Martedì, 12 Luglio 2016 12:28

In Marocco non si parla d'altro: il mistero dei rifiuti provenienti dall'Abruzzo

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Rifiuti provenienti dall'Abruzzo, arrivati in Marocco, e che stanno facendo discutere media, politica e società politica del Paese nordafricano.

E' questo il quadro nel quale si sta muovendo un traffico (del tutto legale) di rifiuti provenienti dalla Deco Spa, del gruppo Di Zio, lo stesso che gestisce due discariche in Abruzzo e impianti di trattamento dei rifiuti in altre regioni italiane, di Rodolfo e Ferdinando Di Zio, noti imprenditori chietini e finanziatori bipartisan della politica abruzzese [leggi l'articolo].

Il carico di 2500 tonnellate di ecoballe di rifiuti selezionati e destinati ad essere combustibile per cementifici del Marocco sta facendo discutere da giorni media e società civile del Paese africano.

Inizialmente era stata diffusa la notizia secondo la quale il carico sarebbe provenuto dalla "Terra dei fuochi" campana, e più precisamente da Taverna del Re (Caserta). Ma, grazie alle foto della testata marocchina Hespress.com (foto a sinistra), diffusesi rapidamente anche sui social network (Hespress ha più di 8 milioni di fan su Facebook), e grazie ad un articolo di una settimana fa de Il Mattino, ripreso da terredifrontiera.info, è stato appurato che il carico sia partito da Ortona (Chieti), e arrivato al porto della cittadina di El Jadida, cittadina sulla costa, nella regione di Casablanca.

deco spaLa provenienza abruzzese delle ecoballe è stata poi confermata ieri anche dalla ministra dell'Ambiente, Hakima el Haite (video in alto), che in questi giorni ha cambiato più volte la versione dell'accaduto - soprattutto in merito all'esito delle analisi dei rifiuti per il rispetto delle norme sull'ambiente - stretta a morsa tra le proteste della popolazione e gli attacchi dell'opposizione.

L'allarme del mondo ambientalista marocchino, infatti, ha portato a un presidio nei pressi di Bouskoura, dove sono ferme le ecoballe abruzzesi in attesa delle analisi sulla eventuale tossicità dopo l'incenerimento, ed anche a un'interrogazione parlamentare in Italia, dove alcuni deputati del Partito Democratico hanno chiesto lumi sulla vicenda al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

In tutto ciò, la Deco del gruppo Di Zio sembra tacere. Anche se non è un mistero che molte imprese italiane portino all'estero i propri rifiuti, da cui si ricavano combustibili (detti css), attraverso gli inceneritori. Oltre al Nordafrica, le destinazioni più gettonate sono Spagna, Romania e Bulgaria.

La vicenda, che sta facendo tremare il governo marocchino, arriva a pochi mesi dalle elezioni di ottobre, e dalla ventiduesima Conferenza mondiale sul clima (Cop22), attesa a Marrakech per il prossimo novembre.

Ultima modifica il Martedì, 12 Luglio 2016 13:48

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