Venerdì, 06 Marzo 2015 13:45

Francesco da Barberino: un’educazione musicale al femminile

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Una riflessione che abbia per oggetto l’attività musicale delle donne nel medioevo presenta una serie di notevoli difficoltà. Nei manuali di storia della musica è raro incontrare i nomi di compositrici ed esecutrici anche se ci riferiamo ad epoche più recenti di quella medievale e quando alcune figure riescono ad emergere è soltanto grazie ai  loro cognomi noti: i personaggi femminili, infatti, si nascondono tra le ombre dei monasteri e delle corti oppure oscurate dalle personalità ingombranti di padri, mariti e fratelli. Un altro aspetto di grande interesse è quello che riguarda l’effettiva attività musicale delle donne nel loro vivere quotidiano nel medioevo. Un testo illuminante in tal senso è Reggimento e costumi di donna, un’ opera didascalica scritta da Francesco da Barberino riguardanti l'educazione e il contegno delle donne a seconda della loro condizione sociale.

Francesco da Barberino, notaio e letterato, nacque a Barberino di Val d'Elsa 1264 ma visse a Firenze, a parte un breve periodo di esilio dalla città in quanto ghibellino, dove morì nel 1348. Scrisse due operette didascaliche: Documenti d'Amore (1309-1310 circa), rivolto agli uomini e Reggimento e costumi di donna, in prosa frammista a versi, in cui tratta dei «costumi ornati […] di donna». Con quest’opera Barberino quindi si propone di elargire suggerimenti ed indicazioni utili all’educazione femminile e per il suo scopo si serve di una figura retorica, la sua Donna, che è introdotta a partire dal Proemio.

Nei 20 capitoli del Reggimento si occupa di più tipi di donne e delle varie situazioni in cui esse possono trovarsi, ad esempio nel secondo capitolo troviamo l’adolescente in età da marito, mentre nei capitoli seguenti viene presa in considerazione: la vedova, la monaca, la cameriera, la barbiera e molte altre, infine si sofferma sulle «quistioni d’amore» e sulla preghiera. Le considerazioni che l’autore fa in merito alla musica, si vengono a contestualizzare nel discorso più ampio dei comportamenti che una fanciulla deve tenere in società e quindi di come deve prendere parte ai momenti musicali in una maniera che non sia sconveniente e che non pregiudichi la propria reputazione. Così qualora fosse invitata a cantare in pubblico potrà farlo: d’una maniera bassa soavemente canti, ferma, cortese, e cogli occhi chinati, e stando volta a maggior vi siedeE questo canto basso, chiamato camerale è quel che piace e che passa ne’ cuori.

Francesco si esprime anche sulla danza che deve essere sempre eseguita in modo adeguato per non avere incidenti, come invece era accaduto a Sensonia figlia di Guglielmo da Folcachieri che ballando scompostamente aveva mostrato le gambe, perdendo così l’occasione di maritarsi. Un’altra informazione che l’autore ci offre è quella relativa agli strumenti più indicati ad una fanciulla ed inoltre segnaliamo il fatto che l’insegnamento della musica se rivolto a fanciulle, era auspicabile che fosse realizzato da una donna. L’autore, in un altro passo del suo libro, indica infatti anche quali sono gli strumenti più adatti ad una fanciulla: Lodo che s’ella hae seco Alcuna donna, e balia, ovver maestra, che s’intenda di suono; faccia talor sonare bassamente. E se lo suo intelletto S’acconciasse a diletto, porrà imprender d’uno mezzo cannone, o di viuola, o d’altro stormento onesto, e bello, e non pur da giullare; ovver d’un arpa, ch’è ben da gran Donna. E questo imprenda da donna se puote; la quale se vien di fuori, tenga con seco allo suo insegnare presente alcuna delle sue maestre.

La viola, cioè la viella, l’arpa o il mezzo cannone sono gli strumenti che dovrebbero essere preferiti dalle fanciulle. Era usuale quindi per i giovani e le giovani ritrovarsi per passare dei momenti di svago che saranno stati sicuramente più vivaci di quelli che l’autore narra, proprio in considerazione delle numerose raccomandazioni rivolte al decoro e alla sobrietà. Inoltre le donne, escluse dalla pratica della musica sacra, in questi momenti privati prendevano parte ai convivi cantando, danzando ma anche suonando gli strumenti dell’epoca di cui esse stesse potevano essere maestre.

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