“La legislatura che ci lasciamo alle spalle è stata molto impegnativa, con un dibattito tra le parti di notevole spessore politico, a volte acceso, sopra le righe. C’è una cosa di cui vado davvero orgoglioso: in questi cinque anni, l’assemblea legislativa ha assunto un ruolo centrale nella vita politica abruzzese”.
Così Giuseppe Di Pangrazio, presidente del Consiglio regionale nella legislatura che va a chiudersi, candidato per un terzo mandato all’Emiciclo nella lista del Partito Democratico in provincia dell’Aquila.
“Stiamo per tornare al voto, e sento dire che eleggeremo il governatore: non è così. Saremo chiamati ad eleggere il presidente della Giunta regionale, l’organo esecutivo; il Consiglio regionale, invece, detiene il potere legislativo, è il consesso dove si propongono e si dibatto le leggi. Debbo dire che nell’ultimo scorcio di legislatura, l’assemblea ha recuperato il ruolo di centralità che le è proprio”.
Di Pangrazio rivendica di aver lasciato una Regione sana e con i conti in ordine. “In 5 anni, abbiamo prodotto un risparmio di circa 10 milioni di euro riducendo le spese per i gruppi consiliari, per le missioni all’estero, anche della Presidenza, pur mantenendo la stessa frequenza nei rapporti con l’Europa e con i ministeri a Roma. Risparmi che, per la maggior parte, abbiamo destinato al sociale, ai soggetti più disagiati; risorse sono andate a copertura di sconti sul trasporto pubblico applicati agli studenti abruzzesi residenti nei comuni montani oltre i 600 metri, circa 1 milione e mezzo è stato messo a disposizione delle piccole imprese del cratere 2016/2017, e nella provincia dell’Aquila sono tanti i piccoli imprenditori che ne hanno beneficiato, in particolare nell’alta valle dell’Aterno. E ancora, abbiamo sottoscritto convenzioni con le Università abruzzesi finanziando borse di studio destinate a studenti meritevoli. Insomma, non abbiamo elargito finanziamenti a pioggia, come in passato, ma investito, piuttosto, su misure specifiche a sostegno dei cittadini più bisognosi”.
Altro risultato raggiunto sotto la presidenza Di Pangrazio, la restituzione alla città del complesso architettonico dell’Emiciclo. “E’ il primo impegno che ho assunto, appena eletto: restituire alla città capoluogo di Regione la sua sede istituzionale. In due anni, siamo riusciti a concludere i lavori, aprendo l’Emiciclo alla città, non solo con la riqualificazione della villa Comunale, eliminando le inferriate che ‘chiudevano’ il complesso, ma rendendo fruibili più dell’80% degli spazi – il giardino d’inverno, la biblioteca, la navata, la sala ipogea – per attività di interesse ludico e culturale. Oggi, l’Emiciclo è attraversato da turisti e cittadini che vengono a visitare il complesso, ad assistere ad uno spettacolo o ad una mostra. Non solo. Si è trattato di un’opera di ristrutturazione architettonica straordinaria e assolutamente innovativa: parliamo del primo esperimento d’inserimento, al di sotto di un edificio storico, di dissuasori e isolatori sismici che permettono di frequentare l’Emiciclo in assoluta sicurezza”.
Di Pangrazio ha voluto porre l’accento anche sul recupero dell’ex Gil che è stato ‘consegnato’ al GSSI che vi ha realizzato il rettorato e alcune aule studio: “alla villa Comunale è nato, così, un piccolo campus, con la mensa del Consiglio a disposizione degli studenti della Scuola di ricerca internazionale, così come la biblioteca”.
Un modo – ha aggiunto il Presidente del Consiglio regionale uscente – “per rafforzare il ruolo dell’Aquila come capoluogo della nostra Regione”.
Dunque, Di Pangrazio ha motivato le ragioni della sua ricandidatura: “Torno in campo, dopo un lungo periodo di riflessione. Avevo accettato con riserva: poi, ho ascoltato la gente comune, le Istituzioni frequentate in questi anni ed ho capito che avrebbero gradito una mia candidatura. Per questo, ho accetto la sfida con lealtà e coerenza, non guardando a destra, a sinistra o dietro, ma avanti ben consapevole che, seppur fuori moda in questo periodo, il mio partito, il Partito Democratico ha ancora molto da dire e da fare per il bene della Regione”. E poi, “ho accettato con la volontà di lasciare un segno, di contribuire, finalmente, ad una legge organica per le aree interne, così da ridurre i costi di vita nei comuni montani: penso a costi inferiori per l’istruzione, e la scontistica sul trasporto pubblico è un primo passo, per i servizi sanitari e per i servizi pubblici in genere, penso a costi inferiori per il riscaldamento, ad esempio, e comunque al calmieramento delle spese che i cittadini dei comuni montani sono costretti a sopportare per la sola scelta di vivere nelle aree interne”.