Mercoledì, 22 Luglio 2015 15:45

Inadempimenti contabili reiterati: la Corte dei Conti boccia Regione Abruzzo

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La lista di contestazioni è lunghissima, e fa tremare i polsi. Disegna infatti un quadro a tinte foschissime, per Regione Abruzzo.

Mancata conclusione del procedimento di riaccertamento dei residui al 31 dicembre 2013; mancato riallineamento del ciclo di bilancio ad una tempistica conforme a normativa; mancato utilizzo dell’istituto di assestamento di bilancio per il 2013, 2014 e per il 2015; mancato riaccertamento dei residui per il 2013 e per il 2014; mancata definizione del saldo netto da finanziare e del disavanzo effettivo di gestione; mancata iscrizione nel bilancio di previsione 2015 del disavanzo effettivo di gestione, risultante da procedure certe e definitive; altre violazioni concernenti il riaccertamento straordinario al 31 dicembre 2014 e I’approvazione del rendiconto dell’esercizio 2014.

Riunita in Camera di Consiglio lo scorso venerdì 17 luglio, la Corte dei Conti ha accertato il perseverare di Regione Abruzzo in importanti inadempimenti contabili. [Puoi leggere qui le contestazioni della Corte].

Dunque? La valutazione in merito alla gravità delle violazioni è rimessa al Governo e al Presidente della Repubblica, secondo lo schema dell’articolo 126 della Costituzione e delle sentenze della Corte costituzionale. E cosa prevede l'articolo 126? "Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”.

La Corte dei Conti ha insomma chiesto al Governo di valutare la possibilità di sciogliere il consiglio regionale d'Abruzzo. 

Omissioni, e persistenti violazioni: l'ente non ha ancora riallineato i conti pubblici, anzi istruisce le sue attività su un avanzo di bilancio soltanto presunto. Scrive la Corte dei Conti: “Persiste un comportamento omissivo della Regione Abruzzo nella redazione dei documenti consuntivi”, non avendo inviato né la bozza di rendiconto del 2013 né l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013 né la bozza di rendiconto per il 2014.

A farla più semplice, come evidenzia Lilli Mandara sul blog 'maperò', la rendicontazione della Regione è ferma al 2012: né il bilancio di previsione del 2013 né quello del 2014, sostiene la Corte dei Conti, erano stati oggetto di procedure di assestamento.

Una vera e propria bocciatura per l'operato della giunta Chiodi prima, e di quella D'Alfonso poi. In tale assetto ordinamentale, emerge in tutta la sua gravità l’incidenza dei ritardi accumulati dalla Regione Abruzzo - scrive ancora la Corte dei Conti - ed ai quali la stessa Regione non sembra voler porre fine, in violazione delle norme che dal 2011 sono andate a disciplinare la contabilità regionale”.

In altre parole, ci sono degli elementari obblighi di resa del conto e di rispetto del ciclo di bilancio che Regione Abruzzo non avrebbe affatto rispettato, mancando tra l'altro la determinazione dei residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2014. Nonostante i solleciti, la Regione non ha proceduto ancora al riallineamento dei conti. E per la Corte dei Conti l’unica soluzione è lo scioglimento del Consiglio.

Regione Abruzzo - leggiamo ancora sulle 22 pagine prodotte dalla Corte dei Conti - “poggia la sua programmazione su un avanzo presunto e non accertato in documenti formali consuntivi. Non vi è traccia nei bilanci del disavanzo di amministrazione, peraltro non ancora ricalcolato, ma presunto e cristallizzato al 31 dicembre 2012, non ritenuto attendibile da questa sezione e non parificato”. E per il 2015 le cose non vanno meglio, perchè “affida gli equilibri ad un avanzo presunto senza tenere in debita considerazione il disavanzo scaturente dagli esercizi precedenti”.

