Venerdì, 19 Dicembre 2014 13:40

Cresa, presentato il rapporto intermedio sui consumi delle famiglie abruzzesi

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Proseguendo nella scelta di dare maggiore risalto alla dimensione sociale regionale, il CRESA ha commissionato al noto istituto per le analisi demoscopiche DOXA la seconda indagine sui consumi delle famiglie abruzzesi, dopo quella realizzata nel 2009-2010 che per la prima volta andava a colmare la lacuna presente nell’informazione statistica regionale.

Allo scopo di rilevare le spese sostenute dalle famiglie abruzzesi per l’acquisto di beni e servizi destinati al soddisfacimento dei propri bisogni, l’indagine prevede di intervistare nell’arco di un anno un campione di 800 famiglie rappresentative della realtà abruzzese, stratificate in base alla provincia di residenza, alla classe di ampiezza demografica dei comuni e al numero di componenti.

Attraverso la somministrazione del “Diario degli acquisti giornalieri” e del “Riepilogo delle spese” esse vengono intervistate relativamente alle spese per generi alimentari, abitazione e utenze, arredamento, abbigliamento e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero e istruzione.

Oggi il CRESA ha presentato i risultati intermedi della ricerca sul campo, relativi a marzo – settembre 2014, cioè i primi sei mesi del periodo previsto, e a 474 famiglie, cioè la metà del campione finale, distribuite sull’intero territorio regionale (23% in provincia dell’Aquila, 23% a Teramo, 27% a Pescara e 30% a Chieti) (clicca qui per scaricare le slides).

I risultati dell’indagine, che avrà conclusione nel febbraio 2015, permettono di fotografare la situazione relativa a marzo – settembre 2014 e di confrontarla con il 2013. La spesa media mensile di una famiglia abruzzese è risultata di 2.088 euro, il 26% dei quali è destinato ai consumi alimentari, il 39% alle spese per l’abitazione, l’11% alle spese per i trasporti e la quota rimanente alle altre tipologie di acquisti. Rispetto al 2013 un terzo delle famiglie è stato costretto a diminuirla per la necessità di risparmiare. Solo il 10% è riuscito ad aumentarla.

In generale, si osserva a grandi linee che i tre quarti delle famiglie hanno acquistato prodotti in saldo, la metà prodotti a risparmio energetico, un terzo prodotti biologici, a km zero, e doc, igt, dop. Rispetto al 2013 la spesa relativa a tali tipologie di beni è risultata in aumento generalmente per circa il 40% delle famiglie.

Riguardo alla spesa alimentare, gli abruzzesi spendono mensilmente principalmente per carne (114 euro), verdura (74 euro), pesce (67 euro) e pane e cereali (55 euro). Quasi i due terzi delle famiglie effettua acquisti alimentari presso supermercati (65%), il 51% nei centri commerciali, il 43% presso gli hard discount, ma nell’ultimo anno sono aumentati gli acquisti effettuati direttamente al produttore, presso gli hard discount e i mercati tradizionali e l’autoconsumo. Un quinto delle famiglie riferisce di aver diminuito la spesa alimentare in gran parte per la necessità di risparmiare, sintomo della gravità della crisi economica che pesa sul tessuto sociale regionale connessa alle forti difficoltà nel mercato del lavoro e che si riverbera sul calo dei consumi interni.

Riguardo alla spesa non alimentare, gli abruzzesi comprano principalmente nei centri commerciali (58%) e un po’ meno nei negozi tradizionali (49%) e negli outlet (34%). Nell’ultimo anno sono aumentati gli acquisti effettuati online, nei grandi magazzini e negli outlet, mentre diminuiscono quelli nei negozi tradizionali.

La spesa per l’acquisto di beni durevoli (mobili e apparecchi domestici) è diminuita rispettivamente per il 40% e per il 32% delle famiglie, confermando le difficoltà che esse devono affrontare anche nell’accesso al credito.

Relativamente all’abitazione l’indagine conferma la preponderanza in Abruzzo delle abitazioni di proprietà (70%) mentre il 19% delle famiglie usufruisce di contratti di affitto. Tra le spese ordinarie legate all’uso della casa principale, quelle sostenute mensilmente per il riscaldamento sono le più consistenti, seguite da quelle per l’acqua e per l’energia elettrica. Un quarto dei proprietari ha sostenuto spese per la manutenzione ordinaria mentre il solo 7% spese per la manutenzione straordinaria. Il 7% delle famiglie possiede una seconda casa.

Per quanto riguarda l’abbigliamento e le spese sanitarie, rispettivamente il 33% e il 13% delle famiglie ha diminuito la spesa, in gran parte per la necessità di risparmiare.

Relativamente ai trasporti più di un quinto delle famiglie ha aumentato le spese per i carburanti mentre quasi la metà ha diminuito la spesa per l’acquisto di autovetture.

Le spese per la cultura e il tempo libero sono quelle più diffusamente diminuite: l’acquisto di quotidiani e riviste per un terzo delle famiglie, i biglietti per il cinema e teatro e le vacanze per la metà.

Riguardo alla spesa per le comunicazioni, il 40% delle famiglie ha diminuito l’acquisto di cellulari mentre il 24% quello di ricariche e abbonamenti telefonici.

Il rapporto finale sarà presentato nella prima metà del 2015 e mostrerà i risultati relativi all’intero campione previsto con un confronto con quelli ottenuti nella prima indagine svolta nel 2009-2010.




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