Recuperare credibilità di fronte all'Italia e all'Europa, dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il Comune; chiedere al Governo Letta un'ulteriore stretta sulle regole (soprattutto sulla ricostruzione privata), una semplificazione della giungla di norme che avviluppano e in qualche caso rallentano la ricostruzione, lo sblocco immediato dei fondi per le attività produttive, quei 100 milioni di euro, stanziati dalla delibera Cipe, che serviranno, tra le altre cose, a implementare il polo chimico-farmaceutico, a ripianare i debiti del CTGS, a finanziare l'insediamento dell'Accord Phoenix.
Quello che il sindaco Massimo Cialente ha presentato oggi al consiglio comunale - in una seduta appositamente (e, a detta di molti, tardivamente) convocata per riferire sulle vicende che hanno portato alle sue dimissioni e poi al loro ritiro - ha tutta l'aria di essere un nuovo patto di governo, una nuova intesa programmatica invocata per rinsaldare le fila della maggioranza e ricostruirsi una reputazione forse irrimediabilmente compromessa dagli scandali sui presunti giri di tangenti e dall'eco che essi hanno avuto sulla stampa nazionale.
Non a caso è stata proprio la stampa uno dei bersagli contro i quali, in preda a quella che tecnicamente viene chiamata "sindrome da accerchiamento", si sono scagliati sia Cialente che alcuni consiglieri di maggioranza, come ad esempio Giuliano Di Nicola. Facendosi oltremodo trasportare dalla veemenza del suo intervento, Di Nicola è arrivato persino a definire il Sole 24 Ore (uno dei quotidiani che ha più criticato la gestione del post terremoto fatta dall'attuale amministrazione) "una testata di estrema sinistra".
Quella di Cialente è una strategia più mediatica che politica, anche se un po' da ultima spiaggia, e consiste nell'indicare, di volta in volta, un nemico esterno per ricompattare e serrare i ranghi delle sue truppe. Chissà se funzionerà.
E di forze soverchianti che complotterebbero contro la città ("Non esiste un sistema L'Aquila" ha detto il sindaco "ma un Sistema sull'Aquila") Cialente ne ha indicate diverse: i giornalisti (contro i quali, come si può ascoltare nell'intervista realizzata da Alessandro Tettamanti per NewsTown, ha annunciato querele e azioni legali, che probabilmente verranno intraprese anche nei confronti di singoli cittadini); il governo Letta, che "non ha le credenziali per imporci determinate cose, anche perché di esso fanno parte persone che hanno creduto che Ruby fosse la nipote di Mubarak"; il ministro Trigilia, reo di aver pronunciato, all'indomani degli arresti e degli avvisi di garanzia emessi dalla procura, frasi molto pesanti ("Ora L'Aquila non chieda più soldi", "Il Governo non è il bancomat del sindaco") nonché di aver fornito, sempre agli odiati giornalisti, dati sulla ricostruzione sbagliati, salvo poi ricredersi pochi giorni dopo davanti al Parlamento.
Per fare chiarezza sulle cifre, Cialente ha annunciato che, molto presto, forse già la prossima settimana, ci sarà, a Roma, una conferenza stampa, nella quale il Comune esporrà tutti i dati relativi al post terremoto.
Dati che, a detta di Cialente, vengono già regolarmente sottoposti, con cadenza bimestrale, alla Ragioneria di Stato e che certificherebbero, come avrebbero ammesso anche Cineas e Reluis, che il terremoto dell'Aquila è quello che, nella storia recente dei terremoti italiani, è costato meno allo Stato e alla collettività.
"Legge e Ordine" è insomma lo slogan che meglio descrive questo Cialente bis. E Nicola Trifuoggi è il "testimonial" (Cialente dixit) chiamato a dare legittimità e credibilità alla nuova fase.
L'ex capo della procura di Pescara, però, sembra pensarla diversamente. Nel corso del suo intervento, mettendo le mani avanti, Trifuoggi ha infatti affermato: "È bene chiarire che io non sono né il badante del sindaco, né della giunta. Non sono qui per questo, né per fare il supervisore".
Subito dopo l'intervento di Cialente, la seduta è proseguita con le dichiarazioni di altri consiglieri.
La maggioranza, con Maurizio Capri e lo stesso Di Nicola, si è schierata unita a fianco del sindaco. Il capogruppo del Pd ha anche presentato un documento, scritto e condiviso con le parti sociali, contenente una sintesi delle azioni prioritarie da intraprendere nel breve e medio termine.
Anche Sel, con Giustino Masciocco, ha ribadito la propria fiducia nella maggioranza, seppure con qualche distinguo ("Dobbiamo avere la forza di rendere più trasparenti le attività che si svolgono").
Critici, invece, i consiglieri d'opposizione: "Discorso deludente" ha commentato Guido Liris di Forza Italia; "una sintesi dell'ovvio" ha detto Giorgio De Matteis di L'Aquila città aperta (intervistato nel video qui sotto da Alessandro Tettamanti).
Gli interventi più animati sono stati quelli di Ettore Di Cesare di Appello per L'Aquila (sotto nel video di Alessandro Tettamanti) e Vincenzo Vittorini di L'Aquila che vogliamo. Di Cesare ha esordito citando la celebre intervista di Enrico Berlinguer sulla questione morale e ha continuato attaccando il sindaco su tutta la linea: non solo sui puntellamenti ("Avevamo chiesto controlli puntuali, non a campione, e una commissione 'inchiesta: non siamo stati ascoltati") ma anche sull'aeroporto (che "sta a Cialente come la metro di superficie sta a Tempesta"), la gestione del progetto Case, il Centro turistico del Gran Sasso.
La discussione si è scaldata durante l'intervento di Vittorini, che ha battibeccato sia con Cialente (affetto da una "sindrome di Calimero" ma "incapace di fare una seria autocritica") che con Di Nicola. "La città è anestetizzata" ha affermato Vittorini al termine del suo intervento "Le inchieste non l'hanno svegliata".
Gli altri punti all'ordine del giorno
Il Consiglio comunale ha approvato la proposta di deliberazione riguardante l'acquisizione della donazione, da parte del gruppo Fiat Auto, di una struttura da adibire ad asilo nido e scuola dell'infanzia, realizzata nell'area del quartiere Case di Bazzano, per un valore complessivo di 3milioni 10mila 800 euro.
Via libera del conferimento della cittadinanza onoraria a Patrizia Aldrovandi, madre di Federico, e a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.
"La Magistratura - recita il testo nella parte relativa alle motivazione - ha riconosciuto che Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono stati vittime di un'ingiustizia perpetrata da esponenti dello Stato mentre assolvevano alle loro funzioni, e che in entrambi i casi, oltre alla violenza praticata, quello che ha stupito ed offeso la coscienza civile è stata l'opera di depistaggio messa in atto. Patrizia Aldovrandi e Ilaria Cucchi hanno lottato per anni al fine di ottenere giustizia, portando avanti una battaglia di civiltà volta a ripristinare i valori di uno Stato Democratico e di Diritto".
L'assemblea ha quindi approvato i regolamenti per l'erogazione del servizio di illuminazione e per le lampade votive nei cimiteri comunali.