Martedì, 11 Giugno 2013 18:24

Sciopero Selex: 19 posti a rischio. Mobilitazione anche dei lavoratori dell'edilizia

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I lavoratori della Selex Elsag dell'Aquila hanno indetto, stamane, 4 ore di sciopero per protestare contro il piano industriale presentato dall'azienda - una delle controllate di Finmeccanica - che prevede, a livello nazionale, la chiusura di una ventina stabilimenti e circa 2 mila esuberi. Nella sede aquilana, che conta, in totale, 140 dipendenti, i posti a rischio sono 19.

"La settimana scorsa la Selex (il cui ex amministratore delegato è Paolo Aielli, attuale capo dell'ufficio speciale per la ricostruzione, ndr), andando contro quello che ci aveva comunicato appena qualche mese fa" spiega Gianluca Califano, delle Rsu aziendali "ha annunciato 1938 esuberi e la chiusura di 22 siti nazionali. In particolare, all'Aquila gli esuberi sarebbero 19".

Tagli, dicono i lavoratori, non giustificati da un calo delle commesse. "Nel nostro sito ci occupiamo di avionica sia civile che militare e il lavoro certo non manca" continua Califano "anzi, se abbiamo un problema è che, con l'organico attuale, non riusciamo a star dietro a tutto il lavoro. Bisogna tenere conto del fatto che, qui all'Aquila, la Selex sta beneficiando anche di fondi arrivati nel post terremoto, come il fondo di solidarietà messo a disposizione da Confindustria e dai sindacati, circa un milione e 750 mila euro. L'anno scorso inoltre" prosegue Califano "l'azienda aveva firmato con i lavoratori un accordo nel quale, oltre a riconoscere l'eccellenza del sito aquilano, si impegnava a mantenere i livelli occupazionali, che all'epoca erano di 143 unità. Da quel giorno è accaduto l'esatto contrario: 3 persone sono andate in mobilità e adesso sono stati annunciati altri 19 esuberi".

Ma non è finita qui. Perché i lavoratori vogliono sapere anche che fine ha fatto il nuovo stabilimento promesso dopo il terremoto dall'azienda ma mai realizzato.

"Subito dopo il terremoto la Selex" afferma Califano "presentò a noi lavoratori, alle parti sociali e al coordinamento nazionale il progetto per un nuovo sito, per costruire il quale acquisì anche un lotto di terreni da 3 milioni di euro. Da allora, però, non abbiamo saputo più nulla. La questione del nuovo sito è di importanza fondamentale perché nel piano industriale presentato dall'azienda è stata annunciata la chiusura di 22 siti nazionali e la politica della Selex è quella di favorire i siti di proprietà a scapito di quelli in affitto. Attualmente noi lavoriamo in una struttura in affitto situata all'interno dell'ex polo elettronico. Anche il sindaco, a questo punto, dovrebbe dirci, visto che il comune dell'Aquila è diventato proprietario dell'ex Italtel, se vuole in qualche modo favorire l'acquisto di questo sito per metterci al riparo da ulteriori tagli o aiutarci a capire che ne sarà del nuovo sito promesso dall'azienda".

Contemporaneamente allo sciopero e al sit-in dei dipendenti Selex, davanti al consiglio regionale (dove oggi era in programma una seduta consiliare, poi rimandata) si è svolto anche il presidio di protesta dei lavoratori del settore edile, organizzato dalle segreterie regionali di Fillea Cgil, Filca CISL e Feneal UIL.

Il comparto delle costruzioni è uno di quelli che più sta soffrendo a causa della crisi scoppiata ormai quattro anni fa. "Dal 2008 a oggi" dice Silvio Amicucci della Fillea Cgil "in tutta la regione si sono persi più di 8 mila posti di lavoro. L'emblema di questa crisi è L'Aquila, luogo nel quale assistiamo al paradosso per cui, con una città da ricostruire, decine di aziende edili falliscono – da ottobre 2012 a marzo 2013, il numero delle imprese edili nella provincia dell'Aquila è diminuito del 3,38% - e migliaia di lavoratori vengono messi in cassa integrazione: + 12,9%, sempre nello stesso semestre. Chiediamo" conclude Amicucci "di rendere immediatamente spendibili i fondi erogati per la ricostruzione post terremoto e di definire le opere infrastrutturali, di bonifica e di messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici di immediata cantierabilità".

Una delegazione di lavoratori e di rappresentanti sindacali è stata poi ricevuta dai vice presidenti del consiglio regionale, Giorgio De Matteis e Giovanni D'Amico.

Ultima modifica il Martedì, 11 Giugno 2013 18:49

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