuri di ricapitalizzazione. La Regione dunque è chiamata a rafforzare gli strumenti di vigilanza sugli enti partecipati o finanziati.

Insomma: nei prossimi mesi, la giunta D'Alfonso avrà molto su cui lavorare.


D'Alfonso: "Lavoro Corte occasione di verità"

"Un eccellente lavoro che rappresenta soprattutto un'occasione di verità sullo stato dell'arte della finanza regionale e permette a questo nuovo governo regionale di fissare con precisione il punto di partenza".

Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, commentando la decisione della Corte dei Conti regionale che nel giudizio di parificazione del rendiconto finanziario della Regione Abruzzo del 2012 relativo all'esercizio finanziario 2012, ha sollevato alcune importanti censure e non concesso di visto di parificazione ad alcune parti del rendiconto stesso.

E' la prima volta che il bilancio dell'ente regione passa sotto la lente di osservazione della Corte dei Conti e questo per D'Alfonso rappresenta "un atto di verità che da una parte evidenzia chiaramente che la Regione ha oggettive situazioni di difficoltà e di affanno, ma dall'altro ci dice di che cosa questa amministrazione dovrà rispondere".

Le censure della Corte dei Conti riguardano soprattutto "la veridicità sul valore dei residui, la reale consistenza materiale e finanziaria del patrimonio immobiliare della Regione, il quadro riassuntivo che accerta un disavanzo nella gestione 2012 di circa 455 milioni di euro e il controllo e vigilanza sulle società partecipate".

Un punto, quest'ultimo, che non ha mancato di stimolare l'impegno preciso del presidente Luciano D'Alfonso, a fronte della contestazione della Corte di una forte carenza di controllo sulle società partecipare.

"Entro dicembre - ha detto - è mia intenzione strutturare una direzione regionale ad hoc che si incarichi direttamente di seguire in ogni atto le singole partecipate".

Un principio che D'Alfonso aveva già anticipato nel suo discorso di insediamento e che il giudizio di parificazione della Corte dei Conti ha rafforzato. Come ha rafforzato l'idea di "creare necessariamente una governance delle società partecipate, perché in tutti questi anni - ha aggiunto D'Alfonso - è completamente mancata una regolazione dei rapporti tra Regione e partecipate".

Anche sul fronte del patrimonio immobiliare, il presidente della Giunta regionale ha assicurato alla Corte "un utilizzo razionale e ragionato di tutto il patrimonio nella disponibilita' della Regione, come impegno primario"


Ultima modifica il Venerdì, 11 Luglio 2014 16:05

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