Dunque, l'affondo:Tali atteggiamenti reiterati isolano la Regione Abruzzo nel contesto delle Regioni italiane, dovendosi ritenere la sua gestione condotta in regime di fatto, con totale astrazione dalla realtà effettiva del bilancio e delle risorse finanziarie di cui il medesimo può disporre”. 

Palla ora a Matteo Renzi.  

 

Le reazioni

 

Sara Marcozzi: "Nulla di nuovo. Lo avevamo denunciato da tempo" 

"Nulla di nuovo. Il Movimento 5 stelle lo aveva denunciato in sede di approvazione del bilancio regionale nella notte del 23 dicembre 2014. Presentammo centinaia di emendamenti e denunciammo quella che secondo noi era una #FinanziariaAlBuio della Giunta D'Alfonso".

A dirlo è la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi. "Noi criticammo proprio il mancato riaccertamento dei residui attivi e passivi che ci costringevano a votare convintamente contro la Legge di Bilancio e contro la Finanziaria. Colpe gravi ereditate dalla Giunta Chiodi alle quali la Giunta D'Alfonso con le medesime colpe non ha posto rimedio".

"Ora che lo accerta la Corte dei Conti - prosegue Marcozzi - forse le nostre parole avranno più valore nell'affermare l'inadeguatezza dei 'professionisti competenti' della politica a svolgere il loro mandato! Secondo la Corte, la Regione veloce di D'Alfonso è a bivio tra lo scioglimento e i poteri sostitutivi del Governo centrale. Il commissariamento del commissario sarebbe davvero il colmo!".

 

Febbo: "La Corte dei Conti sancisce l'assoluta incapacità della giunta D'Alfonso"

"La delibera della Corte dei Conti sancisce in modo inesorabile l’assoluta incapacità di questa Giunta regionale, in primis dell’assessore Silvio Paolucci, mettendo in luce tutte le inadempienze in tema di Bilancio: la ciliegina sulla torta di un anno di amministrazione caratterizzato solo da brutte figure”.

E' il commento del Presidente della Commissione di Vigilanza, e consigliere di Forza Italia Mauro Febbo. "Innanzitutto – spiega Febbo - il Conto Consuntivo 2013 doveva essere approvato dal Governo D’Alfonso in quanto la Giunta Chiodi non avrebbe potuto durante il periodo della competizione elettorale; per questo la scadenza (di norma fissata al 31 luglio 2014) era stata posticipata al 31 dicembre 2014. Lo stesso discorso vale per il Consuntivo 2014 non ancora approvato dalla Giunta (scadenza 30/4/2015) e sicuramente non sarà mai licenziato dal Consiglio regionale entro la fine dell’anno".

"Le responsabilità di queste omissioni - sottolinea il Consigliere regionale di Forza Italia – sono da attribuire principalmente all’assessore Silvio Paolucci che in questi 13 mesi di governo si è dedicato esclusivamente alla Sanità (dimenticando che ci sono un Commissario ad acta e un sub Commissario) e a quella 'macelleria sociale' rappresentata dalla chiusura dei Punti nascita e all’introduzione dei ticket socio-sanitari, pur di appuntarsi sul petto la medaglietta per l’uscita dal Commissariamento (che certo non potrebbe essere merito suo ma di chi lo ha preceduto). Di contro ha completamente trascurato la sua delega al Bilancio, sicuramente più gravosa e impegnativa".

"A questo punto – conclude Febbo – mia auguro che il Presidente del Consiglio dei Ministri prenda in seria considerazione, ove ci fossero gli estremi, la possibilità di sciogliere il Consiglio regionale in base ai dettami dell’articolo 126 della Costituzione".

 

Liris: "Se non fosse una tragedia, ci sarebbe tanto da ridere"

"Se non fosse una tragedia, ci sarebbe tanto da ridere. Mentre D'Alfonso e la sua Giunta annunciano, con comunicati altisonanti, l'uscita dal Commissariamento relativamente alla Sanità, la Corte dei Conti chiede il Commissariamento dell'intera Regione Abruzzo".

