Giovedì, 05 Febbraio 2015 16:22

Il Llivre Vermell de Montserrat e il pellegrinaggio medievale

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Intraprendere un viaggio nel Medioevo era sicuramente un'impresa da valutare attentamente. I lunghi tempi di percorrenza e le vie non sempre facilmente percorribili rendevano il viaggio complicato e rischioso. Nonostante le difficoltà commercianti, nobili, ecclesiastici, giullari e pellegrini non rinunciavano a raggiungere le loro destinazioni e tra queste sicuramente le più frequentate erano quelle rappresentate dai luoghi sacri. 

Il monastero di Santa Maria de Montserrat, che si trova non molto lontano da Barcellona, in Spagna, costituiva, ieri come oggi, insieme a Santiago de Compostela, una delle mete di pellegrinaggio più importanti. Fondato nell'XI secolo, nel suo santuario si venera la statua lignea della Madonna Nera, la Morenica. Grazie alle donazioni e alle offerte dei numerosissimi devoti, che pur di raggiungere il santuario nel Medioevo percorrevano a piedi o con l'aiuto di un animale il camin de l'angel, un impervio sentiero, il monastero crebbe in dimensioni ed importanza. Dal Milleduecento divenne inoltre un centro culturale di grande rilevanza e ancora oggi è attiva l'Escolania de Montserrat, una schola di canto che è una delle più antiche d'Europa. E' proprio in questo suggestivo monastero è conservato uno dei codici più interessanti del Medioevo: il Llivre Vermell.

Il manoscritto, così chiamato dal colore rosso della copertina, fu redatto sul finire del XIV secolo e contiene, oltre a materiale liturgico, dieci canti dedicati esplicitamente ai pellegrini che lì si recavano in pellegrinaggio affinché "quando i pellegrini fanno vigilia nella chiesa di S. Maria di Monserrat, vogliono cantare e danzare e ciò anche di giorno in piazza, e poiché lì non devono cantare se non canti devoti e convenienti, a tal proposito, sono scritte parimenti prima e dopo. E di queste cose devono servirsi in modo conveniente e parco, per non infastidire chi è intento nelle preghiere e nelle devote contemplazioni nelle quali tutti devono parimenti mantenersi e dedicarsi con devozione".

I monaci di Montserrat in questo modo volevano regolare ed indirizzare le attività dei numerosi pellegrini che da tutta l'Europa si recavano al monastero. Le composizioni raccolte nel libro sono dieci, e nove di esse sono appunto dei canti di devozione e preghiera rivolti alla Madonna. Il canto Ad mortem festinamus rappresenta invece l’unica danza macabra risalente al Medioevo e probabilmente trae ispirazione dall’epidemia di peste che tra il 1347 e il 1348 flagellò l’Europa.

I brani si possono musicalmente raggruppare in tre tipologie:
- 3 caça, ovvero canoni a 2 o 3 voci
- 2 brani polifonici
- 5 canti che sono preceduti dall’indicazione "a ball redom" e che quindi venivano anche danzati.

L'aspetto più interessante del Codice è la grande varietà dei generi e delle tecniche musicali in esso contenute: accanto a brani sicuramente intonati da una schola come O virgo splendens troviamo brani dal carattere più distintamente popolare come Stella splendens, Los set goyts, Polorum regina, e Cuncti simus concanentes che, secondo le indicazione contenute nel codice, erano anche danzati rappresentando così un esempio delle danze sacre in uso nel medioevo.

Infatti, come è documentato nel codice, i niños cantores potevano danzare in circolo intorno all'altare in un determinato periodo dell'anno, invece ai fedeli era permesso di danzare sul sagrato della chiesa e a volte anche all’interno. Altri due brani Laudemus Virginem e Splendens ceptigera erano forse cantati durante le lunghe veglie notturne per il loro carattere meditativo e per la loro struttura a canone. Sono presenti inoltre due brani di carattere polifonico: Mariam matrem virginem e Imperayritz de la ciutad joyosa, quest'ultimo è uno dei brani più interessanti del codice perché realizzato a due voci con testi differenti.

In occasione della III Giornata della Musica Antica, il 21 marzo alle ore 18.45 presso la Basilica di S. Giuseppe Artigiano (L'Aquila), il Llivre Vermell de Montserrat sarà eseguito integralmente dall'ensemble Aquila Altera con la partecipazione delle Cantrici di Euterpe, di Aquila Altera’s young ensemble e dei Pueri Cantores "T. Patini".

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