Giovedì, 20 Aprile 2017 19:01

Primarie, intervista a Pietrucci: "Ottenuto un risultato straordinario"

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Dieci giorni dopo; dieci giorni per assorbire la delusione per l'esito delle primarie, mettere in fila i pensieri, rilanciare.

Incontriamo Pierpaolo Pietrucci nel suo ufficio, all'Emiciclo, tra una riunione e l'altra: "Per me, non è stata una sconfitta", spiega; "anzi, ho ottenuto un risultato straordinario: 4600 preferenze sono più di quante ne conquistai nel 2014, alle elezioni regionali. Allora, presi 7100 voti in provincia, 4300 a L'Aquila: avevo con me i maggiorenti del partito, però, il sindaco Massimo Cialente, la senatrice Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli, lo stesso Americo Di Benedetto, gli esponenti democrat in Giunta comunale e in Consiglio comunale". Stavolta, invece, "Cialente e così Pezzopane, l'assessore Pietro Di Stefano, larga parte della Giunta e del Consiglio hanno preferito sostenere Di Benedetto, anche per preservare il mio ruolo in Regione, in virtù delle battaglie fatte, delle azioni che sono riuscito a mettere in campo per la nostra montagna, per le aree interne che ho riportato al centro dell'agenda politica regionale, troppo orientata verso la costa. Insomma, i 4600 voti arrivano dal basso, dalla gente, che ha apprezzato il lavoro fatto fino ad oggi e che conosce l'amore che nutro per la città e il territorio".

Pietrucci resta convinto della ragioni della sua candidatura: "Ho pensato che il mio ruolo in Regione fosse limitato rispetto alle possibilità che avrei avuto se fossi stato eletto sindaco della città capoluogo di Regione: all'Emiciclo sono soltanto un numero, in Consiglio sono solo, l'unico rappresentante del territorio, ed è difficile, dunque, incidere sugli atti della Giunta, sui percorsi amministrativi, sui progetti di legge: se sono riuscito ad ottenere provvedimenti per L'Aquila e le aree interne, è soltanto per la mia tenacia, la mia determinazione; da sindaco, avrei potuto incidere maggiormente, per come avrei interpretato il ruolo soprattutto, col Comune capofila di esigenze comuni ad un'area geografica più vasta. Pensavo di poter essere la persona migliore, per dar forza ad una rinnovata idea di città".

E' andata diversamente; "non tutto ciò che è rinviabile è perduto", rilancia. "I 4600 voti ottenuti alle primarie sono un patrimonio straordinario, un capitale umano da capitalizzare, a partire dalle elezioni amministrative di giugno", la sfida. "Cercherò di far confluire la maggior parte dei voti su alcuni candidati che, negli anni, hanno dimostrato di poter dare la giusta impronta di sinistra alla giunta Di Benedetto (dovesse vincere le elezioni, ovviamente) e al Consiglio comunale che verrà, così da offrire alla politica aquilana una prospettiva decennale".

Pietrucci fa nomi e cognomi: "penso a Stefano Albano, Stefano Palumbo, Carlo Benedetti, Emanuela Di Giovambattista, Gamal Bouchaib, Gianni Padovani, Giuliano Di Nicola, Mimmo Iovannitti e Fernando Galletti a Paganica, Leonardo Maddalena, oltre ad altre figure che si candideranno a sostegno di Di Benedetto: mi hanno accompagnato nel percorso delle primarie, e farò di tutto affinché vengano eletti, così da portare avanti il progetto di L'Aquila capoluogo di un'area vasta, l'idea di un rilancio complessivo del territorio che passi dalla ricostruzione delle frazioni, per dare corpo e gambe all'idea di sviluppo che abbiamo condiviso in queste settimane".

Un modo per "ancorare a sinistra" la futura amministrazione, vincesse la coalizione civico progressista, per non disperdere il "patrimonio" di consenso conquistato, farlo pesare piuttosto sulle scelte che verranno; una 'corrente', si direbbe, che intende incidere nell'azione amministrativa e nelle dinamiche interne al Partito Democratico, senza dubbio, che si prepara alle primarie del 30 aprile per la scelta del segretario nazionale, con ripercussioni che potrebbero avere riverberi anche ai livelli locali, ovviamente.

