"La nostra, è l’unica lista progressista, ambientalista e di sinistra, non soltanto in coalizione ma sull’intera scheda elettorale. Abbiamo provato a fare un lavoro che allargasse i confini di Articolo 1, il partito che rappresento, costruendo una lista plurale, aperta, con anime dell’ambientalismo e del civismo, e con l’ambizione di rappresentare un’area progressista larga e che unitariamente ha scelto il progetto che Giovanni Legnini ha messo in campo per l’Abruzzo".
Fabio Ranieri, coordinatore regionale di Articolo 1 e candidato alle elezioni regionali del 10 febbraio prossimo, racconta così la lista dei 'Progressisti per Legnini - Sinistra Abruzzo', quella rosso verde, per intendersi, e che tiene ancorato a sinistra il baricentro della coalizione proposta dall'ex vice presidente del Csm; "una alleanza civica, popolare e progressista", così la definisce Ranieri. "Legnini assicura un baricentro chiaro con la sua storia personale e politica ma anche attraverso il programma che abbiamo scritto a sostegno della sua candidatura: un baricentro per noi assolutamente convincente. E’ evidente che innanzi a tante anime del civismo e del mondo moderato, la nostra lista riequilibra la coalizione a sinistra richiamando esplicitamente e idealmente i valori dell’Abruzzo progressista".
Quattro i punti cardinali della proposta politica dei 'Progressisti per Legnini': "diritti, lavoro, uguaglianza e ambiente; si tratta di parole che non sono distanti dalla vita quotidiana delle persone, anzi debbono trovare concretezza nell’azione di governo dall’11 febbraio prossimo. Diritti e uguaglianza hanno un significato in Abruzzo: vogliono dire che nascere in comuni montani o delle aree interne non deve rappresentare uno svantaggio rispetto a chi nasce nelle zone più popolose e ricche della costa, in termini di trasporti, servizi sanitari, servizi alla persona: diritti e uguaglianza significa un Abruzzo che non cammina a due velocità e che finalmente, dopo anni di risanamento complicati, incomincia a superare la politica dei due tempi, risanamento e poi servizi, investendo sulle aree interne. Lavoro, inutile dirlo: per ciò che può fare la Regione, le politiche attive sul lavoro debbono essere assolutamente rilanciate non soltanto con fondi europei ma anche con le risorse della ricostruzione dedicate. E poi ambiente: l’Abruzzo, dopo tre terremoti e le diverse catastrofi naturali che si sono susseguite, non può continuare a tenere gli occhi chiusi sulla unica, vera, grande opera da mettere in campo, il risanamento idrogeologico e la messa sicurezza del territorio. Per questo, siamo assolutamente contrari alle opere impattanti e inutili che vengono ancora proposte, penso alle trivelle in Adriatico o al metanodotto Snam, ma anche ad opere che, dietro la parola sviluppo, rischiano di celare interventi che non servono al territorio ma magari a chi le propone e le realizza".
"Darci forza - promette Ranieri - vuol dire avere più forza per difendere questi principi".
Il coordinatore regionale di Articolo 1 non manca di allargare lo sguardo ad una campagna elettorale fortemente 'politicazzata', con i leader del centrodestra e del Movimento 5 Stelle pesantemente in campo a supporto di Marco Marsilio e Sara Marcozzi, rappresentando, le elezioni in Abruzzo, un banco di prova per i soci di maggioranza del governo, in particolare, in vista delle europee. "La presenza continua dei due vice premier è dovuta al fatto che debbono coprire lo scarso appeal delle candidature a presidente o, peggio, l’assoluta mancanza di un progetto di governo per l’Abruzzo. Il centrodestra è una coalizione che, di fatto, non esiste più: addirittura, uno dei partiti che gli elettori troveranno sulla scheda è già considerato fuori dalla coalizione; ripete schemi di vecchia politica, con un presidente non abruzzese: quindi bisogna coprire la mancanza di proposte con la presenza costante dei leader nazionali e soprattutto di Matteo Salvini. D’altra parte, il Movimento 5 Stelle ripete lo stesso schema di 5 anni fa, con poche proposte ed una classe dirigente che continua a sembrarmi improvvisata: dunque, anche loro provano a politicizzare il voto con Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Legnini si è dato un profilo completamente diverso, parlando dei problemi degli abruzzesi come è giusto che sia: dall’11 febbraio bisognerà governare l’Abruzzo, non farsi i selfie o urlare slogan contro qualcuno".
Detto questo, Ranieri rivendica che la lista dei 'Progressisti per Legnini' la politica in campo ce la sta mettendo, "anche troppo sostiene qualcuno che ci consiglia di non toccare certi argomenti non popolarissimi in questo momento: "se non trattassimo quei temi, però, non avrebbe senso presentarsi alle elezioni. Noi rappresentiamo un modello alternativo a Salvini e, mi spiace dirlo, al Movimento 5 Stelle che, fino a qualche anno fa, parlava di beni comuni e onestà, ponendosi contro le grandi opere e che oggi, invece, è ridotto a gridare con voce meno credibile gli stessi slogan del capo della Lega".
In questo senso, il modello Legnini può avere una sua funzione "nel riunire anime che, in questo momento, rischiano di non avere rappresentanza a livello nazionale, del mondo progressista, cattolico e della sinistra nazionale"; tuttavia, "penso che a livello nazionale ci voglia altro", riconosce Ranieri. "Abbiamo perso le elezioni e la fiducia dei cittadini perché ci siamo mostrati troppo poco vicini su alcuni temi fondamentali che riguardano la vita reale delle persone, lavoro, pensioni, sanità. Siamo stati troppo attenti a politiche di austerità che hanno condizionato molto l’azione dei pochi, in realtà, governi di centrosinistra che si sono succeduti in questi anni, anche l’ultimo esecutivo Gentiloni non poteva certo definirsi di centrosinistra. Ci vuole una proposta alternativa più radicale e più forte per riconquistare consenso. Per intenderci: la proposta Calenda non mi convince affatto, il fronte degli anti-populisti rappresentato da coloro che difendono lo status quo è il più grosso favore che si potrebbe fare a Lega e Cinque Stelle. Serve una proposta che torni a parlare ai mondi che dovremmo rappresentare con più forza e che, in parte, abbiamo abbandonato negli ultimi anni".
Tornando alle elezioni regionali, Ranieri è convinto che la partita sia assolutamente aperta. "Penso che i prossimi giorni saranno decisivi. Oramai, avvertiamo – e diciamo che abbiamo qualche piccola rilevazione più credibile di quelle pubblicate o fatte girare ad arte in queste ore – che siamo in campo, che possiamo vincere le elezioni. E possiamo farlo in due modi: ribadendo qual è la posta in gioco, e cioè il governo della Regione che vive un momento particolare tra ricostruzioni da avviare, ricostruzioni da finire, lavoro da rilanciare, servizi da ripensare sul territorio, a partire da quelli sanitari; la figura di Legnini che continua a parlare dell’Abruzzo è una proposta vincente. Una proposta che dovrà arrivare ai cittadini attraverso i tanti candidati che vogliono dire tante storie, tanta credibilità, tanto lavoro sul territorio: questi giorni serviranno per parlare con le persone ad una ad una, comune per comune; questa è una regione di 305 comuni dove voteranno 600-700 mila persone, un voto, dunque, che può essere portato dalla nostra parte spiegando le buone ragioni che intendiamo mettere in campo per l’Abruzzo. Sono fiducioso: tre mesi fa sembrava una partita impossibile, oggi è aperta. Proponiamo una pagina nuova, più credibile di altre che continuano a parlare di una nave con 49 persone a bordo a largo di Siracusa e non di proposte concrete per la nostra Regione".