"A pochi mesi dalle prossime amministrative, il PD ha una grande responsabilità: assicurare alla città dell'Aquila una candidatura forte e condivisa, che si trasformi in una guida autorevole e concreta per la città, per proseguire la strada della ricostruzione materiale, culturale e sociale".
A dirlo è la senatrice Stefania Pezzopane che torna a ribadire come la scelta del candidato sindaco del centrosinistra debba passare per le primarie e "non per le impervie vie dei sondaggi che - chiarisce - possono essere utili strumenti per misurare il polso, gli umori della città, ma vanno usati con parsimonia e saggezza, mai come un grimaldello per forzare la mano, né tanto meno divulgati per 'vedere l'effetto che fa'".
Il gruppo dirigente aquilano ha sempre affrontato con serietà le proprie scelte, sottolinea Pezzopane. "Le primarie non sono una panacea, ma uno strumento di democrazia, partecipazione e trasparenza. Ho partecipato alle primarie per la mia candidatura al Senato, lo stesso ha fatto Giovanni Lolli per la sua candidatura in Parlamento anni fa, il sindaco Massimo Cialente vi si è sottoposto ben due volte, al primo e addirittura al secondo mandato, Pierpaolo Pietrucci le ha vinte per candidarsi in Regione. Nella situazione di crisi che stiamo vivendo, ritengo che non se ne possa fare a meno. Rinunciarvi equivarrebbe a un balzo al passato".
La senatrice democrat rivendica il "buon governo" della città, riconoscendo "il ruolo determinante del sindaco Cialente; ricordo il grande lavoro svolto insieme, anche durante la mia esperienza in giunta. Dopo il 6 aprile, siamo riusciti a condividere con gli aquilani la voglia di ricostruire e tornare a sperare. Da allora, abbiamo affrontato ogni sfida elettorale, anteponendo l'interesse della città e del territorio ai pur leciti interessi e carriere personali. Grazie a questo gioco di squadra, il Pd può vantare una sua rappresentanza in Parlamento e in Regione. Un risultato non ascrivibile ad altri partiti". Poi, l'avvertimento: "Diventerebbe difficile per gli aquilani seguirci, però, se dovessero prevalere logiche individualistiche e autoreferenziali, che ci allontano dalla quotidianità delle persone e dai veri temi su cui confrontarci".
Dunque, Pezzopane lancia un appello al partito: "Rompiamo gli indugi e acceleriamo sulle primarie, perché i veri temi su cui PD e coalizione di centrosinistra dovranno misurarsi sono altri, lavoro, scuole sicure, ricostruzione, centro storico e frazioni, ruolo del capoluogo, ospedale, infrastrutture, ambiente, turismo, Gran Sasso".
Insomma, la via delle primarie pare tracciata. A confermarlo è il capogruppo democrat in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. D'altra parte - spiega ai microfoni di Mente Locale, su Radio L'Aquila 1 - "è la proposta che il PD ha messo sul tavolo della coalizione; è l'unico modo per uscire dalla situazione di impasse che si è determinata. Diversi possibili candidati hanno manifestato la volontà di concorrere, in seno ad una coalizione su cui abbiamo investito e che abbiamo rinsaldato, allargandola ad altre esperienze civiche e partitiche".
Saranno primarie vere, dunque, di coalizione, "e con più candidati democrat: nel partito, ci sono più persone che intendono presentarsi alle primarie e c'è il tema della contendibilità delle consultazioni che pure ci sta a cuore", ribadisce Palumbo. A dire che presentare più di un candidato democrat renderebbe le primarie appetibili e, appunto, realmente contendibili anche da personalità politiche di altre forze, civico o partitiche.
In un momento delicato, tra l'altro, col PD che, a livello nazionale, sta vivendo una dolorosa scissione. Palumbo, però, non se ne dice preoccupato: "La politica che stiamo portando avanti da anni al livello locale, per affermare la non autosufficienza del partito e, dunque, l'importanza di una coalizione larga, aperta ad una pluralità di esperienze, dall'estrema sinistra al centro, ci tutela rispetto alle dinamiche nazionali; certo - riconosce il capogruppo - c'è l'interesse di soggetti politici, dentro e fuori il Partito Democratico, a ragionare intorno alla nascita di una nuova realtà partitica, ma sono assolutamente certo che, comunque vada, saranno al nostro fianco alle prossime elezioni amministrative".
Elezioni che segneranno il momento di passaggio tra le legislature Cialente e "la nuova fase che la città si appresta a vivere: fase che andrà interpretata nel senso della continuità sulle cose che hanno funzionato, e tante cose sono state fatte pur tra incredibili difficoltà - rivendica Palumbo - segnando, tuttavia, una necessaria discontinuità; se è vero che tante cose sono state fatte, è vero anche che - l'attuale - è uno dei momenti più difficili degli ultimi anni", riconosce il capogruppo democrat.
Per questo, "è necessario tornare ai principi, alla base, alla politica programmatoria che prefigura e costruisce il futuro. Non è sufficiente rispondere alle necessità impellenti, a cui pure c'è da fare attenzione, ma lo dobbiamo fare ricominciando dal porre le basi per un'idea condivisa di città e di territorio. In caso contrario, passate le emergenze (e ritengo che in questo contesto si sia lavorato finora), basteranno tranquillamente le tecnostrutture ad amministrare".
Va condivisa una visione della città che verrà: "Se nel riedificare ci siamo fatti guidare dall'urbanistica e dalla linea delle mura urbiche, tracciate anticamente da una visione precisa, è giunto il momento di affrontare l'idea del ruolo che la città dell'Aquila dovrà avere nei prossimi anni, dove dovrà collocarsi, dove dovrà guardare". Palumbo immagina una città che sia guida di un territorio più ampio, "che ospiti l'Università del Centro Italia come istituzione accademica che, con base all'Aquila e mantenendo come fulcro il capoluogo, si articoli in sedi periferiche specializzate e radicate sul territorio da Perugia fino a Campobasso, nella zona che già rappresenta per certi versi il bacino di utenza del nostro Ateneo".
Si dice convinto esista "un modo sano di spendere i fondi che l'Europa manderà per risollevare l'agricoltura nei territori terremotati, che vada oltre la gara alla riedificazione della stalla più bella. Penso alla possibilità di identificarci in un marchio unico dell'Appennino centrale, da estendere anche oltre i confini regionali, che possa essere utilizzato da uno o più consorzi per valorizzare i prodotti dell'area interessata, creando strutture trasparenti che non siano viste come stipendifici dagli allevatori che quotidianamente sono sui campi, ma che grazie agli strumenti del web permettano di controllare minuto per minuto la produzione singola, complessiva, i livelli stipendiali di dirigenti ed impiegati, la validità sociale ed economica dell'attività. C'è bisogno in altri termini di reinventare un sistema di sviluppo locale che sostenga l'economia del nostro territorio attraverso la valorizzazione delle identità montane e delle sue eccellenze".