Il 2014 è stato per l'Abruzzo un altro anno di recessione, con Pil in discesa, produzione industriale in calo (specialmente nelle aziende con meno di 50 dipendenti) e disoccupazione in aumento.
Certo, rispetto al 2013 ci sono stati lievi segnali di miglioramento ma nel complesso il quadro economico regionale rimane ancora molto negativo.
E' questa la fotografia scattata dal rapporto annuale di Bankitalia, "L'economia dell'Abruzzo", presentato questa mattina all'Aquila nella sede di Corso Federico II.
"Nel 2014" recita una sintesi dello studio (disponibile nella sua versione integrale qui) "in Abruzzo è proseguita, pur attenuandosi, la fase recessiva. In base alle stime preliminari elaborate da Prometeia, il PIL regionale si è contratto in misura superiore al dato medio nazionale, sebbene la flessione sia stata meno pronunciata rispetto all’anno precedente. Nell’industria manifatturiera gli ordini e la produzione sono tornati a crescere nelle imprese di maggiore dimensione, mentre si è registrato un lieve calo tra le aziende con meno di 50 addetti".
"Tra i diversi comparti, l’attività produttiva è aumentata soprattutto in quello dei mezzi di trasporto. Le valutazioni espresse dalle imprese manifatturiere della regione nell’indagine della Banca d’Italia recentemente condotta mostrano attese di un incremento dei livelli di attività per l’anno in corso, in linea con le evidenze desumibili dai dati sull’andamento della produzione industriale nel primo trimestre".
"Le esportazioni hanno ripreso a crescere, sospinte dall’andamento delle vendite nei paesi dell’Unione europea. L’espansione ha riflesso soprattutto il contributo del settore dei mezzi di trasporto; sono inoltre aumentate le vendite all’estero di macchinari e prodotti farmaceutici. Secondo i risultati delle nostre indagini, gli investimenti fissi delle imprese industriali abruzzesi, in marcato arretramento dall’inizio della crisi, hanno continuato a ristagnare. Segnali di una ripresa dell’accumulazione di capitale emergono unicamente per le imprese manifatturiere con maggiore propensione alle esportazioni".
"Pur in presenza di un significativo contributo proveniente dalle attività di ricostruzione post-sisma, l’attività economica nell’edilizia ha mostrato una flessione. Si sono ridotti sia il numero di ore lavorate sia il valore aggiunto. Nelle opere pubbliche l’importo dei nuovi bandi di gara ha registrato un calo, anche se continua ad attestarsi su livelli elevati in provincia di L’Aquila".
"Nei servizi il valore aggiunto si è ulteriormente contratto, sebbene in misura meno accentuata rispetto all’anno precedente. Il fatturato delle imprese del commercio è diminuito; sono tuttavia aumentate le immatricolazioni di autoveicoli. Nel turismo e nei trasporti l’attività è rimasta debole. Le condizioni climatiche sfavorevoli hanno determinato una caduta della produzione in alcuni comparti agricoli, tra cui quello olivicolo".
"L’occupazione ha registrato un nuovo calo, sebbene in attenuazione nel corso dell’anno. Il numero di occupati si è ridotto nelle costruzioni e nei servizi, mentre è rimasto stabile nell’industria. L’occupazione è diminuita per i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34 anni, mentre è rimasta stabile per quelli più anziani. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, in particolare nella componente ordinaria. Il tasso di disoccupazione è aumentato, in linea con il dato nazionale. Nell’ultimo anno si è ampliata, pur rimanendo al di sotto della media del Paese, la quota di giovani che non sono occupati e non sono coinvolti in alcuna esperienza formativa".
"Lo scorso anno la contrazione del credito all’economia regionale si è attenuata. Sull’andamento dei prestiti hanno continuato a incidere la debolezza della domanda, legata principalmente alla dinamica degli investimenti, e il permanere di condizioni di offerta ancora caute, seppure in miglioramento rispetto al 2013".
"I finanziamenti alle imprese sono diminuiti, in particolare per quelle di piccola dimensione; tra i vari comparti, sono calati i prestiti alle aziende delle costruzioni e dei servizi, mentre sono cresciuti per le imprese manifatturiere. Il costo del credito si è ridotto nel corso dell’anno, soprattutto per i prestiti a medio e lungo termine. Le consistenze dei prestiti alle famiglie sono diminuite, sia nella componente dei mutui sia in quella del credito al consumo; sono tuttavia aumentate le nuove erogazioni di mutui destinati all’acquisto di abitazioni. L’incidenza delle nuove sofferenze sui prestiti alle imprese ha raggiunto il livello massimo dall’inizio della crisi; il peso delle altre partite deteriorate è diminuito. La qualità del credito è lievemente peggiorata anche nel settore delle famiglie".
"Nel 2014 i depositi bancari dei residenti sono aumentati a un ritmo pressoché analogo a quello dell’anno precedente: a fronte di un ulteriore rallentamento dei depositi a risparmio, si è rafforzata la dinamica dei conti correnti. Il valore di mercato dei titoli a custodia presso le banche si è ridotto, riflettendo principalmente il calo delle obbligazioni bancarie e dei titoli di Stato; sono invece aumentate le quote di fondi comuni. È proseguito il processo di razionalizzazione della rete distributiva delle banche operanti in regione".