E’ il commento del vicepresidente regionale di Forza Italia e consigliere comunale dell’Aquila Guido Quintino Liris. "È questa la Regione Veloce e Facile di D'Alfonso? - prosegue Liris - quanto prodotto dalla Corte dei Conti è allarmante e denuncia una superficiale e disinvolta gestione della 'cosa pubblica'; “comportamenti omissivi” in ambito di contabilità regionale che non possono non allarmare i cittadini abruzzesi. Mi aspetto un 'mea culpa' – aggiunge Liris - da parte del Partito Democratico e di un centrosinistra che oggi più che mai dovrebbe chiedere scusa alle donne e agli uomini che hanno avuto la cattiva sorte di essere amministrati da una classe dirigente arrogante e impreparata. La sinistra a tutti i livelli, dalla Regione al Comune dell'Aquila, sta dimostrando una grave incapacità amministrativa denunciando la sua vera natura, e cioè l'essere molto più brava a polemizzare e criticare, più che a governare e gestire le criticità del nostro territorio. Cialente e D'Alfonso, che in questo momento vanno così a braccetto, nel continuo esercizio di depauperamento del territorio aquilano, hanno la necessità di un lungo bagno di umiltà. I cittadini comuni - aggiunge - abituati quotidianamente a pagare per gli errori che commettono nelle rispettive professioni, sono stufi di dover prendere atto della ‘non idoneità’ di avventurieri e dilettanti allo sbaraglio".

"Matteo Renzi - conclude Liris - non scioglierà il Consiglio Regionale, figuriamoci: ciò che mi addolora è la 'figuraccia' a livello nazionale, cui ci costringe l'attuale classe dirigente 'sinistra'".

 

Acerbo: "Corte dei Conti conferma quanto aveva denunciato Rifondazione Comunista"

La delibera della Corte dei Conti conferma quanto ho sostenuto a nome di Rifondazione Comunista per anni e anni inascoltato con interrogazioni, interventi in Consiglio regionale, conferenze stampa. Nell'estate del 2012 denunciai che mancavano all'appello i consuntivi 2009, 2010, 2011. Nel 2013 feci l'ennesima interrogazione (ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=QiOLBlH3X2Q).

Il trucchetto di non approvare i consuntivi è di lunga data alla Regione Abruzzo e la responsabilità ampiamente bipartisan quindi consiglierei all'attuale opposizione di centrodestra di non fare demagogia. In sintesi si era sempre in ritardo di due-tre anni con i consuntivi e quindi bilanci approvati sono stati sempre taroccati.

In Abruzzo a questo vizietto si erano abituati perchè in base allo sciagurato federalismo sostenuto per un decennio da tutti (solo Rifondazione in parlamento fu apertamente contraria) non vi era sorveglianza diretta da parte della Corte dei Conti.

Come avevo inutilmente avvertito - evidenziando che l'Abruzzo non era ancora la Regione "virtuosa" come Chiodi voleva far credere - l'entrata in vigore delle norme sul pareggio di bilancio avrebbe costituito un gigantesco problema.

Voglio esser chiaro: se questo disordine finanziario fosse servito a scopi sociali potrebbe anche essere difeso da parte di chi come me non condivide le politiche di rigore dei governi italiani e europei. Purtroppo però un fiume di denaro è stato sperperato in ruberie, sprechi clientelari, privilegi assurdi, favori a imprese amiche.

Credo che sia fondata la dichiarazione di Paolucci sullo scarso rischio di tornare alle elezioni, assai meno quella con cui dice che è in corso risanamento economico della Regione. Mi sembra che in questo campo ci sia continuità con la precedente giunta con poco coraggio, immaginazione e progettualità e a farne le spese sono i ceti medio bassi.

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 23 Luglio 2015 13:14

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