"Con Americo Di Benedetto parlo tutti i giorni, per ragionare del programma", assicura Pietrucci. "Sul voto delle primarie - ribadisce - hanno inciso diversi fattori: di certo, il grande lavoro di Americo come presidente della Gran Sasso Acqua e dell'Ordine dei commercialisti; l'establishment della città ha visto nella sua candidatura una prospettiva credibile, dal punto di vista economico-finanziario soprattutto. C'è poi il voto di elettori tradizionalmente di centrodestra, o meglio, della vecchia Democrazia Cristiana, che considera Di Benedetto una sorta di 'rottura' avverso la sinistra, i 'comunisti' come li definiscono, che hanno governato nell'ultimo ventennio, sebbene, come detto, Cialente, Pezzopane, Di Stefano e altri abbiano sostenuto Americo. Ora però, dobbiamo lavorare insieme, costruire un programma facendo sintesi dei progetti di città che abbiamo in mente".

Pietrucci mette sul tavolo alcuni temi chiave: "vanno riconnesse le frazioni al comprensorio urbanistico dell'Aquila, vanno coinvolte in un processo di rilancio complessivo del territorio attraverso le associazioni che sono nate nel post terremoto, i gruppo di Protezione civile e degli Alpini, le Pro Loco; dovremo mettere in campo un'azione importante per quel che attiene alla sicurezza delle scuole, e c'è un'emergenza occupazionale da affrontare: fino ad ora, abbiamo giocato una partita difensiva, di mantenimento dei livelli occupazioni, ora va rilanciata un'offensiva decisa per generare opportunità di lavoro e, in questo senso, i fondi della legge Pezzopane - il 4% delle risorse per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico - rappresentano un'occasione straordinaria; vanno sciolti, poi, alcuni nodi: penso al rilancio del Gran Sasso, alla questione centrale delle infrastrutture per riconnetterci con la costa adriatica e con Roma, e dunque al potenziamento della rete ferroviaria e alla realizzazione della variante sud. I prossimi giorni saranno determinanti per presentarci alla città con un programma chiaro e ben definito".

Dunque, una sorta di 'avvertimento' a Di Benedetto: "Mi auguro sappia liberarsi da lacci e lacciuoli, se ne ha, di quel mondo che è andato a votare alle primarie pur non appartenendo al centrosinistra, un mondo che non si era mai schierato; Americo è una persona estremamente disponibile al dialogo e al confronto, auspico che possa dimostrare sempre questa apertura, con tutte le anime della coalizione. Dovremo dare all'azione amministrativa un'impronta forte di sinistra, dovremo avere la capacità di guardare alle dinamiche sociali che attraversano la città e che conosco approfonditamente, essendo stato capo di gabinetto del sindaco; quando Cialente sottolinea che L'Aquila non è la 'Fenice' (noto locale del centro storico, ndr), utilizza la provocazione per sollevare, però, una questione dirimente: c'è un sommerso, nelle periferie e nelle frazioni, che ha bisogno di essere rimesso al centro dell'agenda politica della prossima amministrazione".

Se si riuscirà a "lavorare insieme", su questi temi - il senso delle parole di Pietrucci - "sono convinto riusciremo a costruire una rinnovata stagione politica, che permetta alla città di riacquisire il ruolo di capoluogo di Regione per troppo tempo sminuito da politiche miopi, che metta L'Aquila a capofila di un territorio vasto, esteso, oltre i confini regionali". All'Emiciclo, "continuerò a battermi come gli aquilani mi hanno chiesto di fare, per difendere la città, per far capire al governatore, con cui mi scontro spesso, che non è L'Aquila ad aver bisogno dell'Abruzzo, ma l'Abruzzo ad aver bisogno del suo capoluogo. Se sapremo coniugare la mia struttura politica con le capacità tecniche di Americo, potremo davvero completarci e dare una svolta per il futuro".

Ultima modifica il Venerdì, 21 Aprile 2017 18:31

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