Sabato, 07 Novembre 2015 15:24

Gli stipendi dei governatori e i rimborsi esentasse. Tra i più pagati, D'Alfonso

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Scandalo del Consiglio regionale del Lazio: l'allora Presidente del Consiglio, Mario Monti, fa approvare una legge che limita il compenso degli eletti regionali: tetto massimo di 11mila euro lordi mensili per la retribuzione onnicomprensiva dei consiglieri regionali e 13.800 euro per i governatori.

E che succede? Succede che quasi tutte le Regioni italiane si adeguano agli importi massimi, o ci vanno molto vicino. Con un accorgimento che 'aggira' gli effetti della legge varata dal Governo: viene sforbiciato lo stipendio spingendo in sù, però, i rimborsi spese forfettari, non tassati. Così, restano più che accettabili, per tutti, gli emolumenti netti. Semplice, no? Fatta la legge, trovato l'inganno, direbbe qualcuno. Certo, si poteva far meglio la legge: fissando, per esempio, un tetto agli emolumenti netti, anziché al lordo. 

A far luce sulla vicenda è Sergio Rizzo, sulle pagine del Corriere della Sera [qui].

All'analisi del giornalista, emerge che tra i governatori più pagati, in Italia, c'è Luciano D'Alfonso: 13.800euro, come Pittella (Basilicata) e Oliverio (Calabria). In particolare, D'Alfonso percepisce 6.600 euro di indennità mensile di carica lorda, 2.700 euro di indennità mensile di funzione lorda e 4.500 euro di rimborso forfettario, esentasse

tabella 1

Dunque, il governatore abruzzese mette in tasca 9.748 euro netti al mese. Meglio di D'Alfonso soltanto Pittella (9.790), Oliverio (10.493), Toti (10.514) e Zaia (9.760).

tabella 2

Rispetto al passato, alla legge varata dal governo Monti, l'Abruzzo ha visto un aumento dello stipendio netto del governatore da 8.450 ad, appunto, 9.748 euro. In Basilicata, si è saliti da 9.221 a 9.790. L'emolumento del presidente dell’Umbria è cresciuto da 7.604 a 8.921. E anche la collega del Friuli-Venezia Giulia deve registrare un aumento simbolico: il calcolo dà oggi un netto di 8.136 euro, contro gli 8.063 di tre anni fa. Altri hanno semplicemente limitato i danni. È il caso del presidente dell’Emilia-Romagna, che ha perso più o meno trecento euro, o di quello del Veneto, il quale ha dovuto rinunciare a 130 euro. 

Botte più serie le hanno invece accusate i presidenti di Marche (- 906 euro mensili), Molise (- 1.527), Lombardia (- 2.403), Lazio (- 2.502), Sicilia (- 4.444), Piemonte (- 4.687), Puglia (- 5.034), Sardegna (- 5.606).

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