"Lasciare Forza Italia è stata una scelta necessaria, maturata dopo il 2014 in seguito alle riflessioni scaturite in seguito alle sconfitte e agli errori commessi sia in regione che a livello nazionale. Inoltre il partito è troppo acritico nell'accettare e nell'appoggiare alcune decisioni dell'Europa, ad esempio il fiscal compact. Credo che Fratelli d'Italia oggi sia il partito che interpreti meglio e in maniera più rispondente alle esigenze delle persone la necessità di cambiare".
Luca Ricciuti motiva così la sua scelta di candidars alle elezioni del 10 febbraio per il partito di Giorgia Meloni, al quale ha aderito lo scorso anno quando "alcune candidature decise da Forza Italia nel maggioritario in provincia dell'Aquila determinarono un po' di sconcerto. Allora misi a disposizione la mia candidatura come candidatura di servizio".
Ricciuti è un volto molto noto della politica aquilana. Già consigliere regionale dal 2008 al 2014, prima con il Pdl e poi per FI, cinque anni fa non riuscì a centrare la rielezione per un pugno di voti (al suo posto entrò Iampieri) soprattutto per via del "derby" interno con Gianfranco Giuliante.
Uno scontro fratricida che rischia di ripetersi anche a questa tornata, con Guido Liris. Con un esito finale (L'Aquila che non ottiene nessun consigliere facendo scattare quello della Marsica) che promette di essere il medesimo. Ma Ricciuti è ottimista, anche perché dalla sua ha una buona fetta dei maggiorenti del partito, da Giorgio De Matteis a Ersilia Lancia, che hanno già detto che voteranno per lui e non poer Liris: "Fratelli d'Italia ha messo in campo una lista forte, importante. La competizione ci porterà a ottenere un maggior numero di consensi, sono convinto che riusciremo a conquistare anche più di un seggio. Le rivalità territoriali, comunque, mi interessano poco, anche perché chiunque verrà eletto dovrà rappresentare tutta la provincia".
Oltre che una sfida tra candidati all'interno di Fratelli d'Italia, le prossime elezioni saranno anche un match tra tutte le forze del centrodestra: ogni partito corre anche per misurare la sua forza e il suo peso specifico all'interno della coalizione. Una lotta all'ultima preferenza, che darà al voto un significato marcatamente e inevitabilmente politico.
"Ma la competizione interna" afferma Ricciuti "è sempre foriera di buoni risultati per la coalizione" anche se poi aggiunge: "Mi piacerebbe che tutti i candidati si comportassero nella maniera più corretta possibile. Lancio un appello agli elettori: non credete ai lestofanti che in questi giorni promettono posti di lavoro, non c'è nessuna possibilità di fare queste operazioni in questo momento. Le stabilizzazioni, lì dove sono state attivate, andranno avanti per forza di inerzia. La gente deve stare attenta alle proposte che vengono da questi improvvisatori della politica, mandarli in consiglio vuol dire pregiudicare le possibilità di sviluppo dei territori di appartenenza. L'elettorato guardi prima di tutto alla competenza".
Ricciuti non crede nemmeno alle ricette miracolistiche per le aree interne: "Non bastano certo i progetti di legge o le promesse di una fiscalità di vantaggio. Mi viene da ridere quando sento parlare di certe cose da chi non è in grado nemmeno di distinguere una delibera da una determina. Occorre un progetto strategico, a lungo termine, che inizi da una rimodulazone dei fondi europei e, per quanto riguarda i comuni colpiti dal terremoto, da un'estensione dell'impiego dei fondi del 4% anche alle piccole e medie imprese perché finora ad aver beneficiato di quei soldi sono sopratutto le grandi aziende".