Mercoledì, 23 Gennaio 2019 22:26

Regionali, le interviste. Di Benedetto (Legnini presidente): "E' in ballo il mio impegno politico"

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“E’ un momento molto particolare, per il Paese e per la città: la cosa più semplice sarebbe stata restare alla finestra a guardare”.

Parole di Americo Di Benedetto, capolista in provincia dell’Aquila della civica ‘Legnini presidente’, che un anno e mezzo dopo la “rocambolesca” – così la definisce – sconfitta elettorale al ballottaggio delle amministrative, ha deciso di candidarsi alle regionali, “una scelta che è il risultato di un percorso fatto all’interno del mio gruppo, Il Passo Possibile, rappresentativo di una struttura sia istituzionale, con la rappresentanza in Consiglio comunale, che diffusa in città. Quando si fa politica ci si deve misurare: non si può aspettare il momento più opportuno, quella si chiama utilità. La proposta di Giovanni Legnini era in linea perfetta con quanto abbiamo tentato di fare in città un anno e mezzo fa: per questo, abbiamo valutato fosse necessario difenderla fornendo il nostro contributo”.

Di Benedetto è candidato in ticket con Emanuela Iorio, già assessore della giunta Cialente, che ha seguito l’ex presidente della Gran Sasso Acqua nel suo progetto civico, rompendo col Partito Democratico.

“Giovanni Legnini fa una proposta di governo per la Regione”, spiega Di Benedetto; “si è aperto a tutte le forze civiche e partitiche, in modo diffuso: d’altra parte, quando si governa non ci possono essere elementi di chiusura, bensì di apertura ad una condivisione che si basi, appunto, su intendimenti precisi e puntuali che sono quelli, per l’appunto, di governo. Una proposta non si può costruire sulla contrarietà a ciò che non si è fatto e, sicuramente, non si può costruire sulla contrarietà alle persone”.

Ma c’è altro, dietro la decisione di Americo Di Benedetto di ‘scendere’ di nuovo in campo: “lo dovevo alla città, a chi con me ha sofferto dopo la sconfitta alle elezioni comunali”; una sconfitta che nasce dallo scontro alle primarie con Pierpaolo Pietrucci: “è di tutta evidenza che non sono state primarie con un ‘paniere’ di candidati tra cui scegliere: c’era un candidato che rappresentava il Pd e c’ero io, con un ulteriore esponente politico che ha tolto di sicuro più voti a me che all’avversario. Quelle primarie hanno segnato la mia vittoria verso il Pd cittadino, è indiscutibile; tuttavia, hanno portato ad una lacerazione profonda, sebbene non volontaria: d’altra parte, contrapponendo due anime così forti, generazionalmente in linea, ciascuna con i suoi mondi di riferimento, la rivincita si prende alla prima occasione. Non c’è stata una volontà precisa, ma è ciò che è accaduto. Rispetto alla proposta di Legnini, tra l’altro, la mia aveva delle disfunzioni, per un sentimento di non condivisione sulla mia persona che c’era, ancor prima delle primarie. Parliamoci chiaro: non c’è una grande disponibilità di una parte politica nei miei confronti. Non c’è mai stata. Pensavo che il Pd di allora potesse superare le differenze: in realtà, c’è stata l’esaltazione della contrarietà tra due modi diversi di pensare dentro al partito. Ma la proposta che avevamo messo in campo era valida”.

Una proposta di continuità sulle cose buone che l’amministrazione precedente aveva fatto, “e che erano state duramente attaccate dal centrodestra – un anno e mezzo dopo, le cose sono però peggiorate: la verità sta venendo a galla, si pensi al progetto Case” – e tuttavia d’innovazione, proprio come sta tentando di fare Legnini, “nei modi di relazionarsi alle persone in particolare: d’altra parte, sono una persona atipica, con una grande disponibilità e con una buona dose di educazione che, credo, rappresentino la base da cui partire per chi decide di mettersi a disposizione degli altri; quando lo decidi, devi essere disponibile sempre, non solo prima delle elezioni: scegli tu di metterti a disposizione, nessuno viene a chiedertelo”.

Di Benedetto lo ribadisce: “avevamo una proposta di governo della città, e conoscevamo le difficoltà che avremmo incontrato per la claudicanza della struttura comunale. A L’Aquila, il sindaco dovrebbe occuparsi direttamente dell’amministrazione, avere una cultura amministrativa, dovrebbe avere, anzi avrebbe dovuto avere una squadra - oggi non ce l’ha, è un dato di fatto - dedita all’amministrazione a tempo pieno. Non è possibile fare la libera professione e l’assessore, il dipendente e l’assessore. E poi, sarebbe servita un minimo di qualità riconducibile alle competenze di riferimento, e un impegno fermo per 5 anni, il tempo necessario per maturare una proposta e concretizzarla. Questo in città non sta accadendo, purtroppo: e nessuno può dirmi che lavoro contro, in un anno e mezzo avete avuto modo di vedere il mio stile in Consiglio comunale; non ho cambiato il mio modo di essere, e credo sia indicativo: il modo di essere di una persona si misura nei momenti di difficoltà. Non vado mai alla ricerca di contrapposizioni, che potrebbero pure far bene alla mia visibilità ma farebbero male alla città. Oggi però c'è l’occasione di rimettere la palla al centro: per me, è la partita del cuore”.

Di Benedetto lo dice esplicitamente: in ballo c’è il futuro del suo impegno politico. “La politica si fa se le persone sono in linea con il tuo modo di essere e ti dedicano fiducia e consenso. Non si può pensare di esercitare un ruolo politico non spendendosi, con una tattica da sacrestia, in base alla quale non esci fuori se non nel momento giusto. Voglio capire se i cittadini ancora pensano che io possa essere, insieme ad altri, una persona impegnata per la città, e non posso che verificarlo attraverso l’intenzione di voto nei miei confronti. La mia candidatura non è decontestualizzata rispetto ad un anno e mezzo fa, è una sorta di prova di resistenza: aiuterà a comprendere gli errori fatti nel momento in cui qualcosa di contrario, anche dentro la mia parte, è venuto fuori, e dunque a capire che se oggi la città è in difficoltà dipende anche dai nostri sbagli, e potrebbe significare, altresì, una sorta di ridimensionamento dell’attuale governo cittadino, un calmieramento al delirio di onnipotenza che credo sia davvero utile per rimettere in carreggiata una amministrazione che dovrebbe fare un’analisi più approfondita dei risultati portati a casa ad un anno e mezzo dalle vittoria elettorale”.

Dunque, Di Benedetto volge lo sguardo verso l’appuntamento elettorale, e oltre: “Sono il capolista della civica del presidente: il candidato governatore ha detto che Americo Di Benedetto, in provincia dell’Aquila, è la sintesi di quella lista che poco attiene alla ‘parte’ politica, bensì all’idea di governo di Giovanni Legnini, declinata attraverso determinate candidature. Più del mio risultato, mi auguro che Legnini diventi presidente: sarebbe una garanzia per tutti noi; dovessi essere eletto, e lo spero, sarò attento al futuro della città dove vivo, attento a filtrarlo in una provincia interna e a rappresentarlo in modo adeguato. In questi giorni, ricevo tante sollecitazioni dalle diverse realtà territoriali che apprezzano il mio profilo non campanilistico: da tutti i territori della provincia ho segnali importanti di disponibilità e apprezzamento. In campagna elettorale, è facile chiamare le persone, essere disponibili con loro e dire ciò che si farà una volta eletti; è dopo la campagna elettorale però, soprattutto se si riveste un qualche ruolo, che bisogna continuare a chiamare le persone, a rispondere alle loro istanze, a non fare promesse che non possono essere mantenute ma a prestare ascolto, piuttosto, avendo la consapevolezza dei problemi che ti vengono sottoposti. Con una buona dose di pratica amministrativa, di conoscenza della pubblica amministrazione, per poter interloquire in modo paritetico con le strutture regionali e dare una risposta positiva ai diversi problemi, per il superamento delle criticità di cui la Regione ancora soffre, nel mondo della sanità, del lavoro, dei servizi che, soprattutto nelle aree interne, debbono essere assicurati. Evitando la dispersione di risorse pubbliche per profili utilitaristici e concentrandole sulla elargizione dei servizi ai cittadini”.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Febbraio 2019 17:50

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