E' un anno di mandato quello che si è appena lasciato alle spalle il vicesindaco e assessore alla Trasparenza del Comune dell'Aquila, Nicola Trifuoggi.
Irpino, classe 1942, Trifuoggi è noto in Abruzzo soprattutto per aver presieduto la Procura della Repubblica dell'Aquila e di Pescara, dove si occupò dell'inchiesta sulla sanitopoli abruzzese. Nel 1984 fu uno dei pretori che oscurarono le tv Fininvest, episodio che fece scalpore in tutto il Paese e che causò il famoso "sciopero dei pretori".
La sua presenza, accanto al sindaco Massimo Cialente, ha portato nuova immagine a un'amministrazione sconvolta dall'inchiesta Do ut des, che vede indagato, tra gli altri, il suo predecessore, Roberto Riga. Nel clima teso di quei giorni il primo cittadino aveva annunciato le sue dimissioni, rientrate poco dopo. "Trifuoggi saprà darci delle regole", aveva detto allora Cialente. Dal canto suo il vicesindaco, in una seduta comunale convocata per l’occasione, aveva tenuto a precisare di non essere "né il badante del sindaco, né della giunta". "Non sono qui per questo, né per fare il supervisore", disse. Insomma a Trifuoggi sembrava stare stretto quel ruolo di testimonial della dicotomia "legge ed ordine" che si andava prefigurando per il ritorno di Cialente.
Nel frattempo, il suo lavoro all'interno dell'amministrazione sembra aver trovato, come le chiama lui stesso, delle "sacche di resistenza". Tra i provvedimenti annunciati subito dopo Do ut des, ciò che colpisce è che ancora non si sia concretizzata la rotazione del piano anti-corruzione per i dirigenti. In un'intervista a L'Editoriale, Trifuoggi spiega che non è il momento opportuno e che si sta aspettando di stabilizzare la situazione, "in mancanza di qualche dirigente, per ragioni giudiziarie o perché c'è il rischio che non venga confermato lo stanziamento dei fondi per i loro stipendi".
Ciò che è certo, è che l'ex-magistrato che nel primo giorno del suo mandato dichiarava in un'intervista di sentirsi "a casa", oggi asserisce che, in termini di inefficienza, "c'è qualcosa che non va, ed è sotto gli occhi di tutti".
Dal punto di vista della trasparenza della macchina amministrativa, è di qualche giorno fa la notizia dell'acquisto - da parte del Comune dell'Aquila - di una piattaforma telematica che garantirà "la trasparenza nelle procedure per la gestione delle gare d'appalto". Un software prodotto dalla società Studio Amica Società Cooperativa, con sede a Brindisi. Un nuovo modo, insomma, per garantire maggiore trasparenza negli appalti della ricostruzione post-sisma all'Aquila. Una piattaforma che, probabilmente, sarà in parte gestita o comunque coadiuvata dal Servizio Elaborazione Dati (Sed), una delle municipalizzate del Comune dell'Aquila, che si occupa della gestione dei dati.
Ne abbiamo parlato con il Vice sindaco.
La piattaforma telematica per la gestione delle gare d'appalto sarà certamente un passo avanti per il processo di trasparenza della nostra città.
Assolutamente sì, perché tutto quello che potrà essere gestito dal computer, lo gestirà il computer. Non ci saranno più dubbi sulla tempestività delle domande o sulla congruità della documentazione: una volta spedito ed inserito il documento questo verrà catalogato dal computer, che impedirà a chiunque, anche a noi stessi, di entrare fino al giorno di apertura delle buste. E' un programma fatto appositamente per evitare ingerenze umane.
Sarà semplice per i concorrenti che vogliono partecipare alle gare d'appalto?
Certo, basterà semplicemente inviare la domanda per via telematica, invece che per posta. E' anche vantaggioso, perché si evitano fotocopie e si ha la sicurezza che nessuno andrà a spulciare all'interno della busta per vedere qual è l’offerta e per farne poi una migliore. E' una garanzia anche per le stesse imprese che parteciperanno alla gara.
Come mai la scelta di affidare questo servizio ad una società privata, avendo invece a disposizione il Sed, società di proprietà del Comune dell'Aquila?
Il Sed non ha una piattaforma di questo genere, non è in possesso degli strumenti per poterlo fare. Gli strumenti vanno acquistati e noi lo abbiamo fatto attraverso una gara d'appalto. Il Sed non può inventare un programma di questo genere.
Il problema è una mancanza di risorse o di personale?
Né l'una, né l'altra. Ognuno deve fare il suo mestiere. Il Sed lavora bene per tutta una serie di cose che può fare all'interno, ma questi sono dei programmi particolari, coperti molto spesso da copyright, quindi bisogna procurarseli all'esterno. E' come per gli autobus: non li possiamo fabbricare noi, li dobbiamo comprare.
Ma allora se il Sed non può gestire servizi del genere, secondo lei, che funzione può avere all'interno del Comune dell'Aquila?
Non è che non li sa gestire, non li può produrre. Poi li gestiranno. Esiste un ufficio che si chiama Centrale Unica di Committenza. Questa è una cosa diversa, che è sul mercato e che va acquistata. Noi abbiamo fatto un appalto seguendo le regole del Ministero ed abbiamo invitato le ditte che il mercato della pubblica amministrazione aveva indicato. E' stata fatta un gara regolare e questo era il progetto migliore e più economico per il Comune.
In una recente intervista, lei parla di "sacche di resistenza" che ha trovato nell'amministrazione.
Sì, perché ci sono delle inefficienze dell'amministrazione che vanno risolte: è l’organizzazione in toto che va rivista e piano piano lo stiamo facendo.
La "resistenza" riguarda la trasparenza?
No, la trasparenza funziona benissimo. Il mio era un discorso generale, non mi riferivo a nessuno di particolare.
Sempre nella stessa intervista, parla però di confronti animati in giunta.
Sì, perché ognuno ha le sue idee sul tipo di organizzazione che deve avere la macchina amministrativa. Se c’è qualcosa che non va e che è sotto gli occhi di tutti, vuol dire che c’è bisogno di un diverso tipo di organizzazione. E questo verrà fuori dal confronto tra i dirigenti, gli assessori, il Sindaco. Cercheremo di dare un'organizzazione migliore, a beneficio della cittadinanza.