Perforazioni in Adriatico, al largo delle coste abruzzesi: il governo Renzi intende tirare dritto. Poco importa della volontà di cittadini e amministratori locali, poco importa dell'orientamento politico della Giunta regionale.
Si è capito chiaramente stamane, alla Camera dei Deputati, con la risposta del Governo all'interrogazione di Gianni Melilla, deputato di Sel, che aveva chiesto al Ministero dell'Ambiente quali iniziative abbia intrapreso per evitare che gli interventi in mare "mettano a serio rischio il futuro ambientale della regione Abruzzo e del Mare Adriatico".
Ed eccola la risposta, a voce del sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, che ha gelato le legittime aspettative di cittadini, comitati e movimenti. "Per quanto riguarda il pozzo esplorativo denominato 'Elsa 2', non soggetto a VIA, le attività avranno una durata stimata in circa cinque-sei mesi e, conseguentemente, gli impatti saranno solo a carattere temporaneo. L’iter per la VIA è in corso e si attende l'espressione del Ministero per i beni e le attività culturali", ha spiegato. Aggiungendo poi che "la Commissione tecnica per la verifica di impatto ambientale nell'ultimo parere per il progetto 'Elsa 2', ha attentamente valutato l'aspetto degli impatti cumulativi, ritenendolo irrilevante, tenuto conto della distanza intercorrente fra i diversi progetti".
E per quel che riguarda il progetto Ombrina Mare? "Il 3 febbraio 2015 - ha sottolineato Silvia Velo - la Commissione istruttoria AIA-IPPC ha rilasciato, per la relativa piattaforma, il parere istruttorio conclusivo, a seguito del quale, il 6 marzo 2015, la Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale, VIA e VAS, ha espresso l'ulteriore parere positivo, con prescrizioni, che aggiorna e integra i precedenti.
Si va avanti, insomma. Per 'Elsa 2' e 'Ombrina' così come per il progetto 'Rospo mare': "Sebbene il procedimento sia esente ex lege dalla procedura AIA - ha detto Velo - la società Edison Spa ha comunque presentato una istanza in tal senso e depositando i relativi documenti per la pubblica consultazione presso gli uffici delle amministrazioni e degli enti locali interessati. Risulta, dunque, data ampia possibilità al pubblico di formulare osservazioni sulla citata documentazione che, peraltro, è stata pubblicata, per la parte di interesse, sul sito web del Ministero dell'ambiente, nel link relativo alle autorizzazioni e valutazioni ambientali. Come noto, il procedimento si è concluso con decreto di pronuncia di compatibilità ambientale, con prescrizioni, del 15 aprile 2015".
Infine, per quanto attiene la gestione dei rischi e la sicurezza, il Governo ritiene che "le relative attività sono svolte secondo standard e specifiche tecniche di cui alle normative di settore, che demandano al Ministero dello sviluppo economico il controllo sul rispetto delle norme di polizia mineraria. Tuttavia, nei provvedimenti di compatibilità ambientale per i progetti in questione, sono comunque previste specifiche prescrizioni in materia".
Il deputato Gianni Melilla si è detto, ovviamente, insoddisfatto della risposta del Governo oltre che indignato. "Penso che non ci sia un aggettivo che possa rendere evidente la rabbia che io vorrei esprimere in questa mia risposta, una rabbia e un'indignazione profonde, perché il popolo abruzzese non può assolutamente accettare di diventare un distretto minerario per la logica affaristica che c’è dietro queste scelte che il Governo Renzi ha confermato dopo quelle nefaste assunte dal Governo Monti", ha sottolineato Melilla in aula. "Io mi rendo conto che, purtroppo, la politica non è una cosa seria e onesta. Sono arrivato a sessant'anni senza avere mai avuto a che fare con la giustizia, ma mi rendo conto che, rispetto a questioni come quella degli interessi lobbistici e affaristici che ispirano la politica energetica del Governo, non si può che esprimere una profonda indignazione! Il popolo abruzzese è sceso in piazza, 60 mila persone sono scese in piazza!", ha ricordato il deputato di Sel. "E voi non vi degnate di dare una risposta, neanche in termini di semplice ascolto, a quella che è una volontà popolare, che è stata raccolta da tutti i comuni abruzzesi, financo dalla regione Abruzzo, che ha una maggioranza di centrosinistra e un presidente espressione del maggiore partito che governa il nostro Paese. Noi qualche anno fa in Abruzzo facemmo una scelta molto coraggiosa, una scelta che contemplava l'istituzione di vari parchi nazionali. Il Parco nazionale d'Abruzzo era stato fatto nel 1923 ed è il primo parco della nostra Nazione. Noi ci battemmo per istituire il Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, della Majella e del Morrone e il Parco nazionale della Costa teatina, l'Area marina protetta nazionale della Torre del Cerrano e ben 30 riserve regionali e statali. Noi ci scontrammo con chi diceva che volevamo imbalsamare il territorio, che noi volevamo tutelare il territorio e impedire uno sviluppo delle zone interne. Noi lo facemmo, allora io ero segretario regionale della CGIL e poi dei Democratici di Sinistra - ha ricordato Melilla –, convincendo le nostre popolazioni che era possibile perseguire un modello di sviluppo nelle zone interne in cui l'agricoltura, la zootecnia e le attività tradizionali dell'artigianato potevano convivere con una grande idea di sviluppo turistico, basata sulla valorizzazione delle bellezze paesaggistiche e ambientali della nostra regione, che si sviluppa, per oltre il 66 per cento, oltre i 600 metri e che è la regione più montuosa d'Italia, dopo la Valle d'Aosta e il Trentino. Ebbene, questa scelta voi la state rimettendo in discussione, quando essa sta decollando con un potenziale sviluppo del turismo, con un'immagine dell'Abruzzo come regione verde d'Europa".
Dunque, l'affondo del deputato abruzzese: "Noi faremo di tutto per impedire queste scelte. Nell'ambito di quanto la legge prevede, di quanto la Costituzione ci riconosce, noi faremo di tutto per difendere la dignità del nostro popolo. Quindi, l'appuntamento è a mobilitazioni forti, massicce, perché il popolo è dalla nostra parte e noi non rinunceremo a nessuna forma di lotta – anche di disobbedienza civile – per impedire lo scempio del territorio abruzzese e del Mare adriatico".