Giovedì, 16 Luglio 2015 18:18

"Sanità equilibrista": una riflessione [attuale] sulla sanità aquilana

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Ospitiamo un intervento di Luigi Fiammata, pubblicato nel luglio 2010 su Il bottone rosso. Riteniamo che, nonostante siano passati ormai cinque anni dalla pubblicazione del testo, alla luce del dibattito pubblico sul riordino della sanità abruzzese il testo di Fiammata rappresenti una riflessione estremamente attuale.


di Luigi Fiammata - Vale la pena leggere il Programma Operativo 2010 per la Sanità, presentato dalla Regione Abruzzo al Governo.

Il Piano Operativo si pone tre priorità.

Raggiungere l'equilibrio economico-finanziario
Non, curare i cittadini abruzzesi, dar loro migliori servizi e più prevenzione. Ma curare il bilancio. L'equilibrio nell'uso delle risorse è importante. Ma la Sanità non è un'azienda. E' un Diritto Universale dei cittadini. E' una priorità imposta dal Piano di Rientro dal deficit, ma è declinata semplicemente come taglio delle risorse disponibili. A prescindere da quello che un Servizio Sanitario Pubblico potrebbe e dovrebbe fare, in relazione con le specificità sociali, economiche, demografiche, geografiche, epidemiologiche, del territorio in cui si opera. Questioni queste ultime, totalmente ignorate dal Piano Operativo Regionale.

Riqualificare offerta ospedaliera e servizi territoriali
L'unica riqualificazione descritta è la chiusura di tre presidi ospedalieri pubblici, senza il coraggio di specificare quali. E perché.

Migliorare la qualità percepita dai cittadini
Quella che va migliorata è la "qualità percepita", non la qualità reale. D'altra parte, è meglio fare pubblicità, che non rimediare a liste d'attesa di mesi, o anni, per ogni semplice esame diagnostico. Situazione che "costringe", chi se lo può permettere, a rivolgersi alla Sanità Privata. O ad andare fuori Regione, aggravando per questa via il deficit. La Salute delle persone dipende dalla loro disponibilità di reddito. In Abruzzo.

Ai Medici di Base è chiesto di ridurre le prescrizioni. Semplicemente. E saranno posti sotto esame quelli che spendono troppo. Ancora una volta, la Salute delle persone non c’entra nulla. Quella che può essere la scrupolosità di un medico è percepita, e qualificata, come spreco.

Il ridisegno dei confini delle ASL, la chiusura di alcuni Presidi, implica la ridiscussione delle Piante Organiche. Ma il Piano Operativo non prevede su questo un ruolo del Sindacato. Ruolo che è duplice, a tutela dei Lavoratori della Sanità, e a tutela dei cittadini e del Territorio. Ma sarà un ruolo da conquistare. Per evitare che al Sindacato resti il solo ruolo di concordare come si fa Mobilità da un luogo di lavoro ad un altro per i Lavoratori in esubero; che è l’unico ruolo che il Piano Operativo assegna al Sindacato, visto che non si parla di contrattazione, quando il Piano Operativo prevede la rideterminazione del salario aziendale, il blocco totale del turn-over, e assunzioni da effettuare esclusivamente attraverso forme contrattuali flessibili, o "in convenzione". Il Piano Operativo disegna una Sanità che ha l’obiettivo di ridurre i Salari e che “comanda” i suoi Lavoratori, o ne ricatta la disponibilità attraverso il perpetuarsi della precarietà e della frammentazione.

Il Piano Operativo raggiunge il culmine dell'ipocrisia e dell'equilibrismo quando parla dell'Aquila.

La ASL aquilana, aveva stipulato una assicurazione per il rischio sismico, per tutte le strutture sanitarie della città: Presidio Ospedaliero e Sanità Territoriale (Collemaggio).
Nel settembre 2009 una Delibera della ASL aquilana stabilisce come debbano essere utilizzati i 47 milioni di euro che l'assicurazione ha erogato dopo il sisma. Il Commissario della ASL Avezzano-L’Aquila-Sulmona, appena insediato, cancella quella Delibera.

A pagina 43, del Piano Operativo Regionale c’è una Tabella. Al rigo 3 della Tabella si riporta la voce di Bilancio Entrate proprie della Sanità abruzzese, che per il 2009 ammontano a 108 milioni di euro, e sono previste per il 2010 a 63 milioni di euro. La differenza fa 45. I soldi che l'assicurazione ha erogato per il risarcimento del danno subito dalle strutture aquilane con il sisma del 6 aprile 2009, sono entrati nel Bilancio Regionale della Sanità, e lì scomparsi per abbattere il deficit, forse, o il debito.

Il Piano Operativo si preoccupa di scrivere che per riparare l'Ospedale San Salvatore saranno richiesti ulteriori fondi al Governo (chiedere non costa nulla), e dimentica, volutamente, le strutture della Sanità territoriale di Collemaggio. Che resteranno danneggiate per anni, forse sino alla loro privatizzazione.

Nulla naturalmente si dice del ruolo dell'Università all'interno della ASL aquilana.

La Sanità abruzzese resta commissariata. La Asl dell'Aquila, resta commissariata. Quando ci sarà concesso di tornare ad una normale dialettica democratica? C'è qualcuno che possa porre questa esigenza con la sufficiente forza ?

Penso ce ne sia abbastanza per una rivolta delle coscienze, innanzitutto. E penso che sia un errore grave rassegnarsi alla logica e alle scelte che presiedono a questo Piano Operativo. Occorre mobilitare intelligenze e costruire alleanze per riscriverlo radicalmente.

Altrimenti ne pagheremo duramente le conseguenze, che però saremo chiamati a “gestire”. Nel ruolo della foglia di fico sulle scelte scellerate altrui.

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