L'AQUILA - Dopo i manifesti rivendicati da 3e32 / CaseMatte apparsi in città nel sesto anniversario della riunione della Commissione Grandi Rischi, nella notte tra il 4 e il 5 aprile altre scritte sono apparse in una decina di muri e strade del capoluogo abruzzese.
Sui manifesti, non firmati, è scritto "Il fatto non sussiste, ma uccide. L'operazione mediatica continua" e "Il fatto non sussiste, ma in troppi ridono ancora". Il riferimento, probabilmente, è alla "operazione mediatica" di cui parlò l'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, intercettato al telefono con l'ex assessora regionale alla Protezione Civile Daniela Stati. Già dal processo in primo grado i movimenti cittadini chiedono che sia fatta giustizia soprattutto per l'utilizzo "strumentale, che fece la Protezione Civile della Commissione Grandi Rischi e degli esperti che ne facevano parte".
Sarà un sesto anniversario amaro per tanti familiari delle vittime del terremoto, dopo l'assoluzione in appello di sei imputati su sette della Commissione Grandi Rischi - precedentemente condannati in primo grado - e per la beffa della richiesta di restituzione del risarcimento delle provvisionali da parte della Protezione Civile.
Anche nel sesto anniversario, stasera le vie della città saranno attraversate dalla fiaccolata in memoria delle vittime, che si aprirà come di consueto con il grande striscione dei familiari.
In questa occasione, alcune associazioni e movimenti civici (3e32 / CaseMatte, Animammersa, Appello per L'Aquila, Arci L'Aquila, Arcigay "Massimo Consoli", Donne Terremutate e L'Aquila che Vogliamo) hanno annunciato una protesta silenziosa